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Caso Floyd, Kareem Abdul Jabbar: "In USA razzismo virus peggiore del Covid"

L'ex stella Nba sui fatti di Minneapolis: "Si è riaperta la stagione di caccia al nero"

31 Mag 2020 - 17:00
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Nella società statunitense "il razzismo è istituzionale" e si tratta di "un virus più letale del Covid-19". A scriverlo come opinionista del quotidiano 'LA Times' è Kareem Abdul Jabbar, il fenomeno dei Lakers (e prima dei Bucks) inventore del 'gancio cielo' con cui regalava titoli alla sua squadra fra un assist a Magic Johnson e una stoppata. Ma Jabbar è sempre stato, fin dai tempi in cui non aveva ancora abbracciato la fede musulmana e si chiamava Lew Alcindor, un paladino dei diritti degli afroamericani, quindi non poteva certo rimanere insensibile a quanto accaduto a Minneapolis

Commentando sul giornale di Los Angeles la morte di George Floyd, Kareem scrive anche che "si è riaperta la stagione di caccia al nero, ma la comunità afroamericana è al limite perché per troppi anni è come se avesse vissuto dentro a edifici in fiamme". Adesso invece le fiamme ci sono in varie città degli States, a causa delle manifestazioni di protesta dopo la morte di Floyd e l'ex superstar dei Lakers, pur condannando la violenza ("non voglio vedere negozi saccheggiati ed edifici incendiati"), spiega che "forse la principale preoccupazione della gente di colore in questo momento non è se i manifestanti stanno a tre o sei piedi di distanza, o se alcune anime disperate rubano delle magliette o incendiano un commissariato, ma che i loro, figli, mariti, mogli, fratelli e padri rischiano di essere assassinati dalla polizia solo per essere andati a fare una passeggiata o per essersi messi alla guida". 

"E si chiedono se essere nero significhi - aggiunge - rifugiarsi in casa per il resto della vita perché il virus del razzismo che infetta questo paese è più mortale del Covid-19". L'analisi di Jabbar è amara, perché secondo lui la comunità afroamericana "è abituata al razzismo istituzionale inerente all'educazione, al sistema della giustizia e a quello del lavoro. E nonostante si sia fatto di tutto per aumentare la coscienza pubblica e politica, poco o nulla cambia. Il Covid-19 ha acuito le conseguenze, visto che noi neri moriamo a un ritmo significativamente più alto dei bianchi, siamo i primi a perdere il lavoro e osserviamo impotenti come i repubblicani tentino d'impedirci di votare. E intanto sembra si sia riaperta la stagione della caccia al nero".

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