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LaMelo Ball da record per Charlotte, Denver batte i decimati Sixers

La terza scelta assoluta al Draft diventa il più giovane a realizzare una tripla-doppia. Phila alterna sul parquet solo sette giocatori: troppo facile per i Nuggets

10 Gen 2021 - 09:05

Un nuovo record di precocità caratterizza la notte Nba: LaMelo Ball diventa, a 19 anni e 140 giorni, il più giovane nella storia della Lega a realizzare una tripla-doppia nel 113-105 di Charlotte su Atlanta (ancora senza Gallinari). Nelle altre partite, Denver espugna il parquet dei decimati Sixers (solo sette disponibili) 115-103, San Antonio batte Minnesota 125-122 all’overtime. Colpi esterni per Suns, Heat e Blazers, Bucks e Mavs ok in casa.

CHARLOTTE HORNETS-ATLANTA HAWKS 113-105
Allo Spectrum Center è la serata di LaMelo Ball: la terza scelta assoluta all’ultimo Draft diventa, a 19 anni e 140 giorni, il più giovane giocatore a realizzare una tripla-doppia in Nba, con una prestazione da 22 punti, 12 rimbalzi e 11 assist partendo anche dalla panchina. Battuto il precedente primato, appartenente a Markelle Fultz (19 anni e 317 giorni). Non è solo il figlio minore di Lavar a illuminare la scena, comunque: il miglior realizzatore di serata è infatti Terry Rozier con 23 punti, e meritano menzione anche i 22 di P.J. Washington. Altra serata difficile, dall’altra parte, per gli Hawks, che raccolgono la loro quarta sconfitta consecutiva e, oltre ad aver già fuori Danilo Gallinari (fermo per il problema alla caviglia) devono rinunciare anche a Bogdan Bogdanovic, ko nel primo quarto per un infortunio al ginocchio destro. Brutta partita per Trae Young: il prodotto di Oklahoma tira 5/19 e segna soltanto 15 punti in una serata da dimenticare per i suoi.

PHILADELPHIA 76ERS-DENVER NUGGETS 103-115
Una vera e propria impresa impossibile per Philadelphia, che tra positività al Covid-19 (Seth Curry, nello specifico), altri membri del team fermi per il protocollo di sicurezza, e giocatori bloccati da un infortunio (tra questi Joel Embiid, ko per un dolore alla schiena, e Ben Simmons, fermo per un infortunio al ginocchio sinistro) è costretta a inserire a referto un altro infortunato, Mike Scott, per arrivare al numero minimo di giocatori (otto) essenziale per non dare forfait. I sette componenti del roster alternati sul parquet da coach Doc Rivers non sfigurano neanche, guidati dai 39 punti del rookie Tyrese Maxey (career-high), ma dall’altra parte Denver può sfruttare appieno tutti i suoi 15 uomini a roster, sei dei quali vanno in doppia cifra, e conquista la quarta vittoria stagionale, terza in quattro partite: il migliore tra i Nuggets è Gary Harris con 21 punti, seguito dal solito Nikola Jokic (15 punti, 12 assist, 9 rimbalzi). Difficile però dare un giudizio su entrambe le squadre: troppo particolari le condizioni in cui si è giocato, che invitano all’ennesima riflessione su un calendario eccessivamente intasato, soprattutto viste le incertezze portate dalla pandemia.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-SAN ANTONIO SPURS 122-125 (overtime)
La sfida più appassionante della serata è, senza dubbio, quella tra i rinati Spurs, alla loro terza vittoria consecutiva, e i T-Wolves, che invece inanellano il settimo ko di fila. Il risultato, però, viene sigillato soltanto al termine di un tempo supplementare, con San Antonio salvata nel finale di quarto periodo dalla penetrazione di un ottimo DeMar DeRozan (38 punti per lui, top scorer di serata), che trova i due tiri liberi del 113-113. Oltre all’ex Toronto brillano anche Dejounte Murray, che realizza una doppia-doppia da 22 punti e 14 rimbalzi, e Patty Mills, che pur non partendo titolare realizza 21 punti con 5/8 dalla distanza. Dall’altra parte non bastano i 29 punti di Malik Beasley e i 25, con 13 rimbalzi, di Karl-Anthony Towns, rientrato dopo l’infortunio al polso. Le speranze della squadra di casa si spengono a pochi secondi dal supplementare quando la prima scelta al Draft 2020, Anthony Edwards (13 per lui) invece di andare per i due punti sicuri senza avversari a canestro si produce in uno sconsiderato passaggio verso l’arco dei tre punti raccolto dagli avversari, dando così ulteriori argomentazioni a chi riteneva esagerata la sua chiamata con il numero uno assoluto lo scorso 18 novembre.

INDIANA PACERS-PHOENIX SUNS 117-125
Serata da ricordare per Mykal Bridges, che mette a segno il suo massimo in carriera alla voce punti, 34, con 6 triple segnate su 8 tentativi, e guida Phoenix alla settima vittoria in dieci partite, un andamento che pochi prevedevano al via della nuova stagione. La partitona di Bridges consente a Devin Booker di accelerare il giusto (25 punti per lui) e a Chris Paul di ‘accontentarsi’ dal punto di vista delle cifre (15 punti e 7 assist per l’ex Thunder). Indiana ha il merito di resistere fino alle ultime battute, trascinata da un Domantas Sabonis da 28 punti e 22 rimbalzi (career-high in quest’ultima voce) e dai 22 di Malcolm Brogdon, ma anche per la fatica al tiro di Victor Oladipo (16 punti, 7/21 complessivo) non riesce ad evitare la terza sconfitta stagionale, prima dopo due vittorie consecutive.

WASHINGTON WIZARDS-MIAMI HEAT 124-128
Vittoria con brivido per i Miami Heat, che davanti ad un avversario privo dei suoi tre migliori giocatori (Russell Westbrook fuori per infortunio al quadricipite, Bradley Beal bloccato dal protocollo anti-Covid e Thomas Bryant ko nelle primissime fasi del match) vola fino al +24 a inizio quarto periodo, grazie alla serata da career-high di Tyler Herro, che segna 31 punti, ai 26 di Jimmy Butler e ai 21 di Goran Dragic. La squadra di Scott Brooks, però, trova le risorse che non ti aspetti nella fase finale della partita, spaventando non poco Eric Spoelstra e i suoi: i 22 punti complessivi di Garrison Matthews e i 20 di Deni Avdija valgono il -4 finale, ma gli Heat resistono e portano a casa la quarta vittoria in questo altalenante inizio di stagione.

DALLAS MAVERICKS-ORLANDO MAGIC 112-98
Terza vittoria di fila per i Mavericks, che superano in scioltezza Orlando in casa e si portano per la prima volta in stagione al di sopra della ‘quota 500’, con cinque successi a fronte di quattro sconfitte. Due i protagonisti principali della serata all’American Airlines Center: il primo è Tim Hardaway jr, che firma una prestazione da 36 punti con 8/13 dalla distanza, il secondo è il solito Luka Doncic, che mette a referto una tripla-doppia da 20 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. Si fa notare, e non poco, anche Trey Burke, che da sesto uomo segna 29 punti complessivi. Incolore, invece, la partita degli ospiti, fatta eccezione per un Nikola Vucevic da 30 punti e 15 rimbalzi. Il resto degli uomini a disposizione di Steve Clifford delude e la squadra della Florida raccoglie la seconda sconfitta in terra texana dopo quella di ventiquattr’ore prima a Houston.

MILWAUKEE BUCKS-CLEVELAND CAVALIERS 100-90
No Giannis, no problem. Turno di riposo per Antetokounmpo, per rimettersi al meglio dopo qualche problema alla schiena, ma pur senza il loro leader i Bucks non faticano più di tanto per battere i Cavs e portare il loro record a 6 vinte e 4 perse. Il miglior realizzatore di serata è Khris Middleton, con 27 punti, ma giocano bene anche Bobby Portis, che ne firma 17, e Jrue Holiday, che ne aggiunge 15. A dire il vero un Antetokounmpo sul parquet c’è, ma è il fratello Thanasis, che comunque non realizza nemmeno un punto in 13 minuti di gioco. Cleveland riequilibra suo malgrado il bilancio tra vittorie e sconfitte (ora 5-5) nonostante la prova da 26 punti e 24 rimbalzi di Andre Drummond e i 21 punti di Damyean Dotson, gli unici a fornire una prestazione di sostanza nel roster ospite.

SACRAMENTO KINGS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 99-125
Vittoria senza grosse difficoltà per i Blazers, che approfittano anche del lunghissimo garbage time per dare fondo alle proprie risorse e limitare il più possibile il minutaggio dei titolari. Nonostante ciò, C.J. McCollum firma una prestazione pazzesca da 37 punti in poco più di 29 minuti di gioco, con 7/11 da due punti e 6/11 dalla distanza. Più ‘umana’ la prova di Damian Lillard, che si ferma a 17, ottima la doppia-doppia da 11 punti e 15 rimbalzi del solito concreto Enes Kanter. Poco da dire, invece, sulla partita dei Kings, il cui miglior marcatore è Marvin Bagley, con appena 15 punti a referto e un non invidiabile 5/14 al tiro: troppo poco per evitare il secondo ko di fila.

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