Elena è la prima italiana a vestire la maglia biancorossa: “Qui è tutto stupendo: nel mirino c’è la Champions League e fare bene ai prossimi mondiali "
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Giocare in un mondo professionistico era un sogno nel cassetto, di quelli che si hanno fin da bambini. Riuscirci, è stata questione di lavoro, abnegazione e sacrificio. E talento, quello che ha baciato Elena Tamiozzo, valdagnese di 25 anni, che da questa stagione milita nella formazione femminile del Benfica. Tamiozzo non è la prima atleta donna a giocare all’estero, ma è la prima ad aver raggiunto il Portogallo, in un club professionistico: “Qui mi sento in paradiso - afferma Elena - c’è uno staff composto da dieci persone, con preparatori, nutrizionisti e una psicologa, con cui facciamo delle sedute di squadra. Chi ne sente la necessità può anche svolgere delle sedute personali. Io l’ho fatto ed è stata un’esperienza positiva, ti aiuta non solo nella testa, ma anche tecnicamente. Ti spiega perché sbagli un passaggio, come sono posizionati i pattini, come girare il corpo, e scopre dei difetti tecnici su cui lavorare. In passato sbagliavo i passaggi e non ci pensavo, adesso rifletto per migliorare qualsiasi dettaglio. E c’è un’organizzazione capillare, che parte dalla mensa, dove hanno accesso tutti gli atleti e trovi i piatti dettati dalla nutrizionista. Alle partite vengo solo con il mio zainetto: al restano pensano tutto loro, dalla frutta alle barrette energetiche. È una cosa pazzesca.”.
L’hockey pista in Portogallo è uno sport popolare, che gode di ampio seguito, sospinto anche dalle modalidades, ovvero le discipline periferiche legate ai grandi club. Benfica, Porto e Sporting aiutano la crescita dell’hoquei em patins con investimenti e interesse mediatico “Per la prima volta mi sono sentita trattata alla pari dei maschi. Il nostro presidente Manuel Rui Costa è un grande appassionato, non manca mai alle partite e viene spesso a trovarci in allenamento. Mi parla in italiano, mi chiede sempre come sto e se ho bisogno di qualcosa”. Un ambiente in cui la Tami si trova molto bene “Assolutamente. Ho incontrato alcune difficoltà ad inizio anno, ma era prevedibile. Giocavo molto meno di oggi e mi sono trovata di colpo a correre avanti e indietro a ritmi folli, come non avevo mai fatto. In pratica, tutto lo sforzo che producevo in una partita in Italia, qui lo faccio in nemmeno 10 minuti di seduta. Nel primo allenamento ho trovato 9 compagne di squadra che giocavano a grande intensità, con un gioco molto fisico. Ora mi sono adeguata e vado ad una velocità che non avrei mai pensato di poter raggiungere”. Con il lavoro Elena ha scalato le gerarchie “Mister Paulo Almeida (ex campione del Mondo con il Portogallo e giocatore prestigioso) a Lisbona è una leggenda. Su alcune rotonde della città sono esposte le sagome dei campioni dello sport e lo si può trovare alla pari di un mito come Eusebio. Mi tratta benissimo e mi ha seguita fin dal primo giorno, è un uomo dalla grande esperienza ed era consapevole delle difficoltà che avrei incontrato, aiutandomi a superarle. Io e la cilena Flores siamo le uniche straniere e mi chiama spesso, anche nei giorni liberi, oppure se torno a casa per le feste. È una cosa che apprezzo e che mi fa sentire bene. Oggi mi sta dando tanta fiducia, mi inserisce nei momenti critici e in quelli decisivi delle partite importanti sono in pista. E anche questo è gratificante”.
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Se in campionato le cose vanno a gonfie vele, con un dominio quasi scontato, lo stesso non si può dire per la Champions League, manifestazione in cui il Benfica deve lottare per qualificarsi alle final four “Abbiamo perso l’unica partita stagionale contro il Fragas. Abbiamo approcciato la gara nel modo sbagliato, perché pensiamo sempre che le spagnole siano superiori. Ma noi abbiamo nel roster le migliori portoghesi, la miglior cilena e una brava italiana, però siamo entrate in pista con eccessivo timore. Con il Vilasana abbiamo tesoro dell’esperienza e lavorato con video, psicologo e staff. È stata una vittoria del team, condivisa con il pubblico, contro una squadra spagnola vicecampione d’Europa”.
Elena non è innamorata solo del Benfica, ma anche della città “Mi alleno 5 giorni alla settimana, poi abbiamo la partita e un solo giorno libero, che sfrutto per visitare i luoghi in cui vivo. Lisbona è stupenda e nei dintorni c’è tutto, compreso il mare. La maggior parte delle compagne lavora o studia, quindi mi dedico a fare del turismo, concedendomi dei pranzi con membri dello staff. E poi da amante dello sport a 360° seguo tutte le “modalidades”, compresa pallamano, futsal e basket” La Tami non nasconde la sua passione per l’Inter “Purtroppo quando ha giocato in Champions al Da Luz io ero in Italia con la Nazionale. Ma allo stadio ci vado spesso per seguire il Benfica”.
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Il lavoro che sta svolgendo e la sua crescita tecnico/tattica saranno un valore aggiunto per la Nazionale, come ha già mostrato nel corso degli ultimi europei, trascinando le azzurre alla medaglia di bronzo. E la prossima estate godrà della leadership per guidarle nel Mondiale di Novara, che partirà il prossimo 6 settembre “L’Europeo è stata una bella esperienza. Fare gol in ogni partita e vincere la classifica marcatori mi ha dato morale, anche se poi non c’era un vero e proprio premio in palio. Anche se siamo giovani, io, Vicky Caretta (portiere del Liçeo La Coruña) e Pamela Lapolla all’interno del gruppo ci siamo sentite grandi. Abbiamo con noi tante ragazze giovani che stanno crescendo, come la Orsato, che ha fatto notevoli progressi, ma sono tutte atlete umili, che vogliamo maturino in fretta, per questo forniamo tutti i consigli possibili. Guardiamo a Novara con molta fiducia, nella speranza che rientri Ghirardello, perché ci darebbe una bella mano”.
Fare bene e magari vincere una medaglia nel mondiale italiano, è un desiderio abbastanza scontato. E allora cosa si augura la Tamiozzo dal futuro? “Voglio continuare ad allenarmi così, con qualità. Qui sto benissimo, quest’anno vorrei vincere il campionato e soprattutto la Champions League. E poi…mi piacerebbe tanto rimanere ancora al Benfica, una società fantastica, in una città stupenda”. La Tami, anima benfiquista.
Paolo Virdi