Intervenuto su La Prealpina, il presidente della Openjobmetis ha ribadito la conferma delle gerarchie attuali in casa biancorossa: "Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, però la pallacanestro a Varese ha una enorme cassa di risonanza e certe situazioni possono causare brutte figure alla città. Se la squadra gioca male, fischi e critiche fanno parte del gioco; insulti e minacce no. Luis (Scola) prosegue nel quotidiano e incessante lavoro in cerca di partner che credono nel progetto. I risultati sono il miglior biglietto da visita per attirare investitori, ma abbiamo già delle certezze: la foresteria, il Campus, le giovanili con due ragazzi di Varese (Librizzi e Assui) che stanno in campo bene e altri bei prospetti da far crescere. Dal 2025/26 si dovrebbe aggiungere l'impatto economico di Varese Sports and Entertainment, con il completamento dei lavori a Masnago. Kastritis? Il coach è un punto fermo: in quest'annata abbiamo lanciato Librizzi e Assui oltre a rigenerare Alviti da protagonista. Ma le somme vanno tirate a salvezza aritmetica: per il futuro sono ottimista, ma vorrei avere la certezza della serie A prima di sedermi ai tavoli. Non ci sono dubbi sul valore della svolta data dal coach: ha dimostrato personalità e competenza, gestendo la situazione con polso e correttezza. È autorevole senza essere autoritario: la prima si guadagna con la credibilità dei fatti, evitando la seconda che spesso è inutile. I risultati negativi avevano tolto autostima alla squadra; le vittorie non sono arrivate subito, ma sin dalla prima partita dell'era Kastritis abbiamo dimostrato di poter competere su ogni campo".