L'ex stella dell'Olimpia Milano: "Non ho nessuna fretta e non devo bruciare le tappe"
Gigi Datome, ospite del talk 'Grazie Gigi' nell'ambito delle celebrazioni di 'Sky 20 anni' al Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano, a Roma, ha parlato del suo recente ritiro dal basket. "Da giocatori viviamo esperienze per tutta la vita che sono convinto mi torneranno utili dopo. Il lavorare duramente per ottenere gli obiettivi, ad esempio, oppure la disciplina, il feeling per capire la squadra l'umore dei compagni che ti dà solamente il vivere nella pancia dello spogliatoio, la leadership - ha spiegato l'ex stella dell'Olimpia Milano - . Ci sono tante cose che aiutano gli sportivi ad affrontare il percorso fuori dal campo. Per adesso sono convinto che la mia visione da veterano che si è appena ritirato puo' essere utile a staff e giocatori. Cercherò di essere una guida per chi ha bisogno di essere aiutato. Quest'anno comunque riparto da zero perché ho tanto da imparare".
Datome ha anche parlato del suo futuro lontano dal parquet che sarà ancora nel mondo del basker che tanto gli ha dato. "Diventare dirigente? Ho sempre avuto grande senso di responsabilità, come grande è l'amore per la pallacanestro. Tuttavia, sono sempre stato onesto con me stesso e mi rendo conto che adesso non sarei in grado - ha aggiunto -. Devo fare il mio percorso e devo fare le cose per bene. Ringrazio ancora l'Olimpia Milano ed Ettore Messina perche' mi stanno dando la possibilita' di imparare. Non ho nessuna fretta e non devo bruciare le tappe".
Una battuta anche sulle persone che hanno influenzato maggiormente la sua carriera. "Nella mia carriera ho cercato di apprendere qualcosa da tutte le persone che ho incontrato, nel bene e nel male. Zeljko Obradovic (coach del Partizan Belgrado, ndr) ha segnato la mia carriera, come è stato importante anche Brad Stevens (capo della dirigenza dei Boston Celtics, ndr) - ha spiegato Datome -. Ci sono stati tanti che magari avevano ruoli anche marginali nelle società che però trasmettevano tranquillità e serenità e che mi facevano capire quanto fosse importante quel ruolo nell'ambiente. Fare un solo nome è molto difficile perché tutti sono stati in un modo o nell'altro dei punti di riferimento".