Col Bahrain Il ct concede minuti a tutti i giocatori: bene Bortolani e Caruso. Buon lavoro di squadra per sfruttare le qualità del nostro fuoriclasse
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+61 è il prefisso telefonico dell'Australia. Porto Rico è dall'altra parte del mondo, ma per Italbasket è cifra ugualmente simbolica. +61, quarto scarto a favore più ampio della storia, è il divario tra Italia e Bahrain nella gara inaugurale del Gruppo B del PreOlimpico di San Juan. Di fronte a un Bahrain troppo inconsistente per essere avversario "vero", cosa sottolineare dell'esordio della squadra di Pozzecco?
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NOTE POSITIVE
L'intensità difensiva nei momenti più clou della partita: nei primi minuti di ogni quarto e nei possessi successivi ai vari timeout, qualsiasi fosse il quintetto sul parquet la concentrazione nell'applicare una difesa energica ed "estrema" non è mai mancata. Anche nelle lineup con Mannion e Gallinari contemporaneamente in campo, non necessariamente i due a cui chiedere uno sforzo extra nella metà campo difensiva.
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Le letture sui tagli: che sia una ricezione dopo aver portato un blocco o per sfruttare la passività del difensore bahrainita lontano dalla palla, la scelta e il timing nel trovare e finalizzare il taglio nel pitturato è indice della conoscenza reciproca maturata dal gruppo e dallo staff del CT Pozzecco. In più, essere pericolosi sia coi lunghi (Ricci, Gallinari e Melli) o con gli esterni (Petrucelli, Abass, Tonut) costringe tutte le diverse tipologie di difensori a eseguire la stessa giocata: prima o poi, la coperta sarà corta.
DA MIGLIORARE
In una gara vinta di 61, in un contesto tecnico e ambientale ai limiti del competitivo, cosa considerare significativo da migliorare? Nulla, se non infinitesimi dettagli. Primo tra tutti, la gestione dei falli nel corso degli ultimi possessi difensivi del quarto: nel primo quarto è Mannion a commettere fallo su una tripla quando poteva essere speso almeno un paio di volte prima che il Bahrain fermasse il palleggio; nel secondo quarto è addirittura Melli a farsi ingolosire dalla possibilità di avere un fischio da spendere e mandare in lunetta il tiratore asiatico; nel terzo quarto è Pajola che, per paura di regalare tiri liberi come nei casi precedenti, finisce per non provocare il fischio dell'arbitro anche se avrebbe voluto. Non è tanto una questione di "gara dei possessi" - anche se tre possessi in omaggio, in una gara punto a punto, rischiano di fare la differenza - ma di tranquillità e serenità nella gestione di una situazione teoricamente a proprio favore.
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LA CHIAVE TATTICA
Troppo divario tra Italia e Bahrain per considerare una sola componente come decisiva. Quello che è rimasto più impresso è ciò che ha creato il primo solco a inizio gara, ossia toccare possesso su possesso il pitturato del Bahrain. In vernice, l'Italia ha saputo andarci praticamente in ogni maniera, permettendo allo staff di Pozzecco di sfogliare la margherita in vista dei prossimi impegni - Porto Rico alle 2.30 di venerdì in primis - per individuare il pattern su cui insistere.
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Gli accenni di flex offense per le ricezioni di Gallinari sono un esempio: portare con un esterno un blocco orizzontale sulla linea di fondo costringe la difesa avversaria a prendere scelte drastiche, soprattutto se Danilo è marcato dal centro avversario. Se c'è un cambio, l'Italia può riaprire in un secondo momento per l'uscita del primo bloccante; se c'è un aiuto e recupero, Gallinari ha spazio e tempo per ricevere spalle a canestro e sfruttare quella che sarà, in eterno, la sua proverbiale virata sulla spalla sinistra per attaccare il ferro.
MVP
Con 114 punti a referto e i top scorer a 14 (Gallinari e Melli), indicare un giocatore nettamente sopra gli altri sarebbe impossibile. Anche perché difficilmente concorreranno nuovamente per questo premio, la palma di MVP di Italia-Bahrain se la potrebbero spartire Guglielmo Caruso e Giordano Bortolani. 11° e 12° di rotazione, il cui ingresso solo a cavallo tra 3° e 4° quarto fa intuire come Pozzecco non vorrà includere più di 10 uomini nelle prossime uscite, i due giovani dell'Olimpia Milano hanno impattato la partita come meglio non avrebbero potuto. 1 errore totale al tiro in due, la disponibilità a sporcarsi le mani in difesa anche a partita sostanzialmente finita e, con un'espressione cara all'attuale selezionatore dell'Italia del calcio, i giusti comportamenti in fatto di comunicazione coi compagni e linguaggio del corpo.
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DA RIVEDERE
Più un esercizio di stile che altro. Più un ulteriore stimolo, oltre a quelli che si starà istigando da sé, per far emergere la singola prestazione balistica in canna che, accoppiata alla serata giusta, potrebbe essere il fattore decisivo. Marco Spissu è stato il peggiore azzurro in attacco contro il Bahrain (2/5 dal campo, 2/4 ai liberi). Che non sia stata una prestazione negativa è sottolineato dal dato delle assistenze (7, migliore dell'Italia). Che non andasse sprecata la scarica di triple in transizione che servirà per creare un parziale di qui a - incrociamo le dita - lunedì mattina è la speranza di Pozzecco, di tutti noi e di Spi stesso.
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