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Scandalo nel nuoto cinese: vinsero alle Olimpiadi nonostante la positività all'antidoping

La vicenda è stata portata alla luce da un'inchiesta del New York Times svolta insieme all'emittente pubblica tedesca ARD che ha evidenziato ventitrè nomi provenienti dal paese asiatico

di Marco Cangelli
23 Apr 2024 - 12:26
 © Getty Images

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Sarebbero ventitré gli atleti cinesi coinvolti nell'inchiesta svolta dal New York Times insieme all’emittente pubblica tedesca ARD che hanno sconvolto il mondo del nuoto. I due media hanno espresso una lunga lista di campioni che sarebbero risultati positivi al controllo antidoping condotto pochi mesi prima delle Olimpiadi Estive di Tokyo 2020 e che avrebbero centrato una serie di medaglie fra cui tre ori. 

A Zhang Yufei, Wang Shun, Qin Haiyang, Wang Yichun, Yu Yiting, Yang Junxuan, Yan Zibei, Wang Jianjiahe, Xuwei Peng, Ge Chutong, Sun Jiajun, Yu Hexin, Fei Liwei, He Junyi, Chen Juner, Zhang Ziyang, Cheng Long, Wang Xueer, Lin Tao, Shen Jiahao, Wang Yutian, Wang Zhou e Zhang Ruixuan vennero riscontrate tracce di trimetazidina (TMZ) nelle urine, un farmaco per il cuore che può migliorare le prestazioni sportive aiutando con la forza, la resistenza e i tempi di recupero e per questo motivo vietato per l'utilizzo sportivo.

L’indagine condotta dall’autorità cinese antidoping (Chinada) concluse che la sostanza fosse presente nelle urine dei nuotatori per via di una contaminazione alimentare nella cucina di un albergo in cui avevano soggiornato. Le autorità cinesi dissero che tracce di TMZ erano state trovate due mesi dopo i test positivi nei lavandini, nelle cappe e sugli utensili della cucina del Huayang Holiday Hotel di Shijiazhuang, dove si erano svolti i test tra il dicembre 2020 e il gennaio 2021, non fornendo spiegazioni su come la sostanza giunse fin lì nonostante sia fornito in pillole. 

L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) accettò la decisione spiegando come non fosse possibile svolgere indagini sul campo in Cina a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Coronavirus confermando di fatto la tesi della contaminazione e permettendo a Zhang Yufei di conquistare quattro medaglie alle Olimpiadi, a Wang Shun di vincere l'oro nei 200 metri misti, e Qin Haiyang di stabilire lo scorso anno il record del mondo nei 200 metri dorso. 

La situazione ha scatenato una serie di reazioni da parte dei diretti avversari a partire dal fuoriclasse inglese Adam Peaty che ha espresso la propria amarezza su Twitter: "Chi trae davvero vantaggio dalla mancanza di trasparenza e segretezza? Che fine ha fatto la responsabilità oggettiva? Che qualcuno ne tragga vantaggio o meno, di sicuro a queste dimensioni si dimostra che è sistematico? La WADA è davvero deludente“. Sulla testa linea d'onda anche il connazionale James Guy a cui ha fatto eco la campionessa americana della rana Lilly King: “Non ci sono parole. Il cuore spezzato per i nostri atleti puliti e la frustrazione per il sistema che li ha delusi“. 

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