Il fuoriclasse americano si è espresso in merito alla situazione riguardante i ventitré nuotatori cinesi risultati positivi nel 2021 alla trimetazidina
di Marco Cangelli© Getty Images
Continua la polemica sull'Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) in merito alla presenza di undici nuotatori cinesi alle Olimpiadi Estive di Parigi 2024, risultati positivi nel 2021 alla trimetazidina senza essere sanzionati né dalla federazione asiatica che dall'ente internazionale. A intervenire sulla vicenda è stato il campione americano Michael Phelps che ha espresso tutte le proprie perplessità davanti alla sottocommissione di Sorveglianza e Controllo del Congresso statunitense mettendo in dubbio la validità della WADA.
"Esorto il Congresso a utilizzare la sua notevole influenza sulla WADA per rendere l'organizzazione indipendente ed efficace. Non può essere una coincidenza che la WADA abbia ceduto ancora una volta alle pressioni dello sport internazionale, a scapito dell'atleta - ha commentato la leggenda del nuoto mondiale -. Come atleti, non possiamo più fidarci ciecamente dell'Agenzia mondiale antidoping, che dimostra continuamente di essere incapace o riluttante a far rispettare le sue politiche in modo coerente in tutto il mondo".
Come emerso da un'inchiesta del New York Times in collaborazione con l'emittente tedesca ARD, la WADA avrebbe accettato le spiegazioni provenienti dalla Cina secondo cui ventitré nuotatori sarebbero stati trovati positivi alla sostanza a causa della contaminazione del cibo servito in un hotel. Diversi di questi atleti avevano poi vinto medaglie alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e undici di loro saranno in acqua anche a Parigi senza che l'agenzia internazionale si muovesse, lasciando così cadere ogni accusa.
Una decisione che non è andata giù nemmeno ad Allison Schmitt, vincitrice di quattro ori fra Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016, ma soprattutto testimone di quanto stava accadendo attorno a lei come spiegato al Congresso davanti al quale ha spiegato come durante la sua carriera avesse sentito "voci di doping da parte della squadra cinese" senza però dargli peso. "Ma oggi, dopo aver saputo che la staffetta cinese era composta da atleti che non avevano scontato una squalifica, ho dei dubbi. Chiedo, a nome degli atleti americani, la responsabilità della WADA e del sistema globale antidoping" ha concluso l'atleta americana.