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ALPINISMO

Ventisette tiri nella storia per Della Bordella, Eynard e Grasso in Patagonia

Il completamento della storica via ha degnamente "incorniciato" il progetto CAI Eagle Team

di Stefano Gatti
07 Mar 2025 - 15:28
 © CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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La cordata composta da Matteo Della Bordella, Dario Eynard e Mirco Grasso ha completato la salita della via Gringos Locos sulla parete nordovest del Cerro Piergiorgio (metri 2719) in Patagonia, nell'ambito della spedizione conclusiva del progetto CAI Eagle Team, della quale era fin dall'inizio il principale obiettivo alpinistico. Una realizzazione che non solo corona un’impresa alpinistica di altissimo livello, ma rappresenta anche il completamento di un sogno che ha preso forma nel 1995, quando Maurizio Giordani e Luca Maspes tentarono per la prima volta questo storico itinerario d'arrampicata.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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IL PROGETTO CAI EAGLE TEAM: FORMAZIONE E ALPINISMO D'ÉLITE

Il progetto CAI Eagle Team nasce da un'intuizione del Club Alpino Italiano e Club Alpino Accademico Italiano con Matteo Della Bordella, con l’intento di formare una futura generazione di alpinisti, portando giovani promettenti ad affrontare le montagne più difficili e affascinanti del mondo. La spedizione, arrivata alla conclusione di un percorso formativo durato due anni, ha avuto come obiettivo primario l’apprendimento in un ambiente estremo e il secondo, altrettanto fondamentale, quello di mettersi alla prova con scalate di altissimo livello. Tutto questo in Patagonia. La scelta del Cerro Piergiorgio, con la sua parete nord-ovest, ha incarnato perfettamente queste ambizioni.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Leader riconosciuto della spedizione, Della Bordella ha guidato sulle Ande un gruppo formato da giovani alpinisti, tra i quali il ventiquattrenne bergamasco Dario Eynard, al suo debutto in Patagonia, un’esperienza che ha segnato il suo “battesimo” nelle grandi montagne.

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GRINGOS LOCOS

La via Gringos Locos è una delle linee più difficili e affascinanti della Patagonia e nello specifico degli itinerari che corrono lungo l'immensa lastra di granito della parete nordovest del Cerro Piergiorgio, che deve il suo nome al missionario salesiano ed esploratore Alberto De Agostini che nel corso delle sue prime esplorazioni in zona nell'estate di novant'anni fa la intitolò a di Pier Giorgio Frassati, studente torinese e terziario domenicano scomparso venticinquenne dieci anni prima (esattamente un secolo fa) e beatificato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II. È considerato, ancorché non canonizzato, uno dei santi sociali torinesi. 

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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 Il primo a individuarla la via fu nel 1990 Maurizio Giordani che quello stesso anno ne intraprese un tentativo solitario, interrotto poco sotto metà parete, salendo però in quella occasione un settore della parete più a destra rispetto alla futura Gringos Locos, come ci ha precisato Luca Maspes. Un secondo tentativo venne portato avanti nel 1995 dallo stesso Giordani, questa volta in cordata proprio con lo stesso Maspes. Insieme i due salirono ventuno tiri, completando circa l'ottanta per cento della linea. Successivamente vennero portati avanti altri tentativi, tutti senza successo. L'ultimo nel 2018, quando Giordani, Mirco Grasso ed Hervé Barmasse furono costretti ad abbandonarlo a causa dalle condizioni climatiche proibitive.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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La via completata da Della Bordella, Eynard e Grasso (quest'ultimo si è aggiunto alla spedizione CAI Eagle Team a lavori in corso) si sviluppa per ventisette tiri ed è caratterizzata da un grado di difficoltà che raggiunge il 7b/A3. La sua difficoltà e il suo stile, che alterna tratti in libera a passaggi artificiali su skyhook, l’hanno resa una delle più ambite e difficili dell'intera Patagonia. L'itinerario portato a compimento da Della Bordella, Eynard e Grasso negli ultimi cinque tiri si ricongiunge alla via dei Ragni di Lecco - la Via de l'hermano - aperta nel 2008 da Hervé Barmasse e Christian Brenna.   

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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La salita ha richiesto grande impegno da parte della cordata, che ha sfruttato ogni finestra di bel tempo disponibile per completare la via. Nel corso del primo tentativo Matteo, Dario e Mirco hanno salito i primi quattordici tiri. Due settimane dopo, in un secondo tentativo, la cordata ha sfruttato una breve finestra di meteo favorevole ed è riuscita completare la salita. I tre si sono ritrovati a scalare in condizioni estreme. Durante la prima giornata gli ostacoli principali sono stati il forte vento e poi un tiro bagnato che hanno entrambi messo a dura prova la resistenza della cordata. Decisi però a provarci, i tre hanno trascorso la notte sulla portaledge per riprovare al mattino successivo.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Ripartiti con condizioni migliori e una ritrovata fiducia, i nostri hanno dovuto fare i conti con un nuovo brutto colpo: maltempo in arrivo! Da qui la decisione unanime di proseguire fino alla fine della via, scalando anche oltre il tramonto. Così facendo sono riusciti a raggiungere la vetta alle tre del mattino di venerdì 28 febbraio.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Rientrato in Italia dopo oltre due mesi in Sudamerica, Matteo Della Bordella ha sottolineato come a causa delle condizioni i tre siano stati costretti a stravolgere i loro piani, rinunciando a una salita in stile alpino.

"Nonostante questo abbiamo comunque lasciato la parete pulita, riportando a valle tutto il materiale utilizzato, compresi i 480 metri di corde che abbiamo fissato. La via è quindi completamente pulita e pronta per chiunque voglia tentare la ripetizione. Siamo davvero felici di aver completato la via Gringos Locos. Questa salita segna la fine di un progetto coltivato per ben trent'anni. Ogni membro del team ha dato il massimo per riuscire in questa impresa. Curioso e significativo è il parallelismo con l’inizio di questo tentativo nel 1995, quando il trentino Giordani e il valtellinese Maspes formavano una coppia di alpinisti composita: uno affermato e l’altro un giovane ventitreenne alle prime esperienze".

© Maurizio Giordani/Luca Maspes

© Maurizio Giordani/Luca Maspes

"Con Mirco abbiamo cercato di fare lo stesso, portando Dario che era anche lui un giovane alla sua prima esperienza in Patagonia. È stato un viaggio incredibile, che ci ha fatto crescere come alpinisti e come gruppo. Maurizio (Giordani, ndr) teneva molto allo stile, al fatto che la via non venisse snaturata ma che venisse terminata con lo stesso stile con cui era stata vista e pensata. La nostra salita si inserisce in pieno nella filosofia che è propria di Maurizio. Sicuramente è una della vita più belle e impegnative che io abbia mai fatto in Patagonia, diversa dalle altre. Penso che, con condizioni migliori di quelle che abbiamo trovato, sia possibile provarla in libera".

© Maurizio Giordani/Luca Maspes

© Maurizio Giordani/Luca Maspes

Grande soddisfazione anche da parte dello stesso Maurizio Giordani che ha seguito il progetto con grande passione, decidendo anche di raggiungere Matteo e compagni in Patagonia: "Questo risultato è la perfetta conclusione per un progetto storico, che rimane nei miei ricordi come un’avventura irripetibile.

 Completata fino alla sua uscita da Della Bordella, Eynard e Grasso, la via Gringos Locos non è però una storia finita: si attendono ora i primi ripetitori e la prima libera

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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