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Gandini: "Il basket è il primo sport di squadra in Italia dopo il calcio"

Le parole del presidente di LBA Serie A: "L'audience è ringiovanita. Il basket italiano oggi non ha campioni azzurri direttamente riconoscibili"

11 Apr 2025 - 10:33
 © legabasket.it

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Il Presidente della Lega Basket Serie A, Umberto Gandini, è stato intervistato da Umberto Zapelloni all’interno dell’edizione annuale de “Il Foglio a San Siro”: “Il basket italiano sta bene seguendo un percorso iniziato negli anni seguenti alla pandemia. Gli indicatori che abbiamo sono tutti in crescita, così come cresce l'affluenza nei palazzetti e senza dubbio l'intensità e la competitività a livello del campionato. Ci eravamo posti come obiettivo l'allargamento della base cercando di andare verso un pubblico più giovane adottando un linguaggio diverso e al contempo riportare il basket a essere rilevante nel panorama sportivo italiano. Ora posso dire che il lavoro fatto dalla Lega, con i suoi dipendenti e consulenti, e dalle 16 società ci ha portato a ritornare a essere il primo sport di squadra in Italia dopo il calcio”.

Gandini ha inoltre sottolineato l’aumento di popolarità del basket, soprattutto nelle generazioni più giovani: “Il basket è uno degli sport più diffusi al mondo e quindi è sicuramente un terreno fertile. Avere intrapreso un piano strategico che ci ha portato a ringiovanire l’audience, andando contro la tendenza che c’è un po’ in tutti gli sport verso l’invecchiamento del suo pubblico, ci fa ben sperare. Poi il lavoro fatto dalle 16 società a livello locale, che va al di là della gestione della Lega, ha dato i suoi frutti. Certo è un lavoro difficile in quanto tutto lo sport che non è calcio è diventato uno sport di nicchia e l'ampiezza di questa nicchia è spesso correlata al valore dei protagonisti, come succede adesso nel tennis con Sinner. Il basket forse oggi non ha campioni italiani direttamente riconoscibili, un po' perché giocano all’estero e non sono direttamente trainanti per il prodotto nazionale. Poi, come vediamo ad esempio nella pallavolo maschile e femminile, i risultati della Nazionale trascinano il campionato e questo a noi manca da qualche anno. Ma lavoriamo tutti insieme con la Federazione per i nuovi progetti che sta portando avanti con Gigi Datome e Salvatore Trainotti che ci fanno sperare di avere un buon risultato al prossimo Europeo”.

Un altro tema riguarda i ricavi e i prossimi passi della Lega: “Uno degli aspetti fondamentali che interessano maggiormente le società è quello della sostenibilità. Noi non abbiamo ancora raccolto dal mercato quello che riteniamo sia il nostro valore, nonostante una obiettiva crescita dimostrata dai nostri eventi Supercoppa e Final Eight. Abbiamo di fronte un nuovo triennio che ci auguriamo sarà di ulteriore crescita e guardiamo con curiosità al mercato televisivo domestico, che sia la trasmissione streaming in abbonamento o che sia la diffusione più ampia in chiaro, se ci darà le risorse che meritiamo. La Final Eight? È arrivata a un livello di importanza che forse tre anni fa non immaginavamo. L’impianto di Torino è, secondo me, uno degli impianti migliori in Italia per fare sport indoor e la città di Torino e la Regione Piemonte hanno risposto molto bene. Sicuramente si può migliorare, essendo un format che occupa 5 giornate: possiamo fare ancora meglio nei quarti di finale, anche se questo dipende spesso dagli accoppiamenti e dalle partite in programma per quelle giornate che si conoscono molto avanti”.

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