L'ex presidente dei Ragni di Lecco si prepara ad accogliere i sei finalisti del CAI Eagle Team
di Stefano GattiProgettualità e improvvisazione: come sempre Matteo Della Bordella non si fa (e non ci fa!) mancare nulla. Prima di tornare a indossare i panni di supertutor dei ragazzi del CAI Eagle Team (la fase operativa scatta giovedì 30 gennaio), il quarantenne alpinista varesino si è lasciare tentare da un fuoriprogramma verticale insieme al compagno di scalate Matteo "Giga" De Zaiacomo, da poco meno di un anno presidente dei Ragni di Lecco, carica che lo stesso MDB ha rivestito nel recente passato all'interno del sodalizio lecchese dei "maglioni rossi" (tra i due Matteo la prestigiosa responsabilità è toccata a Luca Schiera).
Della Bordella e De Zaiacomo non hanno saputo resistere al richiamo della roccia e nel caso specifico al granito rosso del Cerro Piergiorgio. Come è andata l'estemporanea avventura lo ha raccontato lo stesso Della Bordella (vedi qui sotto) sui suoi canali social. Prima di lasciarvi alle sue parole, ricordiamo che MDB si trova in Patagonia già da alcune settimane e che nella prima metà di gennaio il "nostro" ha realizzato con Mirco Grasso e Alessandro Baù l'apertura di una nuova via battezzata Quién sigue?" ("Sotto a chi tocca") sulla impegnativa parete est dell'Aguja Val Biois, nel gruppo del Fitz Roy.
Ecco allora il racconto di Della Bordella:
È stato un vero piacere scalare di nuovo assieme al grande "Giga" De Zaiacom sulle montagne della Patagonia. L'ultima volta insieme era stata tre anni fa, sulla nostra "Brothers In Arms" al Cerro Torre (la cordata era completata da David Bacci, ndr). Decidiamo di visitare uno dei luoghi meno frequentati e più remoti del massiccio, incaminandoci nella valle del Ghiacciaio Marconi Sur, che si chiude con l'impressionante muraglia del Cerro Piergiorgio. Arrivati al nostro campo base, balza subito agli occhi di entrambi una linea troppo bella per non essere ancora stata salita, su una cima chiamata "El Tridente".
Stravolgiamo così i nostri piani e ci lasciamo guidare dall'istinto: fessure perfette e roccia lavorata a "knobs" ci indicano la via verso l'alto per circa duecento metri, fino a quando... per pochi metri la fessura si chiude e diventa sottilissima, esigendo da noi il prezzo della nostra... improvvisazione. Ci manca infatti il materiale adatto (martello e chiodi) per superare questo breve tratto. Torniamo alla base sconfitti, ma soddisfatti di averci provato e soprattutto felici per aver condiviso ancora una volta giornate intense in un luogo per entrambi praticamente sconosciuto. Per "Giga" è la conclusione di questa sua "toccata e fuga" in Patagonia, per me invece è arrivato il momento di recuperare le energie e attendere con ansia l'arrivo dei ragazzi del Cai Eagle Team! (Matteo Della Bordella)