L'MVP della finale con Milano (23 punti) ha dominato il duello con Mannion e Dimitrijevic: al primo vero anno in Europa, scartato dall'NBA, il play americano è nel suo contesto ideale
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Sommando le cifre del quarto di finale con Reggio Emilia quelle della semifinale con Trieste, la Frecciarossa Final Eight 2025 di Jordan Ford non si presentava come la più brillante: 18 punti (5/16 dal campo, 7/9 ai liberi), 4 rimbalzi, 1 assist e 3 perse, -11 di plus/minus in 41'. Soprattutto la sfida coi giuliani aveva messo in luce tutte le difficoltà di una guardia che, per bocca di coach Galbiati stesso, "è alto come me ma è più piccolino di me (185 cm per 79 kg), dobbiamo proteggerlo". Nemmeno 24 ore dopo l'82-79 con Trieste, però, ecco alzarsi la palla a due tra Dolomiti Energia Trentino ed EA7 Emporio Armani Milano.
23 punti (6/12 dal campo, 9/9 ai liberi), 3 falli subiti, 2 rimbalzi e 1 assist, +15 di plus/minus in 24': la versione più immarcabile e sfuggente di Ford, tolta dal congelatore per imbandire la tavola di una delle più grandi occasioni della storia bianconera. Meglio della finale di Torino, almeno da un punto di vista realizzativo, il 26enne californiano aveva fatto solamente 3 volte in stagione: a Gran Canaria nell'esordio in EuroCup (32 punti a Gran Canaria, sconfitta), con Varese (24 punti e 4 assist nel 106-100 di ottobre) e a Scafati (25 punti con 10/17 al tiro nel 110-119 dell'8 dicembre) in Serie A.
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Lo aveva preannunciato coach Galbiati, a pochi istanti dalla semifinale vinta con Trieste: "Milano? Dovremo essere bravi ad attaccare i loro punti deboli. Non possiamo battere tutti, ma qualcuno meno tosto c'è". Detto, fatto: individuati Mannion e Dimitrijevic come ventre molle della difesa biancorossa, a punire i playmaker milanesi dal palleggio ci ha pensato principalmente Ford, mandando in rotazione tutta la difesa di Messina e guadagnandosi tanti fischi e viaggi in lunetta. Simbolico è stato il canestro del 44-54, primo vantaggio in doppia cifra della finale di Trento: con Milano costretta a cambiare su tutti i blocchi per mantenere la pressione sulla palla, l'isolamento di Ford contro Nikola Mirotic si è concluso col #33 di Messina bruciato sul cambio di direzione, canestro in corsa del #5 bianconero e Saliou Niang con le mani tra i capelli, impazzito per la giocata del compagno.
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Quello che Ford sta producendo da inizio stagione è un impatto da "microonde" dalla panchina, capace di accendersi in pochissimi secondi e scaldare il cuore dell'Aquila. Il compagno di college a Saint Mary's di Tommy Kuhse, play di Tortona (2017/18), e Jock Landale, centro di Phoenix visto anche a Parigi 2024, ha avuto un ambientamento sperato dallo scouting e dalla dirigenza trentina, ma tutt'altro che scontato. 6 gare coi Sacramento Kings nel 2023/24, tanta G League (Agua Caliente Clippers e Stockton Kings) e solamente 6 gare col Peristeri in Grecia come unico precedente in Europa (marzo-giugno 2021) non sono il curriculum che potesse fornire le maggiori garanzie, ma il talento offensivo di Ford sta andando ben oltre.
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16.9 punti di media in LBA (4° miglior realizzatore del campionato dopo Gray, Hands e Olisevicius) e 2.9 assist a gara (solamente Quinn Ellis ne mantiene mediamente di più a Trento) sono numeri notevoli, per un quasi rookie della pallacanestro europea. Praticamente identici, tra l'altro, a quelli registrati in una competizione dal livello medio ancor più alto come EuroCup - 16.4 punti e 2.8 assist, con percentuali dal campo da specialista e non da giocatore di volume qual è: 62.6% da 2, 44% da 3, 91.1% ai liberi.
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Il contesto difensivo di Trento, con tanta pressione di squadra sulla palla, lo sta aiutando a mascherare le limitazioni fisiche e atletiche. Alzi la mano ora chi, a Milano e nel resto dell'élite del basket italiano, vorrà avere a che fare con Jordan Ford nelle serate di fine primavera, quando la palla scotterà per tutti ma un po' meno per lui.