Il due volte campione olimpico debutterà con il Red Bull Italy SailGP Team
di Marco Cangelli© Naim Chidiac / Red Bull Content Pool
Ruggero Tita ha vissuto un 2024 particolarmente intenso, fra il titolo mondiale ottenuto nel Nacra 17, il bis alle Olimpiadi di Parigi e la convocazione per la spedizione di Luna Rossa in America's Cup. Il finanziere trentino non ha però intenzione di fermarsi ed è pronto ad affrontare una nuova avventura, la SailGP. Tita sarà infatti il timoniere del Red Bull Italy SailGP Team guidato da James Spithill con l'obiettivo di prepararsi agli appuntamenti che lo accompagneranno nel prossimo quadriennio verso Los Angeles 2028.
Un 2024 fantastico per lei con il titolo mondiale, l'oro olimpico, Luna Rossa e ora la SailGP. Come sta vivendo questo periodo?
È stato un anno splendido sia per me che per la vela italiana. Ora, come Italia, riusciremo finalmente a partecipare alla SailGP che è sempre stato uno dei miei sogni. Ci tengo particolarmente a queste regate, tanto che da tempo non mi perdo un weekend in televisione e questo sarà uno dei primi che vivrò da protagonista. Tutto ciò mi riempe veramente d'orgoglio.
Ritroverà molti compagni di squadra sul campo di gara, sia nel suo team che in quelli avversari
Abbiamo cercato di costruire un team più italiano possibile oltre a inserire una serie di figure particolarmente esperte. Abbiamo Jimmy (Spithill, NdR) che svolgerà il ruolo di CEO, che non si risparmia mai seguendoci in gommone, partecipando ai vari meeting e dandoci consigli interessanti per noi. Ci saranno inoltre Philippe Presti, coach di Luna Rossa, Kyle Langford, che ha vinto tre volte in SailGP con il team australiano. Gli italiani li conoscete già: Andrea Tesei, che svolgeva il compito di fly controller su Luna Rossa e che svolgerà da noi lo stesso ruolo; Enrico Voltolini che occuperà la posizione di G2 e Alex Sinclair, uno dei grinder più esperti del circuito. Sicuramente un team eccezionale in cui si inserisce alla perfezione anche Giulia Fava che ha vinto con Luna Rossa la Women's America's Cup. Ovviamente serviranno molte ore in acqua per fare un po' d'esperienza e riuscir a costruire il team affinché ogni membro sia parte integrante, puntando ad avvicinarsi al livello dei primi, visto ce abbiamo visto in acqua come sia altissimo e quanto sia difficile avvicinarli con le poche ore di allenamento che abbiamo alle spalle. L'idea è quella di immettere il massimo di energie in quest'avventura.
Quanto i lunghi mesi trascorsi fra Cagliari e Barcellona in America's Cup possono aiutarla? Cosa ne pensa di questo nuovo progetto?
Sicuramente tutto fa brodo, anche se qui parliamo di catamarani. Mi sento abbastanza forte visto che si parla comunque di barche highperformance e questo mi consentirà di mettere a disposizione tutta l'esperienza accumulata a favore di questo team.
In SailGp si svolge tutto molto rapidamente. Come funzionano le regate?
Sono regate da tredici-quindici minuti, per cui si tratta di prove molto rapide. Tanto fa la partenza perché, se riesci a scattare davanti, hai già una bella percentuale di sicurezza di ottenere un grande risultato. Sono regate in cui tutto può succedere in pochi decimi di secondo, vista che l'intensità è altissima. Bisogna saper prendere le decisioni giuste, nel momento giusto, il tutto lanciandosi alla perfezione dalla linea di partenza e poi navigare puliti. Ovviamente all'inizio non sarà semplice. Non dobbiamo dimenticare che i più esperti hanno tante ore di allenamento e questo gli regalerà un grande vantaggio. Arrivando qui il giovedì e gareggiare sino dal venerdì alla domenica, non ci saranno veri allenamenti. Gli allenamenti saranno le gare stesse.
Qual è stato il primo impatto con questa imbarcazione?
Sin dal primo giorno ci siamo resi conto che si trattava di una barca molto complessa e con cui è difficile navigare, molto più che con gli AC40 per far un paragone. I sei membri devono essere molto coesi, altrimenti non si riescono a portare a casa le manovre. La velocità della barca è strettamente correlata ai lavori del flow controller, del wind trimmer e del timoniere insieme. Sicuramente è una barca che richiede tante ore e quest'ultime non sono facili da ottenere. Per questo è importante imparare per crescere e mettere assieme tutti i tasselli per ottenere il miglior risultato possibile.
In funzione di queste difficoltà, più che alla stagione 2024-25, state già pensando al futuro?
Ovviamente non si è mai visto un team vincere alla prima stagione in SailGP, ma noi cercheremo di fare del nostro meglio sin da subito, anche se siamo consapevoli che il livello delle altre squadre è altissimo così come la capacità di manovrare in partenza. Noi dovremo sfruttare al meglio le occasioni di navigare che troveremo e imparare il più velocemente possibile così da poter dire presto la nostra.
Quali sono gli avversari che temete di più?
Non abbiamo avversari nello specifico nel senso che i nostri principali avversari siamo noi stessi, al fine di ottenere la migliore versione di noi stessi. Dobbiamo imparare il più possibile dai nostri errori con il supporto dei nostri coach e di Jimmy nel ruolo di CEO, dopodichè dovremo portare a casa sempre qualcosa in ogni singolo giorno che si scende in acqua.
Questa esperienza potrebbe aiutare a porre le basi per la campagna di Luna Rossa in vista della prossima America's Cup?
Assolutamente sì, sono convinto che la SailGp possa esser un'ottima piattaforma per preparare l'America's Cup. Abbiamo visto tutti come i principali big di America's Cup abbiano un team in SailGP, motivo per cui dovremo sfruttare la stessa per allenarci, migliorare e rimanere attivi dal punto di vista delle regate, al fine di farci trovare pronti nel momento in cui andrà in scena la prossima edizione della Coppa.
Quanto ha sofferto nel non poter gareggiare nell'ultima America's Cup?
Io arrivavo dall'oro olimpico, il momento più alto che un atleta possa vivere visto che il mondo è tutto intorno a te e c'è un grande entusiasmo. Il tutto si è schiantato con il fatto di esser in panchina con Luna Rossa e per questo non è stato un momento facile. Dall'altra parte mi sono rimboccato le maniche e mi sono detto: "Cosa posso fare per il team in questo momento? Qual è la cosa migliore? Era scendere in acqua e salire sul gommone. Quando i ragazzi si fermavano, con un tablet gli mostravo le varie situazioni, il vento, le mose degli avversari e via discorrendo. Ho quindi cercato il più possibile di dare una mano, anche se non direttamente in barca.
La vedremo impegnato ancora nei Nacra 17, in particolare in vista delle Olimpiadi di Los Angeles 2028?
Sì, anche se non sappiamo ancora con precisione le date di America's Cup quindi dovremo attendere di conoscere il calendario dei prossimi impegni. Sono però sicuro che le classi olimpiche abbiano ancora molto da darmi, quindi non si tratta sicuramente di un'avventura chiusa, anzi. I miei Nacra sono ora ricoverati in garage per l'inverno, ma sono pronti a tornare in acqua alla prima occasione disponibile.