Partito a febbraio con la parte teorica, il corso High Altitude Guides è entrato nel vivo con il secondo modulo in ambiente
di Stefano Gatti© Comunicazione EvK2CNR
Dalla teoria alla pratica, dai banchi di scuola alle pareti di roccia. Ha preso ufficialmente avvio tra venerdì 3 e lunedì 20 maggio 2024 in Pakistan la seconda parte del corso di formazione per le future guide di alta montagna che vede attualmente coinvolti ventitré alpinisti locali. High Altitude Guides: è questo il nome del progetto la cui esigenza era stata espressa a suo tempo dal Dipartimento del Turismo del Gilgit-Baltistan tramite un bando vinto dall’associazione EvK2CNR, che da trent’anni opera sulle montagne del Pakistan.
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Ideato e organizzato dalla guida alpina Maurizio Gallo, il corso ha per obiettivo la formazione di guide d’alta quota altamente specializzate nell’organizzazione e nell’accompagnamento di spedizioni e gruppi sulle montagne pakistane. La regione del Gilgit-Baltistan ha infatti visto crescere il turismo regionale da trenta mila presenze annue a tre milioni. Il corso High Altitude Guides rappresenta quindi una grande opportunità in termini di creazione di nuove professionalità e nuove frontiere lavorative che, potenzialmente in grado di contribuire al contrasto del fenomeno della migrazione. Il popolo pakistano è infatti al settimo posto (a livello mondiale) per numero di emigranti. Attualmente l’Italia accoglie poco più di 144mila pakistani.
Dopo un primo modulo, completato nel mese di febbraio e dedicato agli aspetti sanitari, alla meteorologia, alla storia alpinistica e alla lingua inglese, i partecipanti al corso hanno vissuto una prima full immersion in ambiente: in buona sostanza l’inizio di un percorso formativo della durata di due anni che porterà i più abili e motivati a intraprendere il mestiere di guida nella propria terra.
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Sicurezza, movimentazione e tecniche di soccorso su tutti i terreni sono stati gli argomenti chiave di queste giornate che hanno preso forma grazie alla preziosa collaborazione con il Soccorso Alpino Italiano, che ha trasmesso l'esperienza maturata in settant’anni di attività sulle Alpi mettendo a disposizione tre formatori: Michele Cucchi, guida alpina e da anni collaboratore di EvK2CNR, Igor Gheza e Giovanni Stecca.
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Attraverso simulazioni ed esercizi, i partecipanti al corso sono stati formati sulle tecniche di recupero e calata, su roccia cosiccome su ghiacciaio. Le giornate di formazione hanno goduto del supporto logistico delle strutture formative a scopi civili dell'Esercito pakistano nel centro di Rattu, a oltre duemila metri di quota nella regione del Nanga Parbat con i suo 8126 metri la nona vetta della Terra, nonché l'unica dei quattordici "ottomila" del nostro pianeta at trovarsi nella regione del Kashmir.
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Alle giornate di formazione hanno preso parte anche Nadeema Sahar e Samana Rahim, due delle quattro alpiniste pakistane che prenderanno parte alla spedizione “K2 70”, che vede per la prima volta un team interamente femminile (formato da alpiniste italian e a appunto pakistane) diretto al K2 per tentare la vetta della seconda montagna della Terra nell’ambito delle celebrazioni per il settantesimo anniversario della prima assoluta del K2 stesso, in occasione della storica spedizioane italiana del 1954.
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Il futuro di questa collaborazione tra EvK2CNR, Soccorso Alpino lombardo e nazionale è stato discusso a Milano, in occasione dell’esposizione della Piramide nel corso della Design Week 2024, con il consigliere regionale Jonathan Lobati. Partendo infatti dall’esperienza di High Altitude Guides si aprono le giuste prospettive per l’esportazione nel mondo di un’eccellenza tecnica italiana, quale è il Soccorso Alpino.
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“È stato un momento formativo molto importante, sia per i partecipanti che per i tecnici del Soccorso Alpino, ma anche per noi che ormai da molti anni siamo presenti sul territorio pakistano cooperando in modo congiunto per la salvaguardia e lo sviluppo delle montagne del Paese. Quello del soccorso in Pakistan è un tema fondamentale sia per gli alpinisti internazionali che frequentano l’alta montagna, sia per gli abitanti delle valli. Da questo si comprende l’importanza del soccorso nella formazione delle future guide di alta montagna del Paese” (Maurizio Gallo, coordinatore del progetto e direttore del corso)
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Un ringraziamento particolare va all’UIAGM (Union Internationale des Associations de Guides de Montagne) che sta seguendo con vivo interesse il progetto di formazione e con la quale è stato aperto in questa occasione un dialogo utile a comprendere quale sia la miglior strada da intraprendere per poter dare un riconoscimento internazionale ai partecipanti al corso.
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