Il ritiro a 38 anni pone fine alla carriera agonistica, ma non all'eredità tecnica e carismatica di un campione a cui tutti hanno voluto bene
Quando si chiude la carriera di un atleta di uno sport di squadra, fare l'elenco dei trofei rischia sempre di lasciare il tempo che trova. Con Kyle Hines, forse, vale il contrario. Vale la pena ripercorrere tutto ciò che il nativo di Sicklerville ha contribuito a raggiungere, sottolineare i risultati di un percorso che, altrimenti, passerebbero in secondo piano rispetto alla grandezza dell'uomo e del professionista.
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A livello individuale: MVP della Coppa Italia Legadue FIP 2009. 2011 Basketball-Bundesliga Finals MVP. 3 volte EuroLeague Best Defender (2016, 2018 e 2022), VTB DPOY (2016) e 2022 LBA Finals Best Defender.
A Veroli: 2 Coppa Italia Legadue (2009 e 2010). Al Brose Bamberg: Supercoppa tedesca (2010), Bundesliga (2010/11), Coppa di Germania (2011). All'Olympiacos: A1 Ethniki (2011/12) e 2 Eurolega (2011/12 e 2012/13). Al CSKA Mosca: 6 VTB United League consecutive (dal 2013 al 2019) e 2 Eurolega (2015/16 e 2018/19). All'Olimpia Milano: Supercoppa italiana (2020), 2 Coppa Italia (2021 e 2022) e 3 LBA di fila (dal 2021 a oggi).
La discrepanza tra quanto "poco" sia stato riconosciuto unicamente a Sir Kyle e quanto abbia partecipato ai successi di squadra è forse il manifesto principale del giocatore che Hines ha saputo essere sin dal suo approdo in Europa. Gli aneddoti su come coach Trinchieri si sia innamorato di questo centro sottodimensionato in uscita da UNC Greensboro e di quanto gli abbia concretamente offerto rifugio al suo arrivo a Veroli la dicono lunga su quanta strada abbia fatto Hines per convincere, a livello puramente cestistico, di essere all'altezza del professionismo europeo.
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Durante il college non era passato inosservato: South Conference POY nel 2007 (primo e unico nella storia degli Spartans), 6° giocatore nella storia ad accumulare 2000+ punti, 1000+ rimbalzi e 300+ stoppate dopo Derrick Coleman, Pervis Ellison, Alonzo Mourning, David Robinson e Tim Duncan, non proprio gli ultimi arrivati.
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Dubbi tecnici e tattici erosi man mano che il contesto aumentasse di competitività, sapendo di potersi reggere su una professionalità e un'etica del lavoro seconde a nessuno. Dall'esordio in Legadue a quello in Eurolega nel giro di tre stagioni, dalla Veroli di Trinchieri prima e Cancellieri poi all'Olympiacos di Ivkovic e Sfairopoulos in panchina e Spanoulis in campo, passando per il triplete tedesco col Bamberg di coach Fleming. Le due EL consecutive coi biancorossi del Pireo - storica rimonta da -18 in finale col CSKA inclusa - e quelle coi moscoviti, dove Hines culmina il lavoro nella capitale russa iniziato con coach Messina sotto la guida di Dimitris Itoudis.
Dopo una stagione in Germania, due in Grecia e 7 in Russia, però, il richiamo dell'Italia, di Ettore Messina e del Chacho Rodriguez (compagno al CSKA dal 2017 al 2019) è troppo forte: un'Olimpia Milano dalla rinnovata credibilità e autorevolezza a livello internazionale è una destinazione degna per ricevere, almeno in parte, ciò che dentro e fuori dal campo Kyle Hines può offrire.
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L'ulitma istantanea della carriera di Kyle Hines è sì sul parquet, ma non con la classica canotta dell'Olimpia. C'è un palco, un trofeo della LBA in mano a Nicolò Melli, una miriade di coriandoli che stanno per essere sparati nell'aria del Mediolanum Forum. Ci sono cappellini e maglie celebrative del terzo Scudetto consecutivo dell'Olimpia, il 31° della storia di MIlano. Non lo alzerà Melli, il trofeo.
Lo passa nelle mani di chi non è mai stato il vero capitano della squadra, concedendo l'onere e onore ad Andrea Cinciarini e Nik Melli. Ma Kyle Hines è stato il proverbiale leader senza fascia, prudente nell'esporsi quando necessario e altrettanto stentoreo se richiesto dalle dinamiche di campo. Ha costruito fondamenta più solide attorno a sé e ai progetti cui ha preso parte, e Milano non ha fortunatamente fatto eccezione. Per questo non smetteremo di ringraziare Kyle Hines, perché saprà influenzare positivamente chiunque entrerà in contatto con lui, nel mondo della pallacanestro così come nella vita di tutti i giorni. Grazie, Sir Kyle.