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Trento, l'orgoglio di Longhi: "Progetto partito dalla serie D, soddisfazione enorme"

Il presidente dell'Aquila commosso per lo storico successo in Coppa Italia: "Con Galbiati chimica straordinaria. Dediche? A tutti quelli che lavorano qui"

17 Feb 2025 - 11:01
 © IPA

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Il risveglio di Trento è dolcissimo, dentro un sogno: la squadra di Galbiati, qualche ora fa, ha dominato Milano e conquistato il primo trofeo della sua storia. Un grande pomeriggio, che cristallizza una prima metà di stagione da incorniciare. Un momento magico, che fa fare al presidente Luigi Longhi un salto indietro di molti anni, quando l'Aquila ha iniziato il suo volo.

"È un'emozione enorme, bella perché condivisa con tutte le persone che dentro e fuori dal campo hanno costruito questo progetto. Quest'anno festeggiamo i trent'anni della società. Un progetto partito dalle serie minori, dalla Serie D trentina, altoatesina, per arrivare qua. Un percorso bello, tanti di quelli che hanno iniziato trent'anni fa ci sono anche oggi, si sono aggiunti molti giovani ed è bello. Con Paolo Galbiati abbiamo costruito una chimica straordinaria. Abbiamo un gruppo di ragazzi, italiani e stranieri, con il nostro motto che non è "gioco a Trento", ma "vivo a Trento": sembra una cosa minimale, ma cambia la prospettiva con cui i giocatori arrivano in città".

Parlando di Trento si parla sempre di collettivo, a tutti i livelli: anche la dedica del presidente va in questa direzione.

"Il regalo ce lo facciamo tutti quanti, tutti quelli che hanno contribuito a questo lavoro. A Gianni Brusinelli che è stato il nostro fondatore e non c'è più, a tutte le persone che ci seguono, sponsor, amici, e soprattutto alla comunità trentina. Come nostro costume facciamo 51% basket e 49% attività sociale. Ci teniamo moltissimo, questa cosa ci ha fatto radicare e ha fatto appassionare migliaia di persone alla pallacanestro, lo sport più bello del mondo".

Basket, Olimpia Milano-Trento: le foto della finale di Coppa Italia

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© italyphotopress
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Longhi, che a fine gara ha mostrato tutta la sua emozione, prova a spiegare cosa ha portato Trento a questo livello.

"Dietro a questi traguardi ci sono idee chiare e rispetto assoluto dei ruoli: io faccio il presidente e non il tecnico, non mi immischio in questioni che non mi competono e nessuno si immischia in questioni presidenziali.

Siamo un gruppo di amici, di persone che si conoscono e si stimano. Abbiamo idee chiare su quello che vogliamo fare: talvolta vengono, talvolta no, ma quando abbiamo un obiettivo lo vogliamo perseguire. Se vogliamo arrivare in un certo punto, ci chiediamo come si arriva in quel punto con le nostre forze.

Senza essere degli ottusi, con un po' di flessibilità nel raggiungimento dell'obiettivo. Se non arriva quest'anno, arriva il prossimo, però alla fine arriva. Il lavoro serio paga, credo che sia una regola che vale per tutto, sport e vita. Se lavori seriamente, alla fine i risultati arrivano".

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La vittoria di Torino, poi, ha anche un po' il retrogusto di rivincita su Milano, ripensando alla finale scudetto persa qualche anno fa.

"Avevamo perso la finale scudetto con Milano e ce la ricordavamo tutti con un pizzico di rabbia, in senso sportivo. Stasera è stata una piccola rivincita che ci fa estremamente piacere, anche perché abbiamo battuto una squadra di Eurolega e meglio di così non si poteva fare".

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