Il classe '99, decisivo per il risveglio delle V Nere, è il vero leader della squadra. Coach Banchi lo esalta: "È un patrimonio, tenetevelo stretto"
di Giacomo Magnani© legabasket.it
La scossa arriva dalla panchina, la scossa arriva da chi indossa la maglia Virtus come fosse una seconda pelle, la scossa arriva da Alessandro Pajola. C'è tanto, tantissimo del numero 6 nel successo di Bologna per 95-85 contro Sassari che consente alla V Nere di mantenersi al secondo posto in solitaria in classifica. 9 punti (3 su 3 da tre), 6 assist, 17 di valutazione, difese dal peso specifico elevatissimo e non solo: così l'ingresso sul parquet di Pajola dal terzo quarto ha cambiato il volto di Bologna sulle due metà campo.
Protagonista durante la partita, protagonista dopo la partita, perché in zona mista i complimenti arrivano da tutte le parti. A cominciare da Nenad Markovic: "Credo che la chiave sia stata l'impatto di Pajola: non per i suoi canestri, ma spingendo con la sua attitudine i compagni a giocare meglio e più in fretta". Parole importanti, ma non come quelle di Luca Banchi: "Abbiamo provato a far riposare alcuni elementi, ma poi alcuni giocatori hanno deciso di onorare questa maglia, questo club e questo stemma. Nel secondo tempo abbiamo girato la partita attraverso un quintetto coriaceo che ha visto Alessandro Pajola come leader, sia dal punto di vista emotivo che tecnico. Ogni singolo giorno lui mette impegno e dedizione: mi piacerebbe che lui fosse un esempio per tutti, lui gioca in questa squadra da 10 anni, non è comune in questa epoca, è un patrimonio, tenetevelo stretto".
Una carezza per Pajola, uno schiaffo per molti altri che - secondo il coach delle V Nere - non stanno rendendo onore alla Virtus: "C'era la volontà di cercare energie altrove, ma nell’intervallo Alessandro fremeva e ha fatto capire che aveva voglia di entrare in campo per vincere. Voglio vedere gente affamata in campo, non è facile indossare il peso di questa maglia, va compreso, e alcuni ancora non lo hanno capito". Sul banco degli imputati, oltre a Rayjon Tucker, anche e soprattutto Will Clyburn. L'americano è stato protagonista nel primo tempo di un goffo tentativo di schiacciata non andato a buon fine: dopo aver perso palla, invece di aumentare il passo, ha rallentato senza nemmeno pressare l'avversario. Una resa che ha fatto infuriare lo stesso Luca Banchi che nel post-partita (forse non casualmente) ha voluto mandare un messaggio.
Alessandro Pajola: simbolo, leader, figlio della Virtus Bologna riconosciuto anche da Marco Belinelli che su X ha voluto accodarsi alla lunghissima fila di chi ha incoronato il classe '99. "Ci sono due cose nella vita sportiva di cui non posso fare a meno. La prima è lo staff (dottori, preparatori, fisioterapisti, addetti al materiale). E la seconda...Alessandro Pajola!". Pochi caratteri, ma che dicono tanto e confermano un concetto tanto semplice quanto chiaro: Bologna e Luca Banchi non devono guardare lontano per trovare un esempio. Basta girarsi verso la panchina, ci sarà sempre un Alessandro Pajola pronto a insegnare a tutti cosa significa giocare per la Virtus.