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L'italiano si racconta, tra il presente in NBA e il sogno di terminare la carriera con l'Olimpia
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Il ritorno sul parquet dell'NBA con la canotta degli Washington Wizards significa solo una cosa per Danilo Gallinari: la fine di un calvario. Un viaggio tortuoso e in salita, cominciato più di un anno fa quando la grande occasione da vivere con i Boston Celtics si interruppe per la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Ora il campo ritrovato, e poco importa se i numeri in questo avvio non sono stati dalla sua parte (proprio contro Boston, stanotte, ha chiuso con solo tre punti in 16 minuti). Le sensazioni positive ci sono, e anche lo spazio per sognare ancora: “Prima di tutto contava ricominciare. Ritiro? Dipenderà dal fisico, più che dalla testa. La testa però dice di chiudere a Milano. Vincendo”.
Nel corso di una lunga intervista al Corriere della Sera, il Gallo ha raccontato emozioni, desideri, ma anche rimpianti, a partire dalla storia d’amore terminata troppo in fretta con Boston che ha deciso di non puntare su di lui dopo l’infortunio nella passata stagione: "Non è facile affidarsi a un giocatore di 35 anni reduce da un serio infortunio. Certo, conoscendo me stesso sapevo di poter tornare ad alto livello. Però, la non conferma ci sta. Si è esagerato sulla rivalsa verso i Celtics che non mi hanno tenuto dopo che ho perso la stagione per recuperare dall’infortunio. Non ho vendette da consumare, dell’esperienza a Boston rimane solo il dispiacere di non aver potuto sfruttare l’occasione".
Le annata passano e il tempo vola ("tra NBA e Nazionale ne ho perso così tanto che non so se riuscirò a recuperarlo tutto"), ma per Gallinari la permanenza in America è l’occasione giusta per continuare a sognare il Larry O'Brien Trophy: "È l’Obiettivo, con la O maiuscola. Spero, prima o poi, di avere l’occasione giusta. In 16 anni ho avuto due occasioni: a Denver prima di farmi male a un ginocchio e poi l’anno scorso con i Celtics. Ma a Boston si è ripresentato…il crociato: allucinante. Dei Wizards mi piace l’aria nuova nel front office: ci sono grandi manager con cui ho già lavorato. Vogliono rilanciare Washington, ringrazio loro - e Wes Unseld jr, l’allenatore che conosco dai tempi in cui era vice a Denver - per avermi dato fiducia".
A 35 anni e con una lunga carriera alle spalle, Gallinari si gode le ultime stagioni ancora nelle corde e festeggia il suo ritorno in campo. Con un ultimo sogno, custodito in quel cassetto in cui ha raccolto tutti i ricordi e le emozioni di una vita intera trascorsa sul parquet: "Ritiro? Dipenderà dal fisico, più che dalla testa. La testa però dice di chiudere a Milano. Vincendo".