Marginali nelle gerarchie di Virtus Bologna e Olimpia Milano, i due sono stati tra i migliori realizzatori nella vittoria di Italbasket in Islanda
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La premessa è doverosa: bisogna fare la tara all'avversario - un'Islanda con pochissimo fisico e qualità creative - e alla contemporanea indisponibilità di altre figure centrali nel progetto di Italbasket del CT Gianmarco Pozzecco (l'aggiunta di Melli, Ricci, Caruso, Flaccadori e Dame Sarr per la seconda sfida agli scandinavi, in programma domani sera al PalaBigi di Reggio Emilia, potrebbe riportare a minutaggi più "abituali"). Tuttavia, nell'apprezzare il Giordano Bortolani e il Nicola Akele visti sul parquet di Reykjavik, l'esclamazione più comune è stata "Finalmente!".
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Guardia titolare, 6/12 al tiro, 15 punti in quasi 23' (la metà dei minuti totalizzati da inizio stagione in LBA con Milano!) e tante responsabilità di creare attacco per Bortolani; doppia doppia da 13 punti e 10 rimbalzi (1 in meno degli 11 raccolti nelle 6 presenze totali in Serie A in maglia Virtus) per Akele, primo cambio dell'ala grande (Severini partito in quintetto) e scintilla di energia e dinamismo fondamentale per mantenere alto il ritmo all'inizio delle rotazioni. Già la loro presenza al Laugardalshöll Sport Centre la dice lunga su quanto le rispettive società di club, impegnate in settimana in Eurolega, li ritengano "in eccesso" rispetto al nucleo fondamentale ma, al solito, è obbligatorio contestualizzare.
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Bortolani, nonostante la serie di infortuni che ha colpito il reparto esterni di Milano, ha avuto solamente le gare casalinghe con Sassari e Napoli come "vetrine" utili a guadagnare la fiducia di coach Messina. Per Akele addirittura una partenza in quintetto, contro la "sua" Treviso, e l'impatto decisivo nel parziale finale all'esordio a Trapani, poi poco altro. Tutto sommato, niente di trascendentale né nel bene né nel male, prima della serata in Islanda e tutti i miglioramenti palesati con la canotta azzurra.
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La domanda sorge spontanea: Messina e Banchi sfruttano meno del dovuto le qualità di Bortolani e Akele, soprattutto nell'ottica di allargare le rotazioni e dare riposo ad altri elementi del roster? A livello esclusivamente atletico, fisico, "energetico", sicuramente i coach sarebbero i primi a voler garantire un ricambio continuo. E la pallacanestro mostrata dai due dimostra come, anche "non giocando mai", l'esperienza quotidiana con strutture, staff tecnici e compagni di livello Eurolega abbia innalzato il livello di confidenza nel proprio gioco. Altrettanto innegabile, però, che i minuti di Bortolani diano meno garanzie rispetto a quelli di Causeur/Brooks/Tonut/Bolmaro; i momenti in cui Akele calca il parquet con le V Nere non hanno lo stesso valore di quelli di Shengelia/Polonara/Grazulis.
Confidare in un maggior utilizzo di Bortolani e Akele tra Olimpia e Virtus è più che corretto: significherebbe dare sostegno al progetto di sviluppo di giocatori con un grado iniziale, fisico e tecnico, inferiore rispetto ai compagni di reparto. Si sarebbe però pronti a dichiarare la stessa fiducia anche quando, al fianco di compagni mentalmente e fisicamente affaticati da un calendario assassino, una sfida con tanto Bortolani o Akele sul parquet coincida magari con una sconfitta, contro un avversario inevitabilmente più fresco e stimolato, senza cedere all'isterismo di critiche e polemiche? Si è disposti ad accettare serenamente una non-vittoria?
Intando godiamoceli, Bortolani e Akele, su palcoscenici che permettono loro di sbagliare una battuta e riprovarla subito dopo.