Con il career high del Red Mamba in Eurolega, l'EA7 entra per la prima volta in zona play in dopo il 101-86 sulla Stella Rossa. E il play è sempre più determinante
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Forse è stato il confronto diretto con Codi Miller-McIntyre (ex compagno nel Baskonia 2023/24, di cui Nico Mannion era la riserva designata nelle rotazioni di coach Peñarroya) ad aggiungere quel pizzico di motivazioni in più. L'unica cosa certa è che, alla 33° gara di Eurolega in carriera, il 2001 nato a Siena ha raggiunto il ventello per la prima volta.
Mai, tra Virtus Bologna e Baskonia, il prodotto di Arizona era rimasto in campo così tanto (28'12") e aveva accumulato così tante statistiche positive (21 di valutazione). Ancor più significativo è il confronto con l'unico precedente in Eurolega in cui Mannion aveva tentato più tiri degli 11 dell'Unipol Forum: nel marzo 2023, i 12 tentativi in Anadolu Efes-Virtus Bologna 86-67 erano arrivati per lo più "a buoi scappati", non in una sfida dove mantenere il controllo del punteggio come quella coi serbi.
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20 punti (4/4 da 2, 4/7 da 3), 1 rimbalzo, 5 assist e 3 palle perse, 2 palle rubate, +25 di plus/minus (meglio di Nico solo il +26 di Shields): cifre significative, che raccontano solo in parte il rendimento del Mannion che si sta apprezzando dall'arrivo a Milano. Ancora titolare in Eurolega, Nico si sta dimostrando all'altezza della competizione grazie all'aggiunta di componenti del suo gioco che, fino a un mese fa, avevano decretato che "non potesse stare in campo" ai massimi livelli in Europa.
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Il primo: difesa lontano dalla palla e sui pick&roll - non sarà un difensore che alza il rendimento della squadra o quello a cui affidare il miglior attaccante avversario, ma manca solo l'attitudine a rimbalzo per renderlo un profilo senza ragioni per essere "bersagliato" dagli avversari -, complice una stazza e fisicità che invece rende Dimitrijevic poco sostenibile in alcuni passaggi.
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Il secondo: la precisione dei tempi e dell'esecuzione di passaggi "facili", come quelli per servire Mirotic spalle a canestro o trovare l'uomo libero sui raddoppi portati dalla difesa, spesso Causeur sul perimetro o LeDay sui tagli a canestro. Vantaggi che si vengono così a creare non grazie all'assai conosciuto primo passo del Red Mamba, bensì grazie alla lucidità nel leggere le scelte avversarie anche a ritmi più bassi.
Il terzo: l'alternanza al timone di comando dell'attacco per un numero sempre maggiore di minuti, potendo concludere sia dopo un vantaggio creato da sé sia dopo uno generato dagli altri esterni dell'EA7. Giusto un paio degli 8 canestri contro la Stella Rossa sono "alla Mannion", con una partenza in palleggio che brucia il marcatore diretto e anticipa gli aiuti nel pitturato: contro la difesa di coach Sfairopoulos sono arrivate anche triple sugli scarichi (i 7 tentativi oltre l'arco sono un altro career high in Eurolega) e appoggi in contropiede, che senza l'attività sul perimetro di Shields e dei lunghi di Messina non sarebbero mai arrivati.
Un Mannion diverso da quello che forse lo stesso Ettore Messina, forzando la mano nella trattativa con Varese, si aspettava potesse alternarsi a Dimitrijevic come principale guardia dell'EA7. Un Mannion meno "da highlights", forse, ma sicuramente più efficace. Nemmeno il tempo di godersi i primi 20 punti in Eurolega ed ecco un altro test probante: il confronto con Maledon e l'ASVEL (venerdì 6, ore 20.45), reduce dalla vittoria sulla sirena contro il Real Madrid. Per scoprire altre cose del nuovo Nico Mannion.