© Getty Images | Gregorio Paltrinieri
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La squadra azzurra ha superato il muro delle dieci medaglie attendendo alcuni dei big del nostro movimento
di Marco Cangelli© Getty Images | Gregorio Paltrinieri
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Tanto bella quanto pericolosa, una rosa rossa può fare molto male se non si pone attenzione alle spine più nascoste. E' un po' il pericolo che l'Italia del nuoto rischia di incorrere dopo i trionfali Mondiali andati in scena a Doha (Qatar) e che ha visto la squadra azzurra cogliere dodici medaglie nonostante l'assenza di qualche big e qualche atleta uscito ridimensionato dopo un'edizione insolitamente invernale e con le Olimpiadi alle porte. Una competizione utile per testare il polso al movimento natatorio, ma soprattutto dei più giovani che in qualche caso hanno tirato fuori il coniglio dal cilindro.
Se ci sono due atleti da cui partire per la spedizione parigina sono sicuramente Simona Quadarella e Nicolò Martinenghi che, in un contesto comunque di alto livello, hanno dimostrato di poter prendersi letteralmente sulle spalle una Nazionale giovane e a tratti spavalda. Nonostante rispettivamente abbiano venticinque e ventiquattro anni, la romana e il varesino sono dei veterani per questo sport e la dimostrazione è arrivata fra le corsie dell'Aspire Dome dove l'azzurra ha conquistato due ori negli 800 e nei 1500 metri, mentre il lombardo è stato l'asse portante della rana.
Il loro percorso è per certi versi diverso: Quadarella arrivava a Doha dopo un Europeo in vasca corta al di sotto delle aspettative e con il pass per Parigi ancora da certificare, Martinenghi invece giungeva con il vento in poppa complice tre ori e un argento nei 100 alle spalle soltanto dell'olandese Arno Kamminga. Sfruttando al meglio l'assenza dell'americana Katie Ledecky (favorita numero 1 in vista della sfida a Cinque Cerchi), Simona ha dimostrato di aver ritrovato una solidità fisica e mentale complice anche gli intensi allenamenti con Christian Minotti vincendo così due titoli, cosa che non accadeva dai tempi di Federica Pellegrini.
Nicolò invece non si è mai arreso nonostante l'esplosione dell'americano Nic Fink nei 100 e dell'australiano Sam Williamson nei 50, ma superando soprattutto avversari continentali come Kamminga e il rientrante Adam Peaty ottenendo così due argenti e un bronzo in staffetta che ha certificato come Martinenghi non senta letteralmente la fatica e come si prepari a una nuova Olimpiade da protagonista, magari accompagnato nella rana da un Simone Cerasuolo in grande crescita.
A differenza di molti sui colleghi, Alberto Razzetti è esploso tardi diventando però uno dei pilastri di questa Nazionale, soprattutto per il settore misti. Il 24enne ligure rappresenta per certi versi uno dei nuotatori più versatili del nostro movimento ricordando per certi versi le imprese di Massimiliano Rosolino a Sidney 2000.
Se il carattere è diverso, una cosa lo accomuna al fuoriclasse napoletano: l'attaccamento al costume azzurro e la voglia di scendere in acqua non appena compaia l'occasione. Basti vedere la scelta di affrontare i 400 metri all'ultima giornata dopo aver ottenuto l'argento nei 200 farfalla e il bronzo sui misti nella medesima distanza. Per non parlare proprio di queste due gare con la scelta di affrontare dopo essersi messo al collo il metallo meno prestigioso per affrontare una semifinale complicata.
Per diventare a tutti gli effetti quell'atleta che può esser messo dovunque e ottenere in qualsiasi caso risultati, il genovese dovrà migliorare nel dorso, unico neo per uno stakanovista dalle mille doti.
Dove ci si aspettava di più, forse molto di più, è il settore velocità che trema sotto i colpi del cinese Pan Zhanle, capace di strappare il record del mondo nei 100 metri stile libero all'enfant prodige rumeno David Popovici (grande assente della manifestazione) grazie a una staffetta prodigiosa.
L'unico in grado almeno di impensierirlo è stato Alessandro Miressi che ha sfoderato una vasca di ritorno sontuosa ottenendo un argento prezioso, soprattutto se confermato nella vasca francese. Il 24enne torinese è stato utile anche in staffetta per il bronzo nella 4x100 misti e l'argento nei 4x100 stile, ma ciò non basta per un movimento da cui si aspettava molto di più. Il pass per la sfida a cinque cerchi non basta per giustificare la mancata qualificazione di Alessandro Zazzeri nella finale dei 50 e quella di Manuel Frigo nei 100, ma soprattutto il calo di Leonardo Deplano nella vasca unica che potrebbe pesare anche nelle prove a squadre.
Servirà una revisione completa in vista del futuro come in campo femminile dove manchiamo ormai da tempo. Non basta piazzare Chiara Tarantino dovunque per trovare una soluzione a una matassa difficile da sbrogliare. Servirà un netto cambio dalle più giovani a partire da Sara Morini di cui tanto bene si parla oltre ad attendere la comparsa sulle scene più prestigiose di Sara Curtis, da molti vista come la panacea a tutti i mali, ma spendibile con ogni probabilità soltanto a partire da Los Angeles 2028.
Possono bastare due medaglie di bronzo per salvare una spedizione? Se ti chiami Benedetta Pilato oppure Gregorio Paltrinieri la risposta è no. La 19enne tarantina è apparsa scarica, probabilmente a causa di una preparazione deficitaria che le ha impedito di presentarsi in Qatar nelle migliori delle condizioni. Tutto ciò si è visto nei 100 rana, specialità olimpica dove l'azzurra è uscita in semifinale senza apparire mai in grado di giocarsi una medaglia. Una spia che è suonata immediatamente complice soprattutto il netto calo negli ultimi 25 metri e l'eliminazione patita contemporaneamente con Arianna Castiglioni. Il bronzo nel "catino di casa" dei 50 non è bastato per evitare di preoccuparsi in vista di Parigi complice l'assenza di questa gara nel programma olimpico, ma soprattutto complice un'involuzione emersa nell'ultimo anno.
Un discorso simile si può fare per "SuperGreg" che a differenza della collega inizia a sentire le primavere pesare sulle sue spalle oltre alla scelta di puntare sia sul nuoto in vasca che in quello in acque libere. Il doppio impegno non ha fatto bene al carpigiano che ha provato a far saltare il banco negli 800 dove è stato bruciato allo sprint prima di uscire di scena anzitempo nei 1500 metri con il rammarico di aver sottovalutato l'impegno. Abbiamo imparato a conoscere le sue magiche "resurrezioni" in vista degli impegni olimpici, ma questa volta servirà una vera svolta.
La stessa che è necessaria per la punta di diamante del nuoto italiano, Thomas Ceccon che ai Mondiali ha deciso di non partecipare. Una decisione frutto della delusione per gli Europei in vasca corta dove il Var lo ha colpito più e più volte, ma soprattutto di alcuni "mal di pancia" in seno alla Nazionale che rischiano di farci perdere uno dei più grandi talenti degli ultimi anni. Se Razzetti è poliedrico, lui probabilmente lo è di più, ma per pensare di consacrarsi a Parigi dovrà far pace con quella nomea di "genio e sregolatezza".
Per quanto possa essere criticata, la scelta di Cesare Butini di puntare su una serie di giovani debuttanti a lungo andare ha pagato. Basti vedere il caso di Sara Franceschi, un po' più anziana rispetto ad altri, ma spesso sottovalutata dalle colleghe. L'atleta delle Fiamme Gialle non se n'è curata dei giudizi della vigilia e nei 400 misti ha tirato fuori l'asso dalla manica aggiudicandosi un bronzo che ha quasi del rammarico se si pensasse alla prestazione di Sara Franceschi sino ai 300 metri, transitato al comando in vista dello stile libero.
Meno esperti sono sicuramente Michele Lamberti e Gianmarco Sansone con il bresciano che è finalmente uscito dalla dimensione europea e si è dimostrato solidissimo nel dorso grazie a una costanza che in molti gli invidierebbero. In rampa di lancio invece il toscano che a 23 anni ha ottenuto l'accesso alla semifinale nella farfalla, ma soprattutto un bronzo nella staffetta mista, consolidata proprio grazie al suo apporto. Ora ci saranno i Campionati Italiani Primaverili a Riccione. Chissà che non arrivi qualche nuova sorpresa e che a Parigi ci si possa presentare per fare la voce grossa.