L'esordio del torneo al Pierre Mauroy vede Aldama e Llull troppo soli nel resistere alla fisicità e alle triple dei Boomers (92-80)
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Sul parquet che l'ha vista trionfare a Eurobasket 2015, la Spagna di Sergio Scariolo è sopraffatta nella prima gara di Parigi 2024 dal dinamismo e dalla pressione sulla palla dell'Australia: nonostante l'assenza per infortunio di Exum, i Boomers trovano risposte in attacco a turno dalle proprie bocche da fuoco, sostenuti dalla costanza di rendimento di Landale nel pitturato (20 punti, 9 rimbalzi e +30 di +/-).
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Un inizio di gara dettato dall'intensità delle difese sul punto d'attacco e quanto si riesca a creare nei primi secondi dell'azione, quando le difese sono più impossibilitate a riempire il pitturato di corpi e braccia. Tutti fattori che favoriscono il gioco e l'impatto dell'Australia, più portata a giocare con quintetti interamente pericolosi dal perimetro e palleggiatori stazzati, capaci di abbassare la spalla e scavarsi una linea di penetrazione in area. Le triple di Landale e la pressione al ferro messa da Daniels e Giddey segnano il primo parziale di rilievo (18-7), con Scariolo costretto a iniziare la serie di variazioni difensive sul tema e difese a zona per togliere ritmo all'attacco dei Boomers. Dopo lo 0/5 iniziale dall'arco, il talento realizzativo di Aldama e Llull inaugura un finale di primo quarto dai contenuti offensivi elevatissimi, con Giddey a rispondere colpo su colpo alle ritrovate percentuali delle Furie Rosse dall'arco. Sono gli istanti finale della prima ripresa a riavvicinare la Spagna, la cui profondità maggiore nel reparto lunghi sfrutta il giro in panchina di Landale per trovare le prime ricezioni nel pitturato con Garuba (31-21 Australia al 10').
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Due mandarine di Llull riportano la Spagna sino al -4 al principio di secondo quarto, coadiuvato da un Juancho Hernangomez vitale a rimbalzo e i primi errori di comunicazione degli australiani sulla difesa sui P&R iberici. La frammentazione dei ritmi e del flusso del quarto, dettato da un metro arbitrale troppo altalenante tra ciò che si concede nei pressi del ferro e quanta fiscalità venga applicata lontano dalla palla, è palese negli strappi che prende il punteggio: dal 7-0 di parziale Australia, con Giddey a dirigere le operazioni sui tagli dei compagni, al riavvicinamento della Spagna nel finale di prima frazione, con Aldama a mostrare il talento da NBA sugli scarichi e Willy Hernangomez a garantire i primi vantaggi in vernice della gara per la Roja di Scariolo, il 49-42 all'intervallo lungo, la sensazione è che la partita si deciderà su quanto l'Australia riesca a mantenere alta l'intensità nonostante i problemi di falli (3 per Mills e Magnay, 2 per Landale e McVeigh).
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È sufficiente un lieve calo dei giri del motore australiani in entrambe le metà campo (10 palle perse a inizio terzo quarto) e la Spagna, sfruttando una partita benedetta di Aldama dall'arco, trova il primo vantaggio della gara (54-56). A parziale spagnolo, nuovamente, risponde un'altra scarica di talento australiano: le triple dal coefficiente di difficoltà incalcolabile di Mills e McVeigh costituiscono il 15-5 con cui si conclude il quarto. Il ritmo e la redini della gara, mantenute sempre a eccezione del possesso sopracitato, permette anche ai non tiratori australiani di prendere e convertire tiri normalmente non compresi nel bagaglio tecnico (3/4 dall'arco di Dyson Daniels, per fare un esempio) e leggere 69-60 a tabellone al 30'.
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Per la seconda volta nella gara, è il talento imprevedibile e immarcabile di Sergio Llull sul perimetro a riportare a contatto la Spagna, stavolta sino al -5. Scariolo tenta anche qualche possesso di box&one (4 difensori a zona e una marcatura a uomo) per limitare Patty Mills, ma l'Australia è letale a generare attacco nella fascia di parquet tra la prima e la seconda linea difensiva delle Furie Rosse. Non basta alla Spagna la bellezza estetica e l'eleganza di Santi Aldama nel punire ogniqualvolta l'Australia conceda una ricezione semplice sul perimetro: il lavoro di Daniels ammutolisce la produzione offensiva di Lorenzo Brown - vera chiave per qualsiasi, residua, speranza di medaglia della Roja -, mentre nell'altra metà campo la fisicità dei giochi a due Giddey-Landale (e tutti i ribaltamenti che ne conseguono) regalano un +12 finale all'Australia che, nel computo della differenza canestri in un torneo così breve, potrebbe risultare decisivo. 92-80 il finale, e la consapevolezza che non ci potessero essere esordi di Parigi 2024 molto migliori di questo.
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AUSTRALIA: Daniels 13, Giddey 17, Mills 19, Green, Ingles, Dellavedova, Landale 20, Kay 8, McVeigh 13, Magnay 2, Reath. Coach: Brian Goorjian.
SPAGNA: Brown 7, Pradilla, Fernandez, Lopez-Arostegui 2, Aldama 27, Brizuela 2, Diaz, J. Hernangomez 2, W. Hernangomez 14, Garuba 3, Abrines 6, Llull 17. Coach: Sergio Scariolo.