Italia d'argento nel programma tecnico di nuoto artistico ai Mondiali di Fukuoka
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La 30enne genovese è chiamata a guidare la Nazionale a Parigi nel duo e nella prova a squadre
di Marco CangelliLinda Cerruti ha visto il nuoto artistico cambiare ed evolversi, non solo per i cambi di denominazione e regolamento. La disciplina ha preso sempre più piede, soprattutto in Italia dove, rispetto a quattordici anni fa quando la 30enne genovese faceva il proprio esordio in Nazionale, il movimento si è ampliato raggiungendo l'apice con i due argenti ai Mondiali 2023 in campo femminile e l'oro di Giorgio Minisini a Doha 2024 in quello maschile.
Nel frattempo la sincronetta della Marina Militare è cresciuta di pari passo con l'intero settore mettendosi al collo sei medaglie iridate e ventidue europee con l'obiettivo di prendere parte alla sua terza Olimpiade in carriera e guidare l'Italia a un nuovo sogno a cinque cerchi. Un traguardo che l'atleta tesserata per la Rari Nantes Savona proverà a raggiungere in coppia con Lucrezia Ruggiero nel duo e con le altre azzurre nella prova a squadre in programma all'Acquatics Centre di Parigi.
Come state preparando le Olimpiadi?
Ci siamo qualificate con il doppio e con la squadra facendo moltissimo allenamento. Adesso è il momento di perfezionare le coreografie quindi serve la pulizia del gesto e trovare la sincronia degli angoli. La nostra giornata inizia svegliandoci alle 7 e prosegue con la palestra alle 8.30 fino a circa le 10 quando scendiamo in acqua e ci rimaniamo sino alle 14 se si eccettua una piccola pausa per fare merenda. Pranziamo e riposiamo prima rientrare in vasca alle 17 e fare altre tre ore dove cerchiamo di concentrarci sugli esercizi che non sono andati molto bene, lavorando di più con il doppio o con la squadra in base alle necessità. Tre volte a settimana c'è la fisioterapista e recuperiamo più velocemente.
Qual è il vostro obiettivo dopo i due argenti conquistati a Fukuoka durante i Mondiali 2023?
Io sono abbastanza scaramantica motivo per cui non voglio sbilanciarmi. Ci siamo comunque poste un obiettivo molto alto a fronte di un regolamento inserito due anni fa al fine di essere più obiettivo possibile. Queste norme ti consentono di andare molto in alto, ma al tempo stesso di crollare in fondo alla classifica se si fa anche un piccolissimo errore. Bisogna lavorare molto per evitare i base mark che, una volta in cui incappi, rischiano di affossarti e per questo stiamo puntando parecchio sul conservare l'intero coefficiente di difficoltà. Proporre esercizi così esigente ovviamente sono un'arma a doppio taglio: se fai bene vai in alto, se sbagli, rischi di cadere in basso.
Come vi state preparando in vista dell'esordio nel programma olimpico della routine acrobatica?
A differenza dei Mondiali o degli Europei dove i programmi tecnico e libero vengono divisi, alle Olimpiadi è una gara sola nel quale si sommano i punteggi delle due parti. L'acrobatica è un esercizio nuovo, molto divertente e molto spettacolare. Bisogna lavorarci molto perché, per il pubblico ci sono spinte stupende, ma al tempo stesso per una piccola banalità rischia di perdere punti. Stiamo lavorando molto a secco per migliorare la parte acrobatica puntando molto sulla saltatrice e sull'atleta addetta alle spinte in equilibrio oltre che con noi così da cercare di rafforzarci anche fuori dall'acqua. Nell'acrobatica si inseriscono sette spinte e stiamo valutando anche quali portare. Il regolamento è in continuo rinnovamento, motivo per cui bisognerà capire quale saranno le spinte più congeniali a noi.
Nelle gare in coppia siete cresciute parecchio come dimostrato dall’argento nel programma tecnico. Avete intenzione di portare novità nella coreografia, anche per recuperare nel libero?
Quest'anno ai Mondiali di Doha, che valeva anche per la qualificazione olimpica, non siamo riusciti a prepararci al meglio visto che sono rientrata a ridosso della competizione dopo essermi fatta male a dicembre. A quel punto l'obiettivo è passato dal puntare a una medaglia al cogliere il pass olimpico che è arrivato. A quel punto con Lucrezia Ruggiero abbiamo deciso di cambiare completamente l'esercizio del libero preparando una nuova routine che in questi giorni stiamo perfezionando. L'idea è di costruire un esercizio che possa essere al livello del doppio tecnico dove presenteremo anche in questo caso alcune novità. Bisogna lavorare tanto su entrambi visto che il doppio tecnico è la prima gara che ti dà la spinta per il libero sperando di ottenere un grande risultato.
In qualità di capitana della Nazionale, quale consigli sta offrendo alle sue compagne di squadra più giovani che affronteranno per la prima volta un’Olimpiade?
Siamo un bel gruppo e ci aiutiamo molto fra noi. Avere un gruppo così giovane è molto motivante per me anche perché porta entusiasmo, mentre io porto la mia esperienza. La preparazione per quest'Olimpiade è stata molto lunga perché, dopo i Mondiali a febbraio, abbiamo proseguito con la preparazione e lo faremo sino ad agosto. Le Olimpiadi non sono una gara come tutte le altre perché porta emozioni diverse e per questo va preparata soprattutto con entusiasmo, in particolare quando gli allenamenti sono un po' monotoni. Tutti gli sportivi dovrebbero vivere quest'esperienza nella vita e per questo è difficile da spiegare. Nonostante ciò bisognerebbe ricordare sempre dell'importanza che, quando la motivazione scema un po', è necessario stringere i denti e salire sul treno a cinque cerchi.
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Lei è molto impegnata nella promozione di uno sport che in passato ha dovuto far i conti con una serie di pregiudizi. Quanto hanno aiutato i risultati ottenuti negli ultimi anni per cambiare la situazione?
È uno sport costantemente in crescita, sia a livello mediatico che di conoscenza fra il grande pubblico. Quando sono entrata in Nazionale nel 2010 se parlavo di nuoto sincronizzato, mi chiedevano cosa fosse per non dire che lo accostavano all'acquagym. Oggi se parlo di sincronizzato, mi correggono immediatamente ricordandomi che si chiama nuoto artistico. Un grande aiuto sono stati gli Europei di Roma 2022 che è stata la miglior edizione per il mondo natatorio nostrano giocando anche in casa. Avere fan che ti seguono e magari mi scrivono sui social dicendomi che un giorno vorrebbero diventare come me, sinceramente è qualcosa che mi dà grande carica.
Guardando al futuro, ha intenzione di andare avanti sino a Los Angeles 2028?
Sono abbastanza "vecchietta" visto che quest'anno compirò 31 anni. Non mi sento di dire che sarà la mia ultima Olimpiade perché dopo Rio pensavo che sarebbe stata l'unica e dopo Tokyo che sarebbe stata l'ultima. Per questo motivo dopo Parigi non mi voglio porre limiti, anche se inizio a essere grande. In questo momento non voglio pensare al futuro, preferisco concentrarmi nel dare il massimo alle Olimpiadi e poi al resto ci penseremo quando saremo tornati.