Il gigante della Reyer si racconta: dallo zio-idolo alla connessione straordinaria con Ennis, che definisce "uno dei migliori play con cui ho giocato"
di Raffaele Pappadà© IPA
È molto difficile non rimanere impressionati vedendo giocare Mfiondu Kabengele: non solo per il suo strapotere fisico, ma anche per quello mentale. In poco tempo è diventato un giocatore dominante, uno (per dirla come Neven Spahija, ai nostri microfoni, qualche mese fa) "con un talento da NBA".
Dove Kabengele ha già mostrato le sue abilità e dove, chissà, potrebbe un giorno tornare forte di quello che sta facendo in Europa.
La sua stagione, anche nei numeri, è straordinaria: secondo giocatore del campionato per valutazione media con 20.5 (fa meglio solo Bilan) e per rimbalzi (10,1 a gara, anche qui secondo solo alla stella di Brescia). Il canadese è invece quarto nella classifica relativa alla percentuale realizzativa, con 53,6.
Ai nostri microfoni ha raccontato un po' di sè: partendo dal momento di grande crescita della squadra, fino all'ipotesi di essere nominato MVP del campionato.
Come spieghi questo momento di forma eccezionale della vostra squadra? Merito del recupero dei giocatori infortunati o c’è dell’altro?
"Penso entrambe le cose. Avere di nuovo gente come Tyler, JP, me, Aamir che è rimasto fuori a lungo, la gran parte della squadra, è molto importante.
Allenarsi ogni giorno insieme, trovare una chimica sempre migliore, cercare un miglior ritmo offensivo e acquisire i compiti difensivi, penso siano i motivi del nostro rendimento".
La connection tra te e Tyler Ennis è sicuramente uno dei punti di forza della vostra squadra: è uno dei migliori playmaker con cui hai giocato?
"Tyler è sicuramente uno dei migliori playmaker con cui ho giocato, non solo per me, ma anche per come mi usa come esca per liberare altri ragazzi, in questo è davvero fantastico. Allarga l'orizzonte e poi ovviamente mi regala grandi assist e mi mette nelle condizioni di segnare punti facili, ma mi usa anche per manipolare le difese e regalare tiri aperti a ragazzi come Rodney, Aamir, Davide. Senza dubbio è uno dei migliori playmaker con cui ho giocato".
Chi è stato il modello di giocatore a cui ti sei ispirato?
"Il giocatore che mi ha ispirato di più è mio zio, il modo in cui si comportava sia dentro che fuori dal campo. Poi guardo tutti non solo per il loro stile di gioco, ma anche per come si comportano: da LeBron a Kobe, non giochiamo allo stesso modo, ma il modo in cui lavorano duramente ogni giorno, il modo in cui cercano di migliorarsi anche se sono già fortissimi, cercando di ottenere qualcosa in più, è di grande ispirazione".
Sei tra i candidati più seri per la vittoria del titolo di MVP del campionato: è un tuo obiettivo?
"Se vincerò il premio di MVP, lo accetterò con tutto il cuore, è un bel premio, sarebbe una grande gratificazione per la mia stagione e per quella della squadra. Ma il mio obiettivo stagionale è cercare di vincere e qualsiasi altra cosa in più sarebbe una benedizione. Vincere è la mia priorità numero uno, qualunque cosa arriverà insieme a un successo, sarà un grande onore che accetterò con tutto il cuore".