Bucks e Rockets battono rispettivamente Detroit e Utah. Per Belinelli 3 punti nel ko interno degli Spurs contro i Nuggets
La notte di playoff Nba porta quattro vittorie esterne in altrettante partite. Milwaukee sbanca Detroit per 119-103: i Bucks volano sul 3-0 nella serie anche con un Antetokounmpo limitato dai falli. Terza vittoria anche per Houston: 104-101 a Utah. San Antonio cade contro Denver per 117-103: i texani pagano un parziale di 69-45 tra il secondo e il terzo quarto. Per Belinelli solo tre punti. Philadelphia vince 112-108 contro Brooklyn e va sul 3-1.
DETROIT PISTONS-MILWAUKEE BUCKS 103-119 (serie 0-3)
Se ti trovi sotto 2-0 nella serie contro la squadra con il record migliore nella lega e puoi sfruttare in un colpo solo il ritorno di Blake Griffin e un Giannis Antetokounmpo limitato dai falli, vincere diventa obbligatorio. Invece Detroit fallisce l'occasione di riaprire la serie, che adesso vede Milwaukee al comando saldamente sul 3-0. Non bastano i 27 punti conditi da sette rimbalzi e sei assist di Griffin, all'esordio nella serie dopo l'infortunio al ginocchio destro, e nemmeno i 15 punti di Reggie Jackson. I Bucks, considerati un one-man team, quasi inarrestabili con Antetokounmpo, ma che senza il greco faticano a girare, zittiscono le critiche e portano ben sette uomini in doppia cifra: oltre al Greek Freak, la raggiungono Khris Middleton (20 punti), Brook Lopez (19), Eric Bledsoe (19), Ersan Ilyasova (15), Nikola Mirotic (12) e George Hill (11). In pratica, tra i giocatori che portano canestri a Milwaukee, solo Sterling Brown e Pat Connaughton non raggiungono 10 punti. Il match prende una piega inequivocabile già a fine primo quarto: i Bucks lo chiudono con un parziale di 13-2 e dopo 12' il punteggio dice 32-24. Il solco si scava sempre di più nella seconda e terza frazione. Middleton segna due triple consecutive e Milwaukee è avanti 85-66 quando mancano 4'47" al termine del terzo quarto. Gap poi aumentato fino al 100-78 con cui si apre l'ultima frazione. Abbastanza per controllare il match con serenità, anche perché Andre Drummond, a cui Brook Lopez mette la museruola, si prende il quinto fallo e conclude una performance da 12 punti. Adesso Detroit per evitare lo sweep deve per forza vincere la prossima in casa.
UTAH JAZZ-HOUSTON ROCKETS 101-104 (serie 0-3)
Anche Houston raggiunge il 3-0 nella serie con la vittoria a Salt Lake City contro Utah. Protagonista ancora una volta James Harden. Sì, ma le cose andrebbero spiegate meglio. Dopo 36' e tre quarti già consegnati alla storia, il Barba, ben marcato da Royce O'Neale, ha segnato solo 8 punti. Non un errore del tabellino, ma una vera prestazione da dimenticare al tiro: 3/20 dal campo! Harden si riprende nell'ultima frazione di gioco: con 14 punti in 12' dà ai suoi Rockets la spinta per avere la meglio sui Jazz. Il Barba è decisivo soprattutto nell'ultimo giro di lancette, con una tripla e due liberi a 42" dalla fine, cinque punti grazie ai quali Houston si porta sul 101-97 e si crea il margine per puntare alla vittoria, poi assicurata da un rimbalzo offensivo di P.J. Tucker su una tripla di Harden che prende il ferro. Tutto il quintetto base di Houston arriva alla doppia cifra: da sottolineare le prestazioni di un solido Chris Paul (18 punti) e di Clint Capela (11, ma con 14 rimbalzi). Ai Jazz non bastano i 34 punti di Donovan Mitchell (anche se il tabellino segna un poco soddisfacente 9/27 dal campo), anche perché il resto della truppa latita e per trovare il secondo marcatore bisogna scendere ai 13 punti di Derrick Favors, Rudy Gobert e Ricky Rubio si fermano a 10. Troppo poco, e Houston porta a casa il 3-0 anche se Harden fa l'Harden per pochi minuti.
SAN ANTONIO SPURS-DENVER NUGGETS 103-117 (serie 2-2)
Il coach di Denver Mike Malone aveva chiesto ai suoi ragazzi di metterci più ardore e motivazioni nell'affrontare i playoff. Sa bene che la post-season è un'altra cosa rispetto alle 82 partite che si disputano fino ad aprile. I giovani Nuggets rispondono presente, vincendo sul campo dei San Antonio Spurs, pareggiando la serie sul 2-2 e riprendendosi il fattore campo. Era lecito attendersi una reazione d'orgoglio di Denver, testa di serie numero 2 a Ovest, tuttavia era inaspettata la prestazione molle dei texani, soprattutto in ragione della loro esperienza a giocare a certi livelli. San Antonio, difatti, dura 12': il primo quarto finisce 34-22 per i texani grazie ai 13 punti di un immarcabile LaMarcus Aldridge (che a fine gara ne metterà 24, con nove rimbalzi). Tutto il resto del match è un dominio dei Nuggets, che stampano un parziale di 20-9 per andare all'intervallo lungo sul 54-54, poi prendono nettamente il largo nella terza frazione. Tra il secondo e il terzo quarto Denver mette sotto gli Spurs per 69-45, anche perché la mossa di Malone di mettere Torrey Craig in difesa su Derrick White (autore di 36 punti in gara-3) paga i suoi dividendi. Craig chiude con 18 punti con un ottimo 5/7 da tre, White è limitato a otto punti con un 3/8 dal campo. Ma il merito è anche dei 29 punti, 12 rimbalzi e otto assist di Nikola Jokic, indigesto alla difesa texana, e dei 24 con 8/14 al tiro di Jamal Murray. Denver tiene alla grande il vantaggio nell'ultimo quarto, nonostante i tentativi di rimonta di San Antonio, non scendendo mai sotto la doppia cifra di distanza. La banda Popovich rimane senza DeMar DeRozan, espulso a cinque minuti dal termine per aver scaraventato il pallone verso un arbitro. Segnali di frustrazione in casa Spurs, che avevano la possibilità di mantenere il vantaggio del campo e adesso devono riconquistare la semifinale a Denver. Prova incolore di Marco Belinelli, autore di soli tre punti in 17 minuti.
BROOKLYN NETS-PHILADELPHIA 76ERS 108-112 (serie 1-3)
Era inevitabile che si arrivasse alla rissa tra Brooklyn e Philadelphia. Dopo giorni di punzecchiature e dichiarazioni al vetriolo che hanno accresciuto la rivalità fuori dal campo, era solo questione di tempo: le evidenti tensioni sarebbero arrivate anche sul parquet. E infatti in una gara-4 fisica, Joel Embiid, in dubbio fino alla fine, entra duramente su Jarrett Allen. Jared Dudley scatta come una molla sul camerunese e ne nasce una baruffa con protagonisti anche Jimmy Butler e Ben Simmons, quest'ultimo già coinvolto nelle "storie tese" degli ultimi giorni. Butler e Dudley vengono cacciati, il colpo al limite di Embiid si merita un flagrant-1. Il lungo dei Sixers conclude poi una super prestazione da 31 punti, 16 rimbalzi e sette assist nonostante le condizioni fisiche precarie. Per Brooklyn il migliore è Caris LeVert, autore di 25 punti. I Nets portano ben cinque giocatori in doppia cifra (oltre a LeVert, Allen e D'Angelo Russell chiudono a 21 punti, Spencer Dinwiddie a 18 e Joe Harris a 10) e non sorprende che conducano il match per buona parte, godendo anche di +10 di margine (67-57) all'inizio del terzo quarto, dopo essere andata all'intervallo lungo avanti 63-57. I Sixers però sono solidi e non subiscono cali di percentuali al tiro, come quello avuto dai Nets nell'ultimo quarto (17 punti contro i 27 di Philadelphia). È di fatto questo il parziale che fa la differenza: Mike Scott trova la tripla del sorpasso dei Sixers a 20 secondi dalla sirena, poi Allen perde il pallone decisivo e sulla partita (forse sulla serie) scorrono i titoli di coda. Philadelphia vince 112-108, sbanca ancora Brooklyn e si porta sul 3-1. Adesso basterà vincere la prossima in casa per accedere alle semifinali di Conference.