Il francese è volato dalla Cina per firmare col Barça, ma l'accordo era saltato durante il viaggio aereo: "Mi hanno preso in giro". L'agente: "Non si può lavorare così"
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Il secondo capitolo del rapporto di amore e odio, pienamente reciproco, tra il Barcellona e Thomas Heurtel si è consumato tra domenica 29 dicembre 2024 e venerdì 3 gennaio 2025.
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In breve: nel fine settimana scorso, per sostituire Raul Neto - a sua volta aggiunto nel mese di novembre per tamponare l'infortunio che aveva messo fine alla stagione di Nico Laprovittola dopo sole 4 gare di Eurolega -, i blaugrana contattano Octagon, l'agenzia di riferimento per il mercato europeo di Heurtel; accertata la disponibilità immediata del 35enne francese di preparare i bagagli, suoi e della famiglia, martedì si arriva al contatto telefonico diretto tra il play e coach Peñarroya; giovedì, il Barça comunica il taglio di Neto; lo stesso giorno, sistemate le carte e acquistati i biglietti aerei, Heurtel, moglie e tre figlie si imbarcano da Shenzhen, dove l'ex Real Madrid e Zenit ha disputato 10 partite in stagione coi Leopards (nel cui staff tecnico, tra gli altri, c'è anche il nostro Marco Ciarpella); venerdì, dopo 15 ore di volo, Heurtel atterra in Catalogna, convinto di firmare il contratto fino al termine della stagione e, aspettando il resto della squadra in trasferta a Parigi, essere a disposizione già per il derby di Liga contro Badalona (oggi, ore 12.30). Piccolo problema: all'aeroporto El Prat, non c'è nessuno del Barcellona ad accoglierlo.
David Carro, CEO di Octagon, ha così organizzato una conferenza stampa lampo per chiarire, lato giocatore, la vicenda: "Il Barça ha acquistato il nostro volo, mercoledì ha fissato le visite mediche e ha indicato il 3 come futuro numero di maglia di Thomas. Josep Cubells (DS della sezione cestistica della polisportiva barcelonista, nda), ci ha poi chiamato dicendo che non si poteva più fare. Senza alcuna spiegazione. Mi ha chiamato chiedendomi di non salire sull'aereo, ma stava già volando. Il giocatore era entusiasta di tornare al Barça. Sapevano che, liberi e al suo livello, non c'erano giocatori sul mercato. Se però ci si immaginava che sarebbe nata una rivolta sui social network e il club cambia idea, il problema è molto serio. Non si può lavorare così. Penso che non sia molto serio ritirarsi dalla firma. Pensavo che le parole e l'onore valessero qualcosa. Se rivelassi alcune cose, sarebbe uno scandalo".
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Di motivazioni, tra il risentimento di una buona parte di tifo e dirigenza a rivedere Heurtel in blaugrana e il tentativo di stringere il più possibile i cordoni della borsa per poter tesserare Dani Olmo e Pau Victor nella prima squadra del calcio, ne sono state ipotizzate diverse. Il silenzio in merito della società catalana, in ogni caso, è l'ultimo dei problemi in relazione al danno d'immagine autoprovocatosi dai catalani. E che uno dei 13 soci fondatori di Eurolega, dotato di licenza pluriennale e diritto di voto per le decisioni fondamentali per il futuro dell'istituzione (la sede stessa di EL è in Quatre Camins, mezz'oretta di macchina dalla Sagrada Familia...), non venga ora sanzionato, per la mancanza di tutele garantite al giocatore, creerebbe un precedente assai pericoloso.
"Peñarroya mi ha detto cosa si aspettava da me. Abbiamo parlato al telefono per circa 15/20 minuti, è stato emozionante. Le sue parole esatte sono state: "Spero che arriverai il prima possibile a Barcellona". Penso che al Barça mi hanno preso in giro. Ed è la seconda volta: la prima era stata a Istanbul. Questa volta è peggio, perché anche tutta la mia famiglia si è trasferita": ad aggiungere rancore al tutto, le parole di Heurtel in conferenza indicano come le vicende del 2021 fossero legate al dito non solo dei dirigenti e degli aficionados del Barça.
Già: tra il 2017 e il 2021, Heurtel aveva già indossato la canotta blaugrana, contribuendo da MVP alla vittoria di un paio di Copa del Rey (2018 e 2019). Proprio il finale, tra ripetuti infortuni e un rapporto tecnico mai sbocciato con coach Jasikevicius, è stato una rottura memorabile: a una settimana dalla chiusura definitiva del mercato di Eurolega a febbraio '21, Heurtel era stato lasciato a piedi dopo la trasferta a Istanbul col Fenerbahce. Motivo? Trattativa gestita "in segreto", all'oscuro della dirigenza catalana, per passare a stagione in corso ai rivali del Madrid.
Se la responsabilità di quella decisione così drastica e ingiustificabile è sempre stata ricondotta "a una singola persona", stavolta è l'intera macchina organizzativa del Barcellona a mostrarsi inappropriata. "Quando c'è un'altra persona in cima alla sezione che non dà il suo assenso e che impedisce che ci siano acquisti, è un problema molto grande", per citare ancora David Carro. A Joan Laporta (presidente del Barcellona), Juan Carlos Navarro (leggenda sul parquet e ora General Manager, assai meno illuminato, del Barça) e a tutti coloro che contano nella società, saranno fischiate le orecchie...
"Osserva da qualche parte che tutti i grandi avvenimenti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa": Karl Marx si riferiva così al legame tra Hegel e la storia, verso metà '800. Nella prima metà del Ventunesimo secolo, ecco la Storia ripetersi, con Thomas Heurtel e il Barcellona protagonisti.