Gli Azzurri subiscono il pareggio a 6 secondi dalla fine
© marzia cattini
Gli Azzurri perdono ai rigori la finale per il terzo posto con la Francia e dicono addio ad un podio che manca ormai da 19 anni. Un bronzo che sfuma a soli 6 secondi dal termine, con un’Italia priva di Giulio Cocco Federico Ambrosio, che ha saputo rimontare e metter la testa avanti sul 5-4 grazie anche a una prestazione di un Davide Gavioli che oggi ha raggiunto il top in carriera. Ma non è bastato, perché i francesi, che dopo l’argento europeo vivono ormai in pianta stabile nell’élite dell’hockey mondiale, hanno portato il match ai rigori, facendo masticare amaro alla squadra del C.T. Bertolucci.
Eppure il match era iniziato con un predominio dell’Italia che metteva pressione in ogni zona della pista. Così il vantaggio di Ipinazar si naturalizzava con merito, mentre la Francia faticava a trovare spazi, con i tre fratelli Di Benedetto chiamati a pagare l’inevitabile dazio alla stanchezza. Dopo una decina di minuti di padronanza della pista, ecco l’episodio che cambierà le sorti del match. Roberto Di Benedetto scaglia una potente conclusione poco oltre metà pista che sorprende Riccardo Gnata, portiere non avvezzo a subire reti simili e autore di un mondiale superlativo. Ma la meritocrazia non è un dato oggettivo su cui si basano le partite.
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Gli Azzurri incassano, ma per qualche minuto continuano a spingere e Gavioli, dopo aver fallito un testa a testa con Bonneau, serve una pallina d’oro a Banini, che con un gancio infila il nuovo vantaggio. L’Italia costruisce molto, ma finalizza poco, al contrario dei francesi, che trovano il nuovo pareggio con la seconda potente conclusione da lontano di Bruno Di Benedetto.
La coppia arbitrale sorvola su un clamoroso rigore non fischiato da Alessandro Verona, agganciato da tergo dal portiere francese Bonneau. E l’inizio ripresa si apre nei peggiori dei modi: cartellino blu rifilato a Gavioli, trasformato da Carlo di Benedetto, che porta la Francia sul 3-2 con il minimo sforzo offensivo.
Rispetto alle precedenti gare della rassegna iridata, il tecnico francese Savreux concede tanti minuti alla panchina. Atleti non del livello dei tre fratelli Di Benedetto, ma che rendono tantissimo nei pochi minuti impiegati. Così Le Roux, alla sua prima “grande” partita della carriera, si scontra con Banini. Rigore e seguente espulsione a causa dell’eccessiva reazione. Malagoli trasforma di precisione il 3-3. Ma è un’Italia che ci mette del suo e si fa sorprendere nuovamente subendo un gol, evitabilissimo, da dietro porta. La reazione è da grande squadra e con Banini e Gavioli ribalta il match sul 5-4. Il bronzo sembra ormai cosa fatta, ma l’hockey è qualcosa di assolutamente imprevedibile. La Francia toglie il portiere e gioca con l’uomo in più, mentre Verona recupera una pallina, che potrebbe scagliare verso la porta vuota o, comunque, allontanarla. Invece la Francia ne rientra in possesso e pareggia, incredibilmente a soli 6 secondi dalla sirena, con il più beffardo dei gol.
L’Overtime vola via senza emozioni e così si va ai rigori. Hermann colpisce il palo, Ambrosio, out per l’intero incontro, ma inserito per tirare il penalty, firma il vantaggio. Roberto Di Benedetto impatta. Poi Carlo di Benedetto e Da Costa ci congedano da un podio che non era mai stato così vicino.
La finale è stata invece vinta dall’Argentina, che battuto il Portogallo per 4-2. L’Albiceleste ha trionfato in ogni categoria, Under 19, senior femminile e maschile. Un autentico record, festeggiato da oltre 6 mila presenze fisse nel palazzetto Aldo Cantoni (struttura che ha ospitato, tra le altre manifestazioni, anche la Coppa Davis del 2018). Quella vista a San Juan, capitale hockeistica dell’Argentina è stata la più bella rassegna iridata degli anni moderni: nel 2024 toccherà all’Italia ospitare i World Skate Games. E cercare di tornare su un podio che manca dal lontano 2003.
Paolo Virdi