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INTERVISTA ESCLUSIVA

SailGP, James Spithill lancia il primo team italiano: "Abbiamo più certezze rispetto all'America's Cup"

L'ex timoniere di Luna Rossa è pronto a scendere in acqua con il Red Bull Italy SailGP Team

di Marco Cangelli
21 Nov 2024 - 15:36
 © Naim Chidiac / Red Bull Content Pool

© Naim Chidiac / Red Bull Content Pool

L'Italia sbarca ufficialmente in SailGP e l'uomo simbolo di questo progetto è senza dubbio James Spithill. L'ex timoniere di Luna Rossa è stato fra i promotori del Red Bull Italy SailGP Team guidato da Ruggero Tita e da una serie di atleti provenienti dall'America's Cup che rendono la squadra una delle più affascinanti del circuito velistico. Una scelta avvenieristica, che ha spinto Spithill a lasciare la famiglia Bertelli per puntare sugli F50. 

Dopo l'esperienza con Luna Rossa, perché ha scelto di puntare sulla SailGP?

Penso che la SailGP sia la cosa più eccitante che sia arrivata nella vela. È la prima serie di regate globali che viene distribuita su una stagione regolare. E, se si guarda alle competizioni sportive di maggior successo fuori da questo mondo, che sia la Premier League di calcio, la NFL, la NBA, l'ingrediente chiave per questi eventi è la partecipazione di tutti. È quindi necessario sapere quali siano le sedi di gara, stipulare accordi di trasmissione a lungo termine e al tempo stesso costruire franchise. Ho amato affrontare l'America's Cup, ma la più grande frustrazione è non sapere mai quali siano le regole e dove si terrà il prossimo evento. Dove sarà la prossima? Nessuno lo sa. Che tipologie di barche verranno utilizzate? Non si sa nemmeno quello. Quando sarà? Quali sono le regole? È un mistero. Per questo penso che sia qualcosa di unico, ma al tempo stesso che sia particolarmente difficile perché non si può avere una stagione regolare e dare un vero valore alla stessa. Se invece guardi la SailGP, si è appena conclusa la quarta stagione e gli ascolti TV sono al top. Quest'anno sono in programma quattordici eventi e per i tifosi è importante avere una stagione regolare. I fan non vogliono attendere tre o quattro anni per questi eventi. Motivo per cui credo che la SailGP possa essere la cosa più importante che potesse accadere a questo sport e, ancora una volta, i numeri non mentono.

Qual è il segreto del successo di questa competizione?

Se guardi al numero di trasmissioni, alla valutazione dei media, alle impressioni, noti come sia un momento molto emozionante per tutti, uomini e donne che competono in questa kermesse. Credo che il punto chiave siano le regate di flotta. Se prendi una gara di soli due concorrenti, non appena uno si porta avanti, si perde l'emozione. Il bello di avere più barche in gara, proprio come in MotoGp o in Formula 1, è che non appena uno si porta in testa, ci sono comunque molti altri duelli che vanno in scena lungo il percorso di gara. Voglio dire, abbiamo un pubblico enorme. Abbiamo un ambiente da stadio. E ciò funziona realmente in TV. 

Perchè ha deciso di gareggiare per l'Italia?

Avendo gareggiato già in SailGP con il team USA, sapevo che avrebbe avuto un grande seguito in Italia. Voglio dire, vivendo in Italia e gareggiando con Luna Rossa, ho visto quanta passione ci fosse nei tifosi. E poi quando gareggiavo in SailGP per gli Stati Uniti, prendevo parte alla tappa italiana a Taranto. Si trattava di un evento enorme, particolarmente affollato, uno dei più importanti della stagione, ma senza un team italiano. Per questo motivo ero consapevole che una squadra italiana in SailGP, come già accaduto con l'America's Cup, avrebbe avuto una fan base ampia, con moltissime persone che si sarebbero appassionate a questo evento. Ancora una volta, anche per noi, gli eventi europei sono una sorta di gare casalinghe. I fan italiani sono sempre i più numerosi, esprimono tutta la passione e l'amore per questo sport. L'ho vissuto con Luna Rossa, a Barcellona dove la fan base più grande era quella tricolore. Motivo per cui ho sfruttato l'opportunità di creare una squadra italiana, inserendo alcuni dei migliori talenti emergenti. Basti guardare a Ruggero Tita, Andrea Tesei, Giulia Fava. Di nuovo, se guardi i risultati alle Olimpiadi, in Youth America's Cup o in Women's America's Cup, Luna Rossa è sempre lì. Quindi, se metti insieme tutti gli ingredienti, era obbligatorio costruire una squadra italiana. 

A questo punto, sarà lei o Ruggero Tita a guidare l'imbarcazione?

Il timoniere sarà Ruggero. È un talento straordinario, chiaramente, avendo conquistato per due volte il titolo olimpico. Abbiamo lavorato insieme in Luna Rossa e ho visto di persona il suo talento. Per me è una stella emergente di questo sport e per questo motivo è la persona giusta per guidare il team. Io mi sto occupando della guida del team di cui sono uno dei fondatori e proprietari del team. Svolgerò un ruolo di riserva se dovesse esser necessario, ma l'idea è quella di far scendere in acqua Ruggero. Il piano a lungo termine è che questo team diventi interamente italiano, intanto, essendo nuovi, abbiamo la possibilità di sfruttare l'esperienza di Kyle Langford, a lungo trimmer dell'Australia SailGP Team. Ha vinto per tre volte l'America's Cup e una di queste l'abbiamo conquistata assieme così come diversi titoli mondiali. Kyle è una persona fantastica, ha una quantità d'esperienza importante che consentirà al nostro team di raggiungere velocemente squadre presenti da più tempo come la Nuova Zelanda, la Gran Bretagna o l'Australia. 

In SailGP ritroverai Checco Bruni. Hai condiviso con lui una lunga esperienza con Luna Rossa. Come sarà affrontarlo da avversario?

Sono molto emozionato, Checco era un fratello per me. Abbiamo condiviso alcune esperienze incredibili lavorando l'uno contro l'altro visto che abbiamo già gareggiato per altri team in SailGp. Checco ha trascorso un periodo nella seconda stagione con la squadra giapponese, mentre io avevo preso il controllo della squadra statunitense. In realtà ci sono molte persone che arrivano da Luna Rossa. Banalmente il design coordinator sarà il direttore sportivo del Brasile. È bello veder alcuni ex compagni di squadra in gara, anche perché la SailGp attira i migliori navigatori del mondo. La cosa più interessante è che tutti gareggiano con le medesime imbarcazioni, per cui non ci sono vantaggi. I dati sono pubblici e ognuno può vedere quelli degli altri. In America's Cup un team può avere dei vantaggi tecnici rispetto all'altro e questo riduce l'emozione, quindi vince chi ha il team migliore. 

Ci spiega come funzionano gli F50?

Penso che gli F50 siano veramente delle barche per velisti. Sai, su questa barca, non puoi navigare se sei un ciclista professionista. Devi esser un atleta fantastico dal punto di vista fisico, ma anche un grande velista. Non puoi sta seduto in posizione tutto il tempo, devi attraversare la barca. Questa barca è decisamente più difficile da gestire rispetto a qualsiasi altra tipologia. È molto manuale, vist che non ci sono input o automatizzazioni che ti possano aiutare. È molto fisica, ma al tempo stesso sa esser gratificante. Per condurla è necessario esser sia dei grandi atleti, ma anche dei grandi navigatori.

Tornerà a gareggiare in America's Cup?

Vedremo. Dopotutto dove si terrà la prossima America's Cup. Nessuno lo sa. Si crea un grande slancio per questo evento, però dopo mesi nessuno sa cosa stia accadendo. Non è l'unica competizione sportiva che si svolge su cicli così lunghi, basti vedere il Mondiale di calcio o le Olimpiadi. Eppure sappiamo perfettamente quando e dove si svolgeranno, in America's Cup tutto ciò non accade. Ho amato lavorare con Luna Rossa, è stato fantastico, ma da atleta vorresti sapere come si svolgerà una stagione, quale sarà il regolamento, quando si gareggerà e via discorrendo. E tutto ciò si vede in SailGP. L'America's Cup è un evento straordinario, con moltissima storia, ma è anche l'unico ad avere questa tipologia di regole. Ho un ottimo rapporto con Patrizio e Lorenzo (Bertelli, NdR), ma penso che la presenza del team RedBull SailGp sia la più grande opportunità che lo sport italiano possa trovare.

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