Scelte estive che non stanno pagando, gioco che latita, squadra senza personalità, incubo di un nuovo fallimento europeo: contro l'Efes sono arrivati i fischi del Forum
di Enrico De Santis© IPA
Olimpia Milano, abbiamo un problema. Sono bastate 5 partite di Eurolega per aprire la crisi in casa EA7: 4 sconfitte e 1 vittoria sono un bilancio negativo che impone urgenti riflessioni e tempestivi interventi. Lo spettro di una terza campagna europea fallimentare si è già materializzato dalle parti del Forum di Assago: quella contro l'Efes è la sconfitta numero 42 nelle ultime 73 partite (sommando le ultime due stagioni all'avvio di quella in corso).
"Siamo stati una barzelletta", "Il nostro primo tempo è stato una vergogna": sono i titoli delle due ultime conferenze stampa di Ettore Messina dopo la partite perse contro Zalgiris Kaunas ed Efes. Dopo la grottesca rimonta subita dai lituani ci si aspettava una reazione di carattere contro l'Efes, nonostante l'assenza per infortunio dell'intero reparto centri (Nebo, Diop e perfino McCormack). E invece i primi 20 minuti contro i turchi sono stati semplicemente indecorosi: squadra molle, impaurita, perfino svogliata in alcuni suoi elementi teoricamente cardine. Una produzione offensiva da film horror (25 punti in 20 minuti), la solita - ormai già cronica - friabilità difensiva contro gli esterni avversari e partita persa senza mai esserci realmente entrati, un pò come con Monaco e Olympiacos.
La reazione d'orgoglio del terzo quarto, dopo i fischi che hanno accompagnato giocatori e staff nello spogliatoio per l'intervallo, è l'unico aspetto da salvare. Anche se non cambia la sostanza e va detto chiaramente: questa Olimpia oggi non può competere per l'obiettivo dichiarato di raggiungere i playoff. Nemmeno attraverso i play-in, per essere ancor più chiari.
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La costruzione del roster è apparsa da subito incompleta, con almeno 3 buchi. Il reparto esterni (quello che solitamente ti fa vincere - o perdere - le partite) non ha un leader tecnico e/o carismatico che sarebbe stato necessario per far crescere Neno Dimitrijevic. Il macedone è palesemente in difficoltà, al suo primo anno di Eurolega: fatica a prendere la squadra in mano e a mettere in ritmo i compagni, tira con percentuali molto basse, non è in grado di tenere difensivamente praticamente nessuno. Qualcosa di meglio sta facendo Leandro Bolmaro, che però non ha assolutamente cancellato i dubbi di chi non lo ritenesse il playmaker adatto a guidare la squadra. Solidissimo in difesa, bravo ad attaccare il ferro, elemento prezioso in qualsiasi quintetto, ma non può essere lui il pilota di una squadra che ha come ambizione il raggiungimento dei playoff. Semplicemente perchè il playmaking non è la sua skill principale.
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Il secondo buco, anche questo preventivabile, riguarda i lunghi. Dietro a Josh Nebo, il miglior acquisto che l'Olimpia potesse fare nel reparto, sarebbe servito un backup più pronto e con esperienza di Eurolega. David McCormack sembra essere molto lontano da quel livello, Ousmane Diop ha dimostrato di poter dare qualche minuto di buona intensità, ma chiedergli di più sarebbe poco onesto.
E poi l'altra esigenza, già emersa in passato. Manca un'alternativa a Shavon Shields, che ha pure avuto un avvio di stagione molto in chiaroscuro con più bassi che alti, a cui Messina non riesce e non può rinunciare anche nelle serate no del danese.
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Urge intervenire alla svelta per rimediare, anche se adesso il mercato non offre certo tanti pezzi pregiati. Ma aspettarsi che l'arrivo o gli arrivi di nuovi giocatori basti per invertire il trend sarebbe un gravissimo errore. Perchè la svolta deve necessariamente arrivare dalla panchina. Questa squadra - dopo due mesi di lavoro in palestra - non ha un sistema difensivo credibile e in attacco spesso sembra improvvisare. Per non parlare dell'anima, del cuore, del carattere che dovrebbe mettere in campo per cancellare due mediocri dodicesimi posti che gridano vendetta, frutto di errori sul mercato e di pessima gestione di molte partite.
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Milano ha un coach (e uno staff tecnico) di altissimo livello che deve fare la differenza. Negli ultimi due anni non ci è riuscito, nonostante investimenti notevoli: in pochi club di Eurolega Messina avrebbe mantenuto il posto in panchina (e dietro alla scrivania).Ora però serve una scossa, una scarica per animare una stagione che di fatto non è ancora iniziata. Cambiare allenatore? È un'ipotesi che solitamente viene presa in considerazione in situazioni come queste, ma non a Milano: Giorgio Armani e Pantaleo Dell'Orco lo hanno sempre difeso, oggi come in passato nei momenti più duri. E allora - con buona pace dei suoi detrattori - starà a lui trovare la chiave per svoltare in fretta. Perché in caso contrario - come insegnano gli eventi degli ultimi due anni - il finale del film è già scritto.