Il "tiro da 4" dell'ex Efes regala la vittoria a Bologna, alla prima di coach Ivanovic: 23 i punti per Will che, come col Partizan, se in serata è da MVP
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31 maggio 1998, 18.4" alla sirena del 4Q di gara 5 di finale scudetto tra Virtus e Fortitudo. Pedrag Danilovic realizza la tripla con fallo più famosa della storia di Bologna, portando al supplementare una sfida che sarà decisiva per l'assegnazione del titolo alle Vu Nere. Quello di Will Clyburn alla Fernando Buesa Arena non è un istante che sarà ricordato come "il tiro da 4" del PalaMalaguti, con un impatto emotivo lontano anni luce per avversario e valore della partita. Ma la vittoria della Virtus contro il Baskonia, alla prima di Dusko Ivanovic da head coach bianconero, ci ha nuovamente ricordato come occorra pensarci due volte prima di decretare la "fine" della carriera di un campione.
Per la seconda volta dopo il 69-70 a Belgrado, Clyburn è il volto copertina di una vittoria di Bologna in questa Eurolega. Nei Paesi Baschi sono stati 23 punti (9/17 dal campo, 3/5 ai liberi), 4 rimbalzi difensivi, 4 assist, 3 palle perse e ben 6 falli subiti a renderlo il simbolo della scossa percepita nell'ambiente virtussino con l'arrivo di coach Ivanovic: una di quelle partite in cui, per Will The Thrill, sentirsi "il miglior 3 in Europa" non è soltanto la rivendicazione di orgoglio di una stella nella fase discendente della propria parabola ma è un dato di fatto.
Nel sistema dell'allenatore montenegrino, fatto di responsabilità offensive più condivise e richieste difensive più concentrate sulla singola marcatura, Clyburn sembra si stia "facendo allenare" come mai prima d'ora in Virtus: vederlo condurre in prima persona la transizione dopo un rimbalzo difensivo catturato e osservare la sua pressione a tutto campo in qualche possesso difensivo dice moltissimo del diverso coinvolgimento, mentale in prima istanza, dell'ex Efes.
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Poi c'è il differente utilizzo che ne sta facendo lo staff di Ivanovic, soprattutto in attacco: il campione è minuscolo, ma le trasferte a Milano e Vitoria sono state le prime due gare consecutive della stagione di Clyburn (Eurolega, LBA e Supercoppa comprese) con almeno 4 possessi conclusi con un suo isolamento spalle a canestro - le altre due occasioni, grazie al tracciamento di Synergy, in cui i post up in singola partita sono stati superiori a 3 sono la trasferta di Varese e, guarda caso, la vittoria a Belgrado.
Sia contro le ali piccole (Rogkavopoulos) che contro le ali grandi (Sedekerskis, Moneke) del Baskonia, Clyburn si è dimostrato ancora un attaccante di massimo livello nel gestire i contatti. Trovando poi lo stimolo, e il ritmo, per caricarsi la Virtus sulle spalle nel momento topico: 8 degli ultimi 12 punti di Bologna hanno impressi il marchio di Will, ultimi 4 compresi. Nei quali le responsabilità di Moneke non mancano - il "Ok 3 but no foul" di Pablo Laso, urlato alla squadra pochi istanti prima del contatto sulla tripla disperata di Clyburn, non farà dormire sonni tranquilli al coach basco -, ma la storia non viene mai scritta senza avere un lato oscuro. E "il tiro da 4" di Clyburn a Vitoria, pur senza la memorabilità di quello di Danilovic, è destinato a rimanere per sempre nella mente della Virtus Bologna.
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