Nostra intervista con uno dei grandi campioni all-time dell'arrampicata sportiva mondiale
di Stefano Gatti© Getty Images
Piedi per terra (anzi ben aderenti agli appigli) e una gran voglia di volare. Ci è sembrato questo il peccato originale di... Adam Ondra, la stella mondiale dell'arrampicata, letteralmente "appeso" alla dicotomia virtuosa nella quale è sfociata l'intervista esclusiva che in prossimità del suo trentaduesimo compleanno (cadrà - ma solo quello - mercoledì 5 febbraio), il fortissimo climber originario di Brno (Repubblica Ceca) ci ha concesso a margine della riuscitissima serata organizzata sotto Natale da La Sportiva nel megastore DF Sport Specialist di Lissone (ex Palazzo dello Sport) inaugurato la scorsa primavera alla periferia nord di Monza.
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SPORTMEDIASET: Adam, sei sempre molto popolare e richiesto. A questo proposito voglio chiederti subito se queste serate da bagno di folla ti piacciono oppure se al contrario ti pesano…
ONDRA: Ultimamente di serate ne faccio poche perché - oltre che all'arrampicata naturalmente - mi sono ripromesso di dedicare più tempo alla mia famiglia. Poche conferenze allora ma buone e soprattutto divertenti, perché di tutte le mie attività collaterali alla pratica sportiva vera e propria le serate divulgative rappresentano il lato più interessante, quello che mi permette di condividere con il pubblico la passione per l’arrampicata, che per me è lo sport più cool e più bello del mondo!
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SPORTMEDIASET: In cosa consiste esattamente il tuo contributo alla realizzazione delle scarpette Ondra Comp di La Sportiva che sono la grande novità dell'arrampicata sportiva e che sono state al centro dello Smedging Tour di questo finale di stagione?
ONDRA: In realtà Ondra Comp nascono proprio da una mia idea! Ero fermamente convinto che La Sportiva avesse bisogno di un prodotto specifico per il boulder indoor che - al di là delle gare - è la disciplina cresciuta di più in tempi recenti ed esercita un forte potere di attrazione soprattutto sui praticanti più giovani dell’arrampicata. Lo stile che caratterizza il boulder indoor è molto diverso da quello che conosco io e - nell’ambito agonistico - prevede un modo completamente diverso di mettere i piedi sugli appoggi. Dall’alto della mia esperienza però ho ritenuto di poter dare i suggerimenti giusti per poter stare con i piedi a spalmo sugli appigli e sui piedini svasi (un particolare tipo di prese da arrampicata, ndr) più piccoli. Queste erano le priorità sul piatto.
SPORTMEDIASET: Tu sei originario di Brno, la bella e storica città della Moravia nelle cui vicinanze sorge un autodromo che ospita tra l’altro il Gran Premio della Repubblica Ceca della MotoGP. Nel motorsport l’aderenza degli pneumatici all’asfalto (il cosiddetto grip) è decisivo per la performance. Ha senso fare un parallelo con l’arrampicata?
ONDRA: Beh, ci sono dei punti di contatto ma una fondamentale differenza: di base nel motorsport la gomma per raggiungere il più alto grado di efficacia deve essere calda calda calda! In arrampicata le cose stanno in un altro modo, a meno che la temperatura ambientale non sia veramente bassa, vicino allo zero o anche sotto. Se però ci sono trenta gradi, la gomma calda perde efficacia e smette di funzionare. Al di là di questo, molti pensano che la gomma sia la parte più importante di una scarpetta da arrampicata. Io però non la penso così. Okay, è importante ma la sua forma e la sua struttura generale lo sono molto di più!
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Nel 2024 ormai alle spalle Ondra ha rappresentato il suo Paese ai Giochi Olimpici di Parigi della scorsa estate, dove l'arrampicata sportiva è stata confermata dopo l'esordio dei Giochi di Tokyo 2020, che si sono svolti in realtà l'anno successivo a causa dell'emergenza sanitaria mondiale. Forte di un palmarès praticamente inarrivabile a livello di Coppa del Mondo, Campionati Europei e Mondiali, nella dimensione a cinque cerchi Adam non è riuscito ad andare a medaglia (né in Giappone tre anni nel 2021 né la scorsa estate nella capitale francese), ottenendo in entrambe le occasioni il sesto posto finale: a Tokyo nell'unica gara prevista (la combinata delle tre specialità speed, boulder e lead), a Parigi in quella che sommava i risultati di boulder e lead, mentre la speed ha fatto in quest'ultima occasione gara (e storia) a sé.
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L'arrampicata sembra insomma essere entrata nel programma olimpico con scarso... tempismo rispetto alle ambizioni di Ondra, il quale infatti (così almeno abbiamo interpretato la seconda parte della nostra intervista) "apre" ad una finale di carriera più... completo rispetto alle sole competizioni sulle pareti artificiali.
SPORTMEDIASET: A questo punto della tua carriera, quanto è importante la parte agonistica della tua attività sportiva sulle vie artificiali e quanto invece il semplice piacere di mettere le mani sulla roccia e arrampicare in ambiente? Esiste un rapporto virtuoso?
ONDRA: Mah sai, io arrampico a tempo pieno. Quando faccio gare è uno sport, il divertimento non conta. Okay, non nego che divertirsi sia un buon "trucco" per ottenere una performance migliore nelle competizioni ufficiali. In questo senso, diventa ancora più importante arrampicare su roccia in ambiente per il solo piacere di farlo, senza pensare alla prestazione. Dal mio punto di vista, questo equilibrio e questa distinzione sono basilari, però conosco colleghi che la pensano diversamente e non avvertono tutta questa necessità di andare ad arrampicare in ambiente solo per divertimento.
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SPORTMEDIASET: Tra i tuoi avversari nelle competizioni, ne puoi nominare uno dal quale hai imparato di più e poi il talento più promettente per il futuro del tuo sport?
ONDRA: Per quanto riguarda la prima parte della tua domanda sicuramente il nome che mi viene subito in mente è quello dell'austriaco Jakob Schubert: è il mio rivale da tanti anni! Affrontarlo in gara mi dà sempre una bella motivazione per continuare a gareggiare. Guardando avanti, l’atleta più impressionante che abbia mai visto è forse Sorato Anraku, un climber prodigio giapponese che fa solo gare e ancora non scala in ambiente. Sarei proprio curioso di vederlo in azione sulla roccia, per vedere di cosa è capace.
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Prima di tornare all'intervista con Adam, ricordiamo che a Parigi Anraku ha conquistato la medaglia d'argento nella combinata boulder e lead davanti a Schubert e alle spalle della medaglia d'oro Tony Roberts (Inghilterra), imitato quest’ultimo nella prova speed dall'indonesiano Leonardo Veddriq, oro appunto davanti al cinese Wu Peng e allo staunitense Sam Watson (sesto il nostro Matteo Zurloni).
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SPORTMEDIASET: È piuttosto evidente che l’arrampicata, le gare, le serate e la famiglia occupano tutto il tuo tempo ma se per ipotesi te ne avanzasse almeno un po’, esiste un altro sport - di montagna ma non solo - che hai praticato in passato e vorresti tornare a praticare o magari uno che ti piacerebbe scoprire e magari fare ad un buon livello?
ONDRA: Preferisco concentrarmi solo sull’arrampicata perché se voglio restare ad altissimo livello, come hai detto tu davvero non mi resta tempo per fare altro. Da bambino ero piuttosto bravo con lo snowboard, l’unico altro sport che abbia praticato ad un certo livello. In futuro invece... devo ammettere che mi stuzzica il paragliding. Mi piacerebbe imparare a volare!
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Non c'è che dire: una conclusione-shock per la nostra intervista con Adam, se è vero che in arrampicata "volare" è sinonimo di "fallire"! Tempo al tempo Adam: resta ancora saldamente ancorato alle prese, che siano quelle artificiali di una palestra piuttosto che quelle di vera roccia delle falesie. Competizione o divertimento che sia, hai ancora tanto da scalare e da scriverre, da dare e da raccontare!
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