Così il coach dell'Openjobmetis a SportMediaset: "Vogliamo essere un ambiente sano. Librizzi? Cuore gigantesco"
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Dopo quella ottenuta con Pistoia, la vittoria contro la Virtus Bologna è stato il vero capolavoro dell'inizio di stagione dell'Openjobmetis Varese. A raccontarne in esclusiva a SportMediaset è coach Herman Mandole: l'argentino si è soffermato sia sulla serata di Masnago, sia sugli avvicendamenti che hanno caratterizzato i primi mesi dell'annata biancorossa, tra partenze (Nico Mannion) e arrivi (Alex Tyus e, in attesa dell'ufficialità, Keifer Sykes).
Quando ha capito che avreste vinto contro la Virtus Bologna?
"L'ho capito quando mi sembra mancassero 30 secondi o un po' meno. Col layup di Libro (Matteo Librizzi, nda): eravamo sul +9 a 10" dalla fine, lì ho realizzato che avevamo vinto. Ho cominciato a guardare la gente, il mio staff e ho detto "L'abbiamo fatto".
La prestazione di Librizzi è stata semplicemente pazzesca: cos’ha di speciale Matteo?
"Matteo ha un cuore gigantesco, vuole bene a Varese. Lui è cresciuto qua, ama il club: tutto questo è un plus che porta, oltre al bravo giocatore che è".
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La partenza di Mannion l’ha sorpresa? Può trasformarsi in una svolta positiva per voi, responsabilizzando maggiormente tutti i suoi giocatori?
"La partenza di Mannion non mi ha sorpreso: in tutte le squadre i giocatori possono andare via se fanno bene. Alla fine penso che dobbiamo stare uniti con quelli che abbiamo, pensare che questi giocatori sono quelli che faranno bene fino alla fine della stagione. Adesso hanno una responsabilità di più: Librizzi, Jaylen Hands, anche Jordan Harris. Tutti insieme andremo avanti, senza pensare ai giocatori che non sono più a Varese".
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Con l’innesto di Tyus e magari di un nuovo playmaker (Keifer Sykes, non ancora ufficiale, nda), quale può diventare il vostro obiettivo?
"L'obiettivo deve essere sempre lo stesso, è quello della performance. Noi vogliamo essere una squadra che fa bene in attacco, e lo stiamo facendo (Varese è 1° per punti di media in LBA, 96.57). Speriamo di essere una squadra che difende bene: non lo siamo ancora riusciti a fare. Soprattutto, vogliamo essere una squadra con un ambiente sano, in salute, dove sappiamo che ci possono essere discussioni (il coach usa i termini spagnoli conversaciónes e litigaciónes) non sempre piacevoli, ma sempre pensando al meglio per la squadra".