Nella sfida con Brescia, il play canadese vince il duello con Ivanovic (doppia doppia da 22 punti e 13 assist) e allontana i campani dall'ultimo posto in LBA
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Come si misura uno stato d'animo, per sua natura non quantificabile, come la fiducia? A seconda del soggetto e del contesto, in maniera diversa. Se si parla di Kevin Pangos su un campo da basket, questa si calcola col numero dei tiri tentati: più il canadese con passaporto sloveno sente di poter dettare i ritmi della partita, maggiori saranno le iniziative personali prese dal play del Napoli Basket.
Nel 23° turno di LBA, al cospetto della capolista Germani Brescia, Pangos ha tentato ben 17 tiri. Oltre a essere il massimo stagionale e il record per tentativi con la canotta di una squadra italiana, vale la pena sottolineare che non aveva mai azzardato così tanto dal 13 gennaio 2021 (Bayern Monaco-Zenit, Round 19 di Eurolega). Come un circolo virtuoso, ecco arrivare la miglior prestazione dell'ultimo triennio del quasi 32enne dell'Ontario: 22 punti (5/9 da 2, 4/8 da 3), 13 assist, 3 falli subiti, 28 di valutazione in 27'. Dietro al 90-85 della Fruit Village Arena c'è la regia pressoché totale di Pangos: 6 degli 8 compagni scesi in campo con lui sono stati omaggiati da almeno un suo assist.
Pullen, Green e Zubcic, in uscita dai blocchi; il nuovo arrivato Egbunu, ricompensato con un cioccolatino solo da appoggiare a canestro dopo un blocco granitico; Woldetensae, sugli scarichi e in transizione; Leonardo Toté, il "compagno di merende" preferito, la cui versatilità in continua evoluzione offre tutte le linee di passaggio in caso di gioco a due. Le nuove gerarchie dell'attacco disegnato da coach Valli, più semplici e definite, stanno riuscendo a mettere in ritmo tutti gli attaccanti e realizzatori napoletani, convincendo Pangos stesso a sfruttare alcuni dei vantaggi creati. Emblematici, nella 4ª vittoria casalinga consecutiva del Napoli Basket, gli isolamenti gestiti nel finale contro un signor difensore come Nikola Ivanovic: attacco in penetrazione, separazione creata col contatto del braccio sinistro sul petto del montenegrino, marcatore spostato quanto basta per prendersi il tiro dal palleggio dalla media distanza.
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Un'autostima e una sicurezza di sé che, purtroppo, non eravamo più abituati ad associare a Pangos. E i rimpianti per un connubio con coach Messina a Milano avvenuto forse solo nel momento sbagliato - un playmaker sì evidente punto debole in difesa ma capace di leggere gli spazi e servire i compagni in attacco non è, tutto sommato, ciò che i biancorossi hanno visto in Nenad Dimitrijevic? - continueranno a esserci. È stato sufficiente che Brescia approcciasse la sfida del pranzo domenicale con meno intensità e lucidità nella conservazione del possesso (8 palle perse in poco più di metà gara per i biancoblu di coach Poeta: la Germani ne perde mediamente 11.1 in 40'!) affinché Pangos prendesse le redini della gara.
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Career high in Serie A sia per punti che per assist, 3ª doppia doppia da quando è arrivato in estate in Campania (21 punti e 11 assist nel 95-85 a Trapani, 11 punti e 10 assist nella prima di coach Valli, nel derby vinto al supplementare con Scafati). Presenza costante nei momenti caldi della gara. Cosa chiedere di più, a Kevin Pangos?