Il coach montenegrino ha rigenerato i due giocatori più deludenti con Banchi. Ora ci sono più responsabilità per tutti, da Pajola a Polonara, e un Grazulis in condizione
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6 partite, 4 di Eurolega e 2 di LBA, con 3 vittorie e altrettante sconfitte. Un campione troppo ristretto per delineare in maniera assoluta i tratti della "nuova" Virtus Segafredo Bologna. E nemmeno il 13° turno di Serie A, che vedrà la visita in Emilia di Scafati (oggi, ore 17.30), può aggiungere chissà quanto. Se non di certezze, si possono individuare almeno alcuni indizi, sensazioni, segnali su cosa si stia concentrando lo staff di Dusko Ivanovic.
Non si può non premettere l'assenza di Shengelia: presente solo nella vittoria d'esordio del coach nato a Bijelo Polje, il georgiano è rimasto sin qui ai box a causa di un'ulcera. Toko non ci sarà nemmeno contro la Givova (possibile ritorno il 3 gennaio nella trasferta a O.A.K.A. col Panathinaikos) e "costringerà" Ivanovic a cavalcare le nuove rotazioni nel reparto lunghi. Per fortuna della Virtus, dicembre è stato il primo mese con un "vero" Andrejs Gražulis a disposizione: paradossalmente, il giocatore più "voluto" da Luca Banchi in estate si sta rivelando in tutta la sua adattabilità solo dopo le dimissioni del CT della Lettonia - 21' giocati in totale Eurolega sino a novembre, 22' a Baskonia e 17' di media nell'ultimo mese.
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Con tutto il carico creativo nell'attacco virtussino da ridistribuire senza Shengelia, era naturale aspettarsi un salto di qualità in termini di gestione dei possessi da parte degli esterni titolari. A Pajola, Cordinier e Clyburn, Ivanovic sta chiedendo di sopperire a un reparto composto da lunghi eccellenti nello sfruttare i vantaggi creati da altri ma meno propensi a crearsene in proprio (Zizic, il più continuo sotto canestro prima della strigliata presa con l'ASVEL; Polonara, passato dai 4' giocati a Baskonia ai 26' con l'ASVEL; Gražulis, Diouf e Akele, a cui spetterà grande minutaggio nelle gare che determineranno l'accesso alla Frecciarossa Final 8 di Torino).
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3 delle 4 migliori prestazioni di Pajo alla voce "assist" in Eurolega sono arrivate nell'ultimo mese (6 a Baskonia e con l'ASVEL, 7 nella vittoria col Barcellona). Isaïa continua a mostrarsi sempre più affidabile come "playmaker d'appoggio", ripulendo diverse sue stravaganze in termini di decisioni rapide palla in mano. Per Will, oltre a un servizio più costante spalle a canestro (dal rientro di Shengelia, è ragionevole pensare che il post sarà quanto meno diviso tra i due), la differenza più netta la si percepisce nel linguaggio del corpo, specie nella metà campo difensiva. Non più un elemento estraneo, quindi dannoso, in un roster con già troppi elementi bersagliabili dagli attacchi avversari per motivi diversi (Belinelli e Morgan su tutti), ma un veterano che cerca di spendersi il più possibile in ogni componente del gioco.
Quello del coinvolgimento, emotivo e psicologico soprattutto, è un discorso che si applica ancor meglio a Rayjon Tucker. Le motivazioni del suo reintegro nelle rotazioni sono molteplici: oltre a ridare il massimo valore possibile a un giocatore che pareva non aver assorbito il salto tra LBA/EuroCup ed Eurolega, le sempre più insistenti voci che danno l'ex Venezia di nuovo in Laguna stanno accompagnando un Tucker che, a detta dello stesso Ivanovic, ora "ogni giorno si allena in maniera positiva e concentrata". Dopo mesi trascorsi a far infuriare lo staff tecnico e il tifo visrtussino per un atteggiamento non all'altezza della canotta indossata, ritrovare le gambe al tritolo dell'ultimo MVP di LBA potrebbe essere il vero "colpaccio" di Dusko Ivanovic in casa Virtus. Da Scafati e Panathinaikos in avanti.
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