Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

VELA

L'America's Cup guarda al futuro: New Zealand pensa a barche più leggere per la prossima edizione

Il progettista dei Kiwi Daniel Bernasconi ha rivelato le intenzioni dei Defender

di Marco Cangelli
24 Ott 2024 - 11:20
 © Ufficio Stampa

© Ufficio Stampa

L'America's Cup si è conclusa da nemmeno una settimana, eppure in casa Emirates Team New Zealand fremono già i preparativi per la prossima edizione. In attesa di scoprire la data (si parla di 2026 o 2027) e della località ospitante (sempre più forte la candidatura di Valencia), i Kiwi stanno valutando di promuovere alcune novità anche sulle imbarcazioni conservando sì gli AC75 visti a Barcellona, ma apportando una serie di modifiche. 

"Certamente vorremmo apportare alcuni cambiamenti, ma anche non rendere obsoleta l’attuale flotta di AC75. Forse le barche diventeranno ancora un po’ più leggere e forse saranno modificate le configurazioni dell’equipaggio”. Parola di Daniel Bernasconi, progettista della flotta oceanica, che in un'intervista rilasciata alla testata neozelandese Stuff ha spiegato le intenzioni dei Defender, mettendo a questo punto in dubbio anche la presenza dei cyclors. Se è vero che la voce si era sparsa a Barcellona durante l'evento, questa rivelazione del tecnico di New Zealand rende questa evenienza molto più concreta.

Bernasconi non si è però soltanto concentrato sul futuro, ma anche sul recente passato che ha visto il sindacato guidato da Grant Dalton conquistare per la terza volta consecutiva la Coppa delle Cento Ghinee. Il progettista di New Zealand ha spiegato i segreti dietro un successo mai in discussione: "Sapevamo di doverci confrontare con progettisti e altri team molto forti, quindi le barche erano molto vicine. La differenza non sta tanto nelle barche in sé, ma di come si impara a estrarre il meglio dal progetto. Ci sono così tante regolazioni da fare sulla barca, così tanti controlli per le vele, i foil, il cant - ha sottolineato Bernasconi -. Non credo che ci sia qualcosa di super segreto su cui gli altri team non avrebbero potuto lavorare. Non c’è una magia specifica, ma solo mille piccoli pezzi di magia. Abbiamo fatto passi da gigante negli ultimi tre o quattro mesi di permanenza a Barcellona, imparando a ottimizzare il mezzo che abbiamo a disposizione. C’è un limite a ciò che si può ancora fare alla barca: si tratta di centesimi o millesimi di nodi da guadagnare. A volte si possono guadagnare nodi usando quello che si ha e sfruttando meglio la barca a disposizione". 

A questo punto non resterà altro che attendere nuove comunicazioni da parte di New Zealand che, in qualità di Defender, avrà modo di decidere le regole 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri