La città omaggia la squadra che ha riportato la Coppa Italia di basket a Napoli dopo 18 anni
Per una Napoli che soffre per le difficoltà nel calcio ce n'è un'altra in estasi grazie al basket. La festa per celebrare il successo in Coppa Italia della Generazione Vincente è appena iniziata: in stazione, con i tifosi a cantare "i campioni dell'Italia siamo noi", e in Comune, con il Sindaco Manfredi a premiare con una targa il presidente Federico Grassi, il coach Igor Milicic e il capitano Giovanni De Nicolao. Consegnata anche una medaglia della città a tutti gli atleti, i dirigenti e lo staff.
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"Questa vittoria - ha dichiarato il Sindaco Manfredi - racconta che a Napoli si fanno le cose impossibili, nessuno credeva che Napoli potesse vincere. Io ero in contatto con il sindaco di Torino che faceva il tifo per noi e che ringrazio. Questo dimostra che quando c’è professionalità, c’è passione, c’è talento e c’è coraggio, alla fine Napoli vince sempre. Credo che questa società e questa squadra abbiano rappresentato il meglio della città e noi gli siamo molto grati per questo. Il nostro obiettivo adesso è avere un grande tifo a Napoli, quindi abbiamo bisogno di un grande palazzetto e ci sarà per questo un forte impegno dell'Amministrazione".
"Dopo 18 anni - ha dichiarato il presidente della Generazione Vincente Napoli Basket Federico Grassi - è un traguardo importante perché abbiamo vissuto dieci anni di fallimenti e abbiamo perso una grossa fetta di tifo dei giovani tra i 25 e i 40 anni. Già aver riavvicinato i giovani e lavorare con loro tutti i giorni è molto importante".
Pedro Llompart, responsabile dell'area sportiva, ha raccontato di come ha assemblato la squadra che poi ha conquistato la Frecciarossa Final Eight 2024: “Avevo 4-5 nomi in lista, ma conoscevo Milicic per la Nazionale polacca e mi aveva colpito il Besiktas la scorsa stagione: una squadra che aveva chiaramente lavoro alle spalle, difese sempre diverse, un attacco che a ogni gara mostrava una novità. Ho offerto il contratto per la durata del mio: 2+1 e sono stato chiaro, dicendogli che non sarei stato un corpo estraneo e silenzioso: "Fuori ti difenderò sempre, ma tra noi potremmo anche avere attriti, sarò molto attivo". Gli è piaciuto e abbiamo iniziato".
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Che cosa ne pensa coach Milicic a freddo di questo traguardo? "Ci sono meravigliose sensazioni in generale e che resteranno domani, tra un giorno, tra un anno, tra dieci anni. Nessuno potrà cancellare ciò che abbiamo vissuto alle finali di Torino. In campionato venivamo da tre sconfitte consecutive? Sono state molto diverse l'una dall'altra. Qui siamo arrivati con un bel po' di voglia di rivalsa, tutti noi. E il fatto di trovarci di fronte proprio la squadra che ci aveva mortificato a casa nostra ha fatto scattare qualcosa. Siamo partiti subito fortissimo e quel primo quarto ha determinato poi tutto il percorso fatto".
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