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L'OPINIONE

Basket, Dan Peterson: "Coppa Italia come l'Fa Cup, perché no?"

Il ritorno al vecchio formato richiamerebbe più attenzione e sarebbe più da stimolo per i giocatori italiani

13 Feb 2020 - 10:20

Io sono arrivato in Italia, alla Virtus Bologna, nel 1973-74. Quell’anno abbiamo vinto la Coppa Italia ‘vecchio stile.’  Ai tempi, non c’era la C-1 e la C-2. Non c’era la B-1 e la B-2. Non c’era l’A-1 e l’A-2. C’erano solamente le Serie A, B, C e D. E tutte partecipavano alla Coppa Italia. Il tutto era, per me, molto ben organizzato: le squadre di D giocavano contro quelle di C al primo turno. Poi, i vincenti (quasi sempre la C) contro la Serie B. Poi, quelle contro la Serie A.

Questo formato esiste tuttora in altri paesi e in altri sport. L’esempio più eclatante è la FA Cup di calcio nell’Inghilterra. A ogni fase della FA Cup, ogni anno, ci sono le sorprese clamorose. Nel 2003-04, il leggendario Manchester United si è trovato in finale contro il Millwall, proveniente dalla Terza Divisione. Certo, il Manchester United ha vinto 3-0, ma l’arrivo del Millwall in finale ha fatto la storia. Era come il basket scolastico nel film ‘Hoosiers,’ dove una scuola di 125 studenti ha battuto una di 2.500 in finale. Tutto basato su una storia vera. Sì, dove la verità supera la fantasia.

Vorrei vedere il basket Italiano tornare a quel formato per la Coppa Italia. Certo, le cose sono più complicate oggi rispetto al 1973-74. La Serie A-1 ha più partite. Ci sono i playoff, che sono venuti nel 1976-77.   C’è l’Eurolega che occupa sempre più spazio. Ma tutto è possibile. Intanto, le squadre di Serie D, C-2, C-1, B-2, B-1 e A-2 potrebbero disputare le prime fasi senza interferire con la Serie A-1 o qualsiasi coppa europea. Poi, le squadre di A-1 farebbero due turni di singola eliminazione. Una gara secca. Poi, come ora, la Final Eight. Costerebbe alla Serie A-1 solo due giornate in più.

Dico tutto ciò per un paio di motivi. Il primo riguarda interesse, esposizione, folklore. Adesso il richiamo di attenzione ha due sole fasi:  la fine del girone d’andata, quando si sa chi saranno le otto squadre nella Final Eight e gli accoppiamenti; poi, la Final Eight.  Con questo vecchio formato ci sarebbe un costante richiamo di attenzione per ogni fase della manifestazione. Quindi, pubblicità e importanza non solo per le prime otto dell’A-1 ma anche per chi non appare mai in un servizio giornalistico in un grande quotidiano sportivo.  La FA Cup vive di questo dal 1883.  E vediamo che va come un treno tuttora.

Il secondo motivo riguarda lo sviluppo dei giocatori italiani.  Solo l’incentivo di ‘misurarsi’ contro una grande squadra è uno stimolo che non ha prezzo. Nel passato la Ignis Varese, Campione d’Europa, ha affrontato squadre di divisioni inferiori. Ma vale a ogni passo del torneo. Una squadra di B-2 che sfida una di A-2 avrebbe carica come non mai. Si scoprirebbe anche qualche giovane talento. Potrei parlare per ore del Torneo dello Stato nel mio Illinois ma lo spazio non me lo permette. Quante leggende fra le piccole nell'Illinois:  Hebron, Cobden, Villa Grove, Tiskilwa, Shawneetown. Perché no nella Coppa Italia?  

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