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Bologna, senti Brunamonti: "Scudetto? Lo spero. E su Pajola..."

L'ex capitano della Virtus sul finale di campionato: "Milano? È forte, ma siamo 2-0". E sul play: "Si vede quanto tiene alla maglia, per me era lo stesso"

05 Mar 2025 - 11:18
 © IPA

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Il Resto del Carlino ha pubblicato una lunga intervista, a firma di Alessandro Gallo, a Roberto Brunamonti, ex capitano della Virtus Bologna e attuale responsabile del progetto Academy femminile che riguarda under 15 e 16 d'Italia. Un'occasione per toccare tanti temi, partendo dal momento di Bologna.

"È reduce da una bella vittoria. Mi auguro che la proprietà, Zanetti, possa andare avanti. Garantendo quello che ha fatto in questi ultimi anni. Che significa investimenti, spettacolo, risultati".

Con un sogno, l'unico attualmente potenzialmente realizzabile, lo scudetto.

"Spero che, come è accaduto negli ultimi anni, possa arrivare fino in fondo. Poi quando sei in finale, la serie può cambiare per poco. Basta un episodio per cambiare una stagione".

Impossibile, a tal proposito, non parlare della rivalità con Milano.

"È lì, forte. Con il suo gruppo e con i tre scudetti di fila. Ma intanto la Virtus, in campionato, si è portata sul 2-0. Il confronto con la Segafredo Arena, di domenica, non era facile. La squadra veniva da alcune sconfitte e magari c'era pure il tarlo legato alla Coppa Italia. La Virtus ha portato a casa il risultato e l'ha fatto bene, con personalità. Ha messo in campo orgoglio, determinazione e senso di appartenenza".

Un tema che porta in risalto alcune similitudini con Pajola.

"Il paragone non funziona: sono due epoche diverse e ognuno ha le sue caratteristiche. Però credo ci sia un aspetto in comune: l'attaccamento alla maglia. Alessandro ha iniziato con quella maglia, è diventato grande con quei colori. Si vede quanto è legato alla Virtus e per me era lo stesso. Io, anche se non vivo più a Bologna, quella maglia e quei colori non li ho mai dimenticati".

Oltre a un altro punto di contatto: come accaduto a Brunamonti, anche Pajola potrebbe diventare capitano della Nazionale, prima che della Virtus. 

"Potrebbe ripetersi questa storia, sì. L'ho seguito fin dai primi tempi in Nazionale. Anzi, ne ho accompagnato il debutto. Che avesse tutte le carte in regola per diventare un giocatore importante lo si era intuito, non ho scoperto nulla".

Nel ruolo di capitano, oggi, c'è Marco Belinelli.

"Ha quasi 39 anni, ma una classe sopraffina. Contro Milano si è fatto vedere e sentire".

Infine un pensiero su Holiday, senza giudizio definitivo.

"Aspetterei, uno senza valori, talento e testa non avrebbe potuto durare così a lungo nell'NBA. Sta facendo fatica, è sotto gli occhi di tutti. Era fermo, è arrivato in un contesto con qualche problema. Ma è un ragazzo intelligente e si è messo al servizio del gruppo: credo che una mano possa darla".

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