Il coro unanime che unisce allevatori, professionisti, proprietari e società di gestione degli ippodromi
Da quasi due mesi ormai l’ippica ha smesso di correre insieme ai suoi cavalli, trotto e galoppo bloccati dall’emergenza coronavirus. Una filiera, già provata dalla crisi, messa in ginocchio dallo stop dell’attività agonistica. Restrizioni che hanno accomunato quasi tutto il mondo ma che a breve saranno rimosse, la Germania sarà la prima a riprendere con le corse a porte chiuse, la Francia seguirà a ruota dall’11 maggio poi toccherà alla Gran Bretagna. In Italia si spinge per seguire le orme dei paesi ippicamente più evoluti. Il Ministero delle Politiche Agricole a cui é affidata la gestione della filiera ippica, corse comprese, ha chiesto al Governo di ridare ossigeno al settore, svincolandolo dai normali protocolli utilizzati per gli sport. Questo in virtù della natura squisitamente agricola dell'ippica.
Tornare in fretta a gareggiare per non compromettere un settore importante dell’agricoltura, correre sì ma in sicurezza, una sicurezza testata quotidianamente dagli uomini dei cavalli che mai hanno smesso di allenare e accudire i loro animali. Un lavoro mattutino che copia incolla verrebbe trasferito al pomeriggio per dar vita alle corse, con fattori di rischio persino inferiori garantiti dagli ampi spazi e dalle strutture degli ippodromi. Ritorno alla normalità, un coro unanime che unisce allevatori, professionisti, proprietari e società di gestione degli ippodromi
Mauro Biasuzzi - Presidente FEDERNAT (Federazione Nazionale Amatori Trotto)
“Sono meno rischiose le corse rispetto all’allenamento mattutino che è sempre stato garantito per non tenere fermi i cavalli che hanno bisogno di essere accuditi tutti i giorni. La ripresa deve avvenire il prima possibile, lo Stato cerchi di aiutarci, non può consentirci di mandare avanti l’allevamento e poi non metterci nelle condizioni di vendere i cavalli. L’ippica non è l’equitazione, il nostro lavoro fa parte della filiera dell’agricoltura”.
Pier Luigi D’Angelo - Presidente Ippodromi Partenopei
“Il primo pensiero va a chi non c’è più e a chi si trova sul campo di battaglia ma é necessario rimettere a regime le parti del Paese che funzionano, quelle dove il virus non ha attecchito. Il Covid-19 a Napoli ha infettato pochissime persone. I cavalli nell’Ippodromo di Agnano si allenano tutti i giorni, ci sono spazi enormi a disposizione per le 100 persone più i fornitori che si prendono cura dei 500 cavalli che sono qui. Allenamenti sì e corse a porte chiuse no? Che senso ha? L’unica differenza tra quello che succede al mattino e quello che avverrebbe al pomeriggio riguarda solo il numero che verrebbe sistemato sul dorso dei cavalli per correre. Per il resto non ci sarebbero differenze, anzi il numero delle persone presenti all’ippodromo sarebbe inferiore. Il bar è chiuso, il ristorante anche, è tutto sigillato. Rispettare le distanze non sarebbe un problema per driver, giuria, cameraman e addetti alle piste. Le corse devono ripartire subito anche perché in questo modo lo Stato potrebbe tornare ad incassare con le scommesse”.
Isabella Bezzera - Presidente ANG (Associazione Nazionale Galoppo)
“Bisogna ripartire al più presto. L’ippica è gestita dal Ministero dell’Agricoltura, le corse non sono altro che l’ultimo atto della filiera che sta in piedi solo se vengono garantite le competizioni. I cavalli e gli uomini che lavorano nelle scuderie di trotto e galoppo stanno continuando ad allenare i cavalli seguendo le norme di sicurezza, per fare le corse non serve altro che riportare al pomeriggio quello che viene fatto al mattino. Le tutele sarebbero persino maggiori visto che un ippodromo occupa 30-35 ettari di terreno su cui sarebbero impegnate poco più di un centinaio di persone. Capisco la paura del Governo ma la sicurezza è garantita, ci vuole buon senso, non si rischia nulla. I cavalli hanno una vita agonistica piuttosto breve e in questo modo viene compromessa. L’ippica italiana è sangue nobile, tradizione, se si continua in questo modo si dilapida tutto e tantissima gente perderà il posto di lavoro. Bisogna imitare la Francia che riaprirà le corse l’11 maggio, da noi si potrebbe partire qualche giorno prima sfruttando il week end, quindi il 9 e il 10 maggio”.