Il presidente della Reyer analizza il percorso della squadra: "Gli infortuni ci hanno penalizzato, ma ora vogliamo regalarci delle soddistazioni"
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La risalita della Reyer è sotto gli occhi di tutti: a un certo punto del percorso la squadra ha ritrovato non solo gli infortunati, ma anche le consapevolezze che aveva smarrito nel complicato inizio di stagione. Lo dice la striscia di risultati (7 vittorie nelle ultime 8 di LBA) e lo racconta anche l'ultima vittoria, ottenuta con un margine di 32 punti contro una delle squadre più in forma del campionato come Trieste.
Ai nostri microfoni il presidente Federico Casarin ha parlato di tutto: delle difficoltà iniziali e di come sono state superate, di Trieste, della voglia di essere protagonisti nell'ultima fase della stagione, dei protagonisti come Kabengele, Ennis e McGruder e anche di un progetto motivo di grande orgoglio per il club, la Reyer School Cup.
Siete la squadra del momento: siete pronti per candidarvi a mina vagante della post season, quella squadra che nessuno vorrebbe mai incontrare?
"Veniamo da un momento importante, un momento in cui stiamo giocando una buona pallacanestro, è anche vero il fatto che abbiamo reintegrato i giocatori che in un periodo hanno avuto infortuni e quindi ci hanno un po’ penalizzato. Intanto prima di pensare alla post season dobbiamo pensare a raggiungerla perché mancano quattro partite che vanno affrontate con la stessa mentalità, con la stessa carica perché sappiamo di affrontare quattro squadre di ottimo livello a cominciare da Trapani che è leader del campionato da dalla prima giornata. Siamo pronti, vorremmo essere protagonisti e regalarci delle soddisfazioni in queste quattro partite che mancano da qui alla fine".
Domenica la squadra ha vinto una gara che alla vigilia era considerata una delle più difficili della stagione. Ha colpito la voglia di vincere per tutti i 40 minuti, anche quando il punteggio era molto ampio. Adesso le cose vanno bene, ma quanto è stato importante il sostegno della società al coach nei momenti difficili? Questo finale di stagione può essere letto come una sorta di rivincita?
"La partita di domenica è stata una partita importante contro una grande avversaria, una squadra forse tra le più in forma del campionato, l’ha dimostrato con i risultati conseguiti nell’ultimo periodo. Abbiamo giocato una gran partita per 40 minuti, tutti i giocatori che sono scesi in campo hanno dato il 100%. Nel momento di difficoltà siamo stati capaci di poter far quadrato e questo è un mantra che abbiamo sempre avuto in questi 19 anni di Umana Reyer. Abbiamo sempre pensato al club, alla squadra, alla società e ai nostri tifosi cercando di guardare sempre con ottimismo al futuro e questo anche grazie alla proprietà e alla serenità che ci ha dato nei momenti difficili. Sappiamo che il percorso è ancora lungo, mancano ancora 4 partite e dobbiamo guardare avanti, non guardarci indietro ed essere convinti delle nostre qualità".
Domenica a Trapani chiuderete un ciclo terribile di scontri diretti che finora vi ha visto vincere con Reggio Emilia, Tortona e Trieste e perdere solo con Brescia: questi risultati hanno accresciuto l'autostima della squadra?
"Affrontiamo Trapani che insieme a Bologna è prima in classifica, una squadra di grande fisicità e qualità, con un pubblico fantastico. Ci attendiamo una partita veramente molto importante, che potrà darci delle chiavi di lettura ancora nuove. Sappiamo anche che avremo altre tre partite che saranno allo stesso modo decisive per il nostro obiettivo, la post season. Partiamo da Trapani, poi penseremo alle altre. Vogliamo dare altre soddisfazioni al nostro pubblico".
Al di là dell’asse Ennis-Kabengele che produce assist, punti e rimbalzi a ripetizione, possiamo dire che la crescita di McGruder abbia alzato di molto il livello di pericolosità offensiva della vostra squadra?
"L’asse play-pivot di quest’anno sta dando grandi soddisfazioni perché sia Tyler Ennis che Mfiondu Kabengele stanno giocando ad altissimo livello. Però sappiamo che le squadre vincente sono quelle dove tutti portano il loro mattone, una palla recuperata, una difesa, un canestro. McGruder rappresenta per noi in questo momento, uscendo dalla panchina, un sesto uomo di lusso. Ci offre la sua qualità, il suo talento e soprattutto la sua dedizione alla squadra".
Si è chiusa la decima edizione della Reyer School Cup, un successo incredibile per numeri e seguito: è il vostro fiore all’occhiello, al di là dell’attività delle vostre squadre maschili e femminili?
"La Reyer School Cup, arrivata alla decima edizione, rappresenta forse la cosa più importante del progetto sportivo, sociale e culturale del movimento dell’umana Reyer. Rappresenta tutti i valori: i giovani, l’appartenenza e il senso di partecipazione. Dieci anni fa non pensavamo di poter arrivare a questo livello. Siamo soddisfatti, grandissima organizzazione da parte dei ragazzi che hanno lavorato in questi mesi e che l’hanno portata a un livello molto alto. È speciale perché condividiamo con i ragazzi, con gli atleti, con le famiglie, con la scuola e con i docenti qualcosa d’importante, un messaggio non solo sportivo, ma di crescita per la loro persona".