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Datome: "All'Olimpia non ero dirigente perché non dirigevo nulla"

20 Mar 2025 - 10:00

All'interno di un'intervista concessa a La Repubblica, Gigi Datome (coordinatore delle attività del Settore Squadre Nazionali maschili di Italbasket) ha ripercorso il finale di carriera da giocatore e l'inizio da quello da "dirigente" all'Olimpia Milano: "Milano rappresenta un capitolo importante della mia vita: mi ero rimesso in gioco a 33 anni, dopo momenti bellissimi al Fenerbache dove ero coccolato e molto amato dalla gente, con un allenatore come Messina di altissimo livello e di grandissime pretese. Mi mancava di vincere lo scudetto in Italia e l'Armani mi ha dato la possibilità di farlo, chiudendo la carriera da protagonista, cosa che speravo ma per nulla scontata. È stata una bella sfida che mi ha permesso di conoscere persone di altissimo livello professionale umano e di giocare al fianco di compagni straordinari. Milano è particolare, è difficile sentirsi coccolati come a Istanbul ma, ancor di più, rispettati. E io il rispetto l'ho sentito dal primo momento in cui sono arrivato. La città è un ricordo forte per me e la mia famiglia, è nata mia figlia, ho vissuto il momento migliore dell'era Armani, conquistando le Final Four e i playoff di Eurolega. È stato molto bello. Il passaggio da Milano in FIP? Già in aprile, però, avevo discusso con Messina l'offerta ricevuta dalla Federazione. All'Olimpia non ero un dirigente perché non dirigevo nulla, ma solo l'Ambassador e non avevo alcuna responsabilità. È stato un anno importante per capire la mia nuova strada di cui sono grato al club, probabilmente avrei potuto continuare a farlo anche se avessi accettato il mio nuovo ruolo in Federazione, ma la cosa strideva un po', vedevo il rischio di un piccolo conflitto di interesse. Il lavoro in Nazionale è tanto, comporta decisioni e va fatto per bene".

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