Le parole dopo la sospensione di sei mesi per l'aggressione agli arbitri dopo il quarto olimpico contro l'Ungheria
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"Noi non siamo violenti e non siamo una squadra che non sa perdere, abbiamo sempre fatto i complimenti a tutti. In questo caso si è trattato dell'errore più clamoroso da quando faccio pallanuoto, cioè da 45 anni. Di conseguenza c'è stata una reazione emotiva, pacata e civile che ha violato delle norme. Siamo consapevoli che la punizione è giusta". Lo ha detto a LaPresse il ct del Settebello Sandro Campagna tornando sulla squalifica di sei mesi inflitta alla nazionale maschile di pallanuoto da parte dell'Aquatics Integrity Tour per la protesta avvenuta alle Olimpiadi di Parigi dopo la sconfitta ai quarti di finale con l'Ungheria.
"Non c'è stata una aggressione fisica, c'è stata una contestazione dura ma verbale - ha aggiunto il ct raccontando la sua versione - Quando i giocatori hanno visto gli arbitri c'è stata una contestazione verbale. A un certo punto gli arbitri se ne sono andati verso la porta per rientrare in piscina, lì c'era una strettoia e le persone si sono accalcate alla porta. Non c'è stato niente, nel frattempo una persona ha ripreso la scena, per cui un giocatore gli stava prendendo il telefono".
A quel punto Campagna ha spiegato di esser sceso dal pullman in cui si trovava e di essersi diretto verso questo delegato dell'Integrity Unit. "Gli ho detto di cercare di capire il nostro stato d'animo, avevamo subito una ingiustizia enorme, poi ho calmato i giocatori e ce ne siamo andati - ha concluso - Tutto questo episodio sarà durato 30 secondi".
Lo stop di sei mesi impedirà agli azzurri di partecipare alla World Cup ma non al Mondiale del 2025 in programma la prossima estate a Singapore. "Ci prendiamo questi sei mesi, addà passà 'a nuttata", ha concluso Campagna.