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Eurolega, 50 milioni di motivi per andare ad Abu Dhabi

L'accordo con gli Emirati Arabi Uniti per l'organizzazione della Final Four 2025 ridefinisce i confini geografici, economici ed etici del basket europeo

04 Dic 2024 - 09:31
 © Ufficio Stampa

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Manca ancora un documento ufficiale a confermarlo, essendosi tenuta la riunione tra i membri fondatori di EuroLeague ed ECA nella giornata di martedì 3 dicembre. Ma le fonti che hanno fatto trapelare la decisione sono talmente integrate nelle dirigenze di Eurolega - il portale greco SDNA ed EuroHoops, media partner ufficiale della competizione - da essere considerate una sorta di ufficio stampa: le Final 4 2025 di Eurolega si disputeranno, tra venerdì 23 e domenica 25 maggio, alla Etihad Arena di Abu Dhabi.

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Se Belgrado e la Stark Arena parevano i favoriti per l'assegnazione dell'evento principale del basket europeo per club, la rimodulazione della proposta emiratina ha fatto troppo gola ai club. La candidatura di Abu Dhabi, sostenuta economicamente da IMG (media company che cura l'immagine di EL su scala globale), è risultata più convincente grazie alla trasformazione dell'iniziale triennale da €25 mln in un 1+2 da €50 mln totali: la possibilità di uscire dall'accordo dopo una sola stagione e il raddoppio del guadagno previsto è troppo ghiotta. In più, il legame con IMG stessa dovrebbe consolidarsi ancor di più: il contratto con l'azienda forndata da Mark McCormack, in scadenza nel 2026, verrebbe automaticamente esteso al 2036.

© IPA

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Oggetto di riflessione è anche il virgolettato di una fonte interna di Eurolega, riportato in entrambe le fonti principali: "Le Final 4 di Abu Dhabi rappresentano un primo passo verso una nuova regione. Resta da capire se questo potrà portare ad altre attività in Medio Oriente. Questa prima esperienza fornirà molti insegnamenti, che determineranno eventuali discussioni future". Magari fornirà un modello per l'investimento in infrastrutture moderne e coinvolgenti: la Etihad Arena, 18.000 posti che hanno già visto da vicino l'NBA (6 gare di preseason dal 2022 a oggi) e Team USA (diverse amichevoli in preparazione al Mondiale 2023 e ai Giochi Olimpici di Parigi) e si prestano agli usi più disparati - nell'ultima settimana, l'Etihad Arena ha ospitato un musical di Lang Lang, un concerto di Anastacia e Sean Paul e il World Supercross Grand Prix - è l'unico elemento "extracampo" per cui è già possibile assicurare sia all'altezza di un evento come la Final 4 di Eurolega.

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Già la mancanza di unanimità nella votazione, e la votazione in sé, racconta tutte le contraddizioni celate dietro una ragione puramente ed esclusivamente economica. Dei 13 membri fondatori, solamente 11 avrebbero acconsentito al disputare l'atto finale di Eurolega negli Emirati Arabi Uniti: Olympiacos e Real Madrid, tra l'altro due tra le indiziate per volare in Medio Oriente nell'ultimo weekend di maggio, non hanno votato a favore. Contraddizione delle contraddizioni, altri membri dei biancorossi ateniesi hanno espresso posizioni più morbide riguardo ad Abu Dhabi.

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Così Moustapha Fall e coach Bartzokas, intercettati da SDNA prima di volare a Monaco per la trasferta di stasera (ore 19): "Non mi interessa dove si giocheranno, voglio solo che vinciamo la Final 4. Prima vogliamo essere presenti, poi vogliamo conquistare l'Eurolega", il centro francese; "Innanzitutto non è detto che ci saremo noi, alla Final 4. Dobbiamo affrontare l'argomento se e quando ci importerà. Come scelta, ci sono dei criteri e avranno valutato quelli", il coach greco.

Fa sorridere, amaramente, il voto a favore del Maccabi Tel Aviv, squadra israeliana che, in cambio del gettito assicurato dagli sponsor emiratini, appoggia la scelta in favore di non certo un alleato geopolitico. Fa sorridere, amaramente, anche la continua inclusione del CSKA Mosca nel board, nonostante i russi non possano partecipare all'unica edizione effettivamente assegnata. Scelte pienamente legittime: è inutile indignarsi o sorprendersi per le decisioni prese da una lega privata, portata inevitabilmente ad anteporre la componente economica a tutto il resto. Oltre a far sorridere amaramente, dovrebbe far riflettere.

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