Los Angeles fermata da Portland nella sera del ricordo di Kobe. L'azzurro realizza 27 punti e anche Melli va in doppia cifra, Irving ne fa 54 a Chicago
Nella notte di Nba i Lakers tornano in campo dopo la morte di Bryant. Serata toccante, che celebra il Black Mamba e condiziona la partita contro Portland, vinta 127-119 dai Trail Blazers, trascinati dai 48 punti di Lillard. Gallinari protagonista con 27 punti nel 111-107 di Oklahoma a Phoenix. Prestazione stellare di Irving, autore di 54 punti (con 19/23 al tiro) contro Chicago. New Orleans batte Memphis con 24 punti di Zion e dieci di Melli.
LOS ANGELES LAKERS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 119-127
Nella serata dedicata a Kobe Bryant doveva spiccare il suo erede LeBron James. Invece spunta Damian Lillard, il giocatore più in forma della Nba, con 48 punti d'autore. Uno Staples Center in lacrime ricorda il Black Mamba prima, durante e dopo il match contro Portland: lunghe celebrazioni per Kobe, tra cui video toccanti, la lettera d'addio al basket, il silenzio in memoria delle nove vittime dell'incidente in elicottero, l'inno statunitense e l'emozionante discorso di LeBron. Il match è chiaramente condizionato dalle emozioni, almeno nel primo tempo, iniziato con le classiche infrazioni di 24 e 8 secondi e chiuso sul 62-60 per i leader della Western Conference. Nella ripresa si scatena Lillard, autore di 23 punti nel terzo quarto: Dame aggiunge dieci assist e va a un rimbalzo dalla tripla doppia, tirando 17/30 dal campo, di cui 7/12 da tre. Per Portland (22-27) molto importanti anche i 30 di Hassan Whiteside, al solito un fattore anche sotto canestro (12 rimbalzi). Per i Lakers (36-11) non bastano i 37 punti e 15 rimbalzi di Anthony Davis, LeBron si ferma a 22+10 assist.
PHOENIX SUNS-OKLAHOMA CITY THUNDER 107-111
I Thunder centrano un'altra impresa negli ultimi minuti e battono in trasferta Phoenix. Per Oklahoma, che ha già rimontato parziali importantissimi nella ripresa in stagione, recuperare un -7 con 4'22” da giocare è quasi uno scherzo. Break di 13-0 che porta le firme di Adams, Schröder, Paul e Gallinari: match ribaltato e Phoenix si ritrova sul 99-105 a 24 secondi dalla fine. L'azzurro è il miglior realizzatore del match insieme a Devin Booker e Kelly Oubre Jr.: 9/17 al tiro per il “Gallo”, che macchia i suoi numeri con un brutto 1/6 da tre. Danilo è aiutato dai 24 punti di Dennis Schröder e dai 20 (con dieci assist) di Chris Paul, fischiato dai tifosi dei Suns che lo accusano di aver tolto il posto a Booker nell'All-Star Game. Oklahoma va a 30-20 nel record stagionale e si conferma come una delle squadre più calde della lega: dal giorno del ringraziamento in poi, Okc ha vinto 24 partite a fronte di nove sconfitte e pressa Dallas, sesta a Ovest. Più lontani i Suns (20-28), 11esimi in Western Conference.
MILWAUKEE BUCKS-DENVER NUGGETS 115-127
Grande sorpresa al Fiserv Forum: Denver sorprende Milwaukee e costringe i Bucks (41-7) al terzo stop casalingo stagionale. Stanchi per un tremendo back to back dal Colorado al Wisconsin e anche senza titolari come Paul Millsap e Jamal Murray, i Nuggets (34-15) sopravvivono ai 43 punti di Milwaukee nel primo quarto e si riorganizzano difensivamente, concedendo solo 24 punti a frazione per il resto della partita. Dopo aver inseguito di sette all'intervallo (67-60 per i Bucks), Denver raddoppia l'aggressività in fase difensiva e diventa letale sotto canestro: 40 punti, 7/13 da tre mentre i Bucks affondano a 2/8 dall'arco. Una tripla di Malik Beasley dà il primo vantaggio ai Nuggets (78-77), poi consolidato dai canestri di Will Barton e Jerami Grant. Gli ospiti non perdono più il comando delle operazioni: ”È la vittoria più bella della stagione, sono così orgoglioso dei miei ragazzi. Questa è una squadra vera e stasera il gruppo ha dato una dimostrazione di carattere”, dice raggiante coach Michael Malone nel post-gara. In casa Bucks, Giannis Antetokounmpo, dato in dubbio prima della gara ma partito in quintetto con il fratello Thanasis, realizza 31 punti.
NEW ORLEANS PELICANS-MEMPHIS GRIZZLIES 139-111
Zion Williamson si è già preso i Pelicans: sempre in doppia cifra dal suo esordio, viaggia a 18 punti e 8.3 rimbalzi di media a partita. Con lui in campo, New Orleans ha vinto tre partite su cinque, ma se il rookie aumenta il suo minutaggio dai 20 ai 30 minuti NOLA vince sempre. Contro Memphis arrivano 24 punti con il 60% dal campo (9/15), sei rimbalzi e tre assist in meno di 29 minuti: la sfida con la seconda scelta del draft, Ja Morant (16 punti), è vinta. Spettacolare l'alley-oop su passaggio di Lonzo Ball che fa esplodere lo Smoothie King Center già a metà primo quarto. C'è partita fino all'intervallo (66-59), poi NOLA si scatena con 44 punti nel terzo quarto, andando anche a +32 nell'ultima frazione. Ottimo anche l'impatto di Nicolò Melli, autore di dieci punti e cinque rimbalzi in 18 minuti, tirando con 4/5 dal campo, di cui 2/3 dall'arco. I Pelicans (20-29) vanno a quattro partite dai Grizzlies (24-25), che restano ottavi a Ovest ma hanno Portland con il fiato sul collo.
BROOKLYN NETS-CHICAGO BULLS 133-118
Serata magica al tiro per Brooklyn, che ha percentuali da capogiro: 62.5% dal campo, 48.4% da tre. Numeri che portano la firma soprattutto di Kyrie Irving, la cui luce illumina il Barclays Center: 54 punti e season-high per l'ex stella dei Celtics. Soprattutto, 19/23 al tiro, di cui 7/9 da tre. In pratica sbaglia solo quattro tiri: illegale. E perfetto nel primo tempo: 10/10 compreso il buzzer beater da tre che dà ai Nets il 73-57 all'intervallo. Uncle Drew dedica i suoi canestri a Kobe Bryant, indicando il cielo al suo ultimo punto prima da uscire tra il tripudio del pubblico di Brooklyn. Si tratta del primo giocatore nella storia della Nba a realizzare almeno 50 punti con l'82.6% dal campo. Normale che questi numeri portino i Nets (21-26) al successo nonostante le 20 palle perse. Chicago (19-32) non è mai in partita: il migliore è il solito Zach LaVine, che chiude anche questa notte con un “ventello” (22 punti).
DETROIT PISTONS-TORONTO RAPTORS 92-105
Netta e senza sofferenze la vittoria di Toronto alla Little Ceasars Arena, in una partita che anche alla vigilia era tra le più scontate della notte, visto che i Raptors (35-14) sono già a dieci successi di fila mentre i Pistons, con questo k.o., hanno perso in sei delle ultime sette uscite. Per coach Nick Nurse (che guiderà il team Giannis all'All-Star Game essendo Mike Budenholzer, primo a Est, ineleggibile per averlo fatto già l'anno scorso) arrivano 30 punti firmati da Pascal Siakam: già 13 nel primo quarto, quando Toronto si costruisce la doppia cifra di vantaggio per poi controllare agilmente in tutta la partita, permettendosi anche un passaggio a vuoto nella terza frazione (solo 18 punti realizzati). Attualmente, i Pistons (17-33) sono ben poca cosa e lo dimostra il tabellino: oltre i 21 di Derrick Rose e i 20 (con altrettanti rimbalzi) di Andre Drummond, il piatto piange e bisogna scendere ai 13 di Sviatoslav Mykhaliuk per trovare l'ultimo giocatore in doppia cifra.
HOUSTON ROCKETS-DALLAS MAVERICKS 128-121
James Harden torna a totalizzare i punti che tutti si aspettano che realizzi (35), pur tirando ancora sotto il 50% (10/25), stavolta con un buon contributo anche dai tre punti (6/14). Con i punti del Barba e i 32 di Russell Westbrook, Houston (30-18) ritrova la coppia esplosiva di cui ha bisogno per dare l'assalto alle posizioni migliori dei playoff a Ovest. Sono solo otto i giocatori utilizzati da coach Mike D'Antoni, di cui cinque vanno in doppia cifra (oltre alle due star, anche Gordon, House Jr. e McLemore). Non c'è Clint Capela per un piccolo infortunio e i Rockets soffrono a rimbalzo (52-37 per Dallas) ma rimangono sempre avanti nel punteggio a partire da un layup di Westbrook a 4'43” dalla fine del primo quarto. Houston va a riposo sul +5 (65-60), allunga nel terzo quarto e si permette qualche errore negli ultimi 12 minuti, prendendosi una vittoria utile a staccare i Mavs in classifica e tornare quinta da sola a Ovest. Dallas (29-19) paga l'assenza di Luka Doncic e le 17 palle perse: il miglior realizzatore dei Mavericks è Kristaps Porzingis con 35 punti.