L'italo-cubano ha raccontato quanto accaduto in Azerbaigian prima della semifinale persa contro il padrone di casa Turan Bayramov
di Marco Cangelli© Ufficio Stampa
Non si placa il polverone scoppiato attorno alla sconfitta patita da Frank Chamizo al Torneo Preolimpico Europeo di lotta libera andato in scena a Baku. Nella capitale azera l'italo-cubano è stato sconfitto dal padrone di casa Turan Bayramov in seguito a una decisione arbitrale discutibile che ha ribaltato il risultato del campo dove l'azzurro era riuscito a strappare la vittoria all'ultimo secondo. Dopo aver tuonato contro i direttori di gara, Chamizo ha raccontato di alcuni tentativi di corruzione a cui sarebbe stato sottoposto prima della sfida.
"Sapevo che dovevo dare il doppio, il triplo in Azerbaigian, perché lottavo a casa loro e avevano comprato tutto. Lo stesso arbitro è stato con gli azeri per tutto il torneo. Io ce l'ho fatta, ma poi è successo qualcosa che ricorda il pugilato di tanti anni fa. E allora sì, lo voglio dire, sono venuti da me offrendomi dei soldi, 300.000 dollari per perdere. Non voglio dire chi, ma è successo la mattina del peso - ha raccontato il bronzo olimpico di Rio de Janeiro 2016 a La Repubblica -. Li ho mandati a f… perché non rappresento solo me stesso, ma anche l'Italia, la mia federazione, la Fijlkam, e l'Esercito. Non è facile rompere la mia integrità".
L'atleta nativo di Matanzas è rimasto particolarmente colpito da quanto accaduto nello sport che lo ha condotto sul tetto del mondo in passato tanto da costringerlo a ripensare a quanto accaduto e su quanto potrebbe accadere in futuro, soprattutto in vista del Torneo Preolimpico Mondiale in programma ad Ankara (Turchia) dove dovrà provar a centrare un'impresa particolarmente ardua che lo condurrebbe direttamente a Parigi.
"Sono ancora sconvolto. Triste, addolorato, pieno di vergogna per quello che è successo. I cinque giudici sul tappeto hanno preso la stessa decisione, riconoscendo che avevo messo a terra il ginocchio destro dell'avversario, quindi avevo vinto. Dopo un incontro in cui il mio avversario, che ho sempre battuto, per cinque minuti non ha fatto che scappare. Poi si sono inventati un challenge a tempo scaduto, che non si può fare. A questo punto il presidente di tappeto ha guardato le immagini di una sola telecamera della video review e ha stabilito che quella mossa non c'era, contraddicendo gli altri cinque giudici - ha sottolineato Chamizo -. Sono cosi' schifato che non mi sembra di parlare di sport. Se ho paura di pagare queste dichiarazioni all'ultimo torneo di qualificazione? Io vengo da Cuba, non ho paura di niente. Ora sono in un paese libero, posso dire quel che penso e quel che voglio. Non mi ferma nessuno".