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ALPINISMO

L'ultima spedizione, in uscita il docufilm sul mistero Wanda Rutkiewicz

Nel documentario promosso dal CAI la storia della grande alpinista polacca e i retroscena sulla sua scomparsa

27 Gen 2025 - 13:07
 © CAI Ufficio Stampa

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Un mistero di nome Wanda e molto altro ancora. L’alpinista polacca Wanda Rutkiewicz ha cambiato la storia dell’alpinismo, almeno quella di un suo capitolo specifico. Si può dire che esista un prima e un dopo le sue grandi ascensioni. In particolare, la spedizione pianificata per raggiungere la cima del Kanchenjunga, con gli 8586 metri della sua vetta la terza montagna più alta della Terra. È proprio in quell’occasione che Rutkiewicz scompare mercoledì 13 maggio 1992. Il suo cadavere venne rinvenuto nel 1995 da un gruppo di alpinisti italiani sul versante opposto rispetto a quello lungo il quale la alpinista polacca era salita. Distribuito da NFilm e diretto dalla regista e alpinista Eliza Kubarska, il documentario “L’Ultima Spedizione - Il mistero di Wanda Rutkiewicz” (durata: 85 minuti) è promosso in dal Club Alpino Italiano ed esce lunedì 3 febbraio nei cinema dei tutto il nostro Paese. I soci CAI avranno diritto ad uno sconto speciale presentando la tessera in corso di validità.

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Nel lungometraggio la regista va alla ricerca cerca di prove relativa alla possibilità che Wanda Rutkiewicz abbia pianificato - attraverso una messinscena di un incidente - la sua scomparsa dal mondo e si stia nascondendo in un monastero tibetano. In particolare, la narrazione segue le sue tracce dal Nepal al Tibet, attraverso le vette più alte della catena himalayana, per scoprire cosa sia realmente accaduto. Il film documentario è costruito su due livelli narrativi: il primo riguarda appunto la ricerca della verità, il secondo livello è dedicato alla ricerca psicologica e alle sfide (oggettivamente fuori dal comune, su questo nessun dubbio) che Wanda ha affrontato, sia in montagna che nel quotidiano.

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Wanda Rutkiewicz è stata la prima donna europea a scalare l'Everest e anche la prima alpinista sul K2. Primati da inserire nel contesto di un ambiente (come quello dell’alpinismo) nel quale ancora una trentina d'anni fa (alla fine dell'attività sportiva di Rutkiewicz) le donne non godevano di particolare considerazione e tantomeno stima. A complicare ulteriormente le cose - ad un livello più generale - Wanda era in azione sulle montagne più alte del pianeta nell'era comunista, quando i cittadini polacchi non potevano disporre del passaporto e per loro viaggiare all'estero era quasi impossibile.

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Nonostante gli ostacoli, nel 1991 Wanda compie la sua ascesa solitaria dell'Annapurna. La sua riuscita sulla vetta dell’Ottomila “meno alto” della classica lista dei quattordici viene messa in dubbio dai suoi colleghi uomini al campo base e l'alpinista polacca viene accusata di frode. Nonostante sia successivamente scagionata da questa accusa, Wanda non riesce ad uscire dal cono d’ombra del dubbio e non riesce a convincere né gli sponsor né i colleghi nel suo paese a unirsi alla sua spedizione successiva.

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“Wanda Rutkiewicz è certamente un personaggio complesso: insofferente ma forte e decisa, con una grande passione per la montagna. Oltre a raccontarci delle sue imprese, Eliza Kubarska affronta il tema - ancora attuale - della difficoltà di una donna di entrare a far parte del mondo dell'alpinismo, che rimane prevalentemente maschile. Kubarska affronta anche tutte le ipotesi che sono state avanzate sulla misteriosa scomparsa di Wanda sul Kangchenjunga, compresa quella di essersi volontariamente dileguata per ritirarsi in un convento di monache buddiste. Insomma un film affascinante, ben costruito, che tratta argomenti sui quali possono aprirsi interessanti discussioni: un’opera da non perdere”. (Angelo Schena - componente aggiunto del Comitato direttivo centrale del CAI)

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