Il playmaker spagnolo annuncia il suo ritiro a 38 anni. Una carriera ricca di successi e giocate stellari che hanno segnato un'epoca
di Enrico De Santis© IPA
Sergio Rodríguez Gómez da San Cristóbal de La Laguna ha detto stop. A 38 anni, compiuti una settimana fa, il Chacho ha annunciato il suo ritiro dalla pallacanestro.
Per 21 anni della sua vita ha illuminato i parquet di tutta Europa, e anche d'America. Ha vinto tanto, in Spagna col suo Real Madrid, in Russia col CSKA Mosca e anche in Italia con l'Olimpia Milano. È stato protagonista ad altissimi livelli anche con la sua Nazionale, con cui ha vinto medaglie di tutti i colori a Mondiali, Europei e Giochi Olimpici.
Ma quello che resta e resterà per sempre della carriera di Sergio Rodriguez, la sua eredità, è il Chachismo. Cos'è il Chachismo? È una religione per chi ama il basket. È un modo di vivere la pallacanestro, con quello sguardo curioso e furbo che ha un bambino che si avvicina a questo sport per la prima volta. E ha voglia di imparare, crescere, migliorare, stupire, vincere. E divertire il pubblico, divertendosi.
“Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione”: la famosa battuta di "Amici Miei" è perfettamente aderente al Chachismo. Le sue giocate da funambolo hanno lasciato a bocca aperta tifosi e pure compagni, i suoi assist immaginifici da guardare a loop saranno idealmente custoditi in una galleria d'arte contemporanea, la sua leadership e il suo carisma hanno aiutato i club per cui ha giocato ad alzare trofei.
Perchè Sergio Rodriguez è stato tutto questo: l'anello di congiunzione tra l'arte e la pallacanestro. E chi ha avuto la fortuna di viverlo, da compagno o da allenatore, da avversario o da semplice tifoso, potrà dire una sola cosa. Grazie Chacho, gracias leyenda.