La Iba dice sì al ritorno alle competizioni con le loro bandiere e i loro inni: "La politica non dovrebbe avere alcuna influenza nello sport, a tutti gli atleti dovrebbero essere date condizioni uguali"
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La boxe olimpica sfida apertamente il Cio e riammette alle competizioni gli atleti russi e bielorussi esclusi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Il consiglio di amministrazione dell'International Boxing Association, (Iba) ha deciso di consentire con effetto immediato ai pugili sospesi di tornare alle competizioni con le loro bandiere e i loro inni. "La politica non dovrebbe avere alcuna influenza nello sport, a tutti gli atleti dovrebbero essere date condizioni uguali - si legge in un comunicato -Nel rispetto della propria autonomia, la federazione rimarrà politicamente neutrale e indipendente, chiede la pace e resterà un pacificatore in tutti i conflitti. Inoltre, la federazione ha l'obbligo di garantire parità di trattamento nei confronti degli atleti e degli ufficiali di gara, indipendentemente dalla loro nazionalità e residenza".
Una decisione che non sorprende più di tanto, visto che il presidente della Iba è il russo Umar Kremlev e il principale sponsor è il colosso energetico Gazprom. Dal 2019 il Cio ha sospeso l'Iba (che in quel momento si chiamava Aiba), per via della corruzione dei giudici, dei match truccati e di una gestione finanziaria fallimentare, e questa decisione non farà che aumentare la tensione, tanto che a Los Angeles nel 2028 la boxe rischia di non andarci proprio.