Contro la Virtus Bologna la miglior partita della carriera del 2002 cresciuto nel club (28 punti 9 assist) ha esaltato Masnago: l'erede di Mannion è in casa
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Così l'ha definita anche Luca Banchi, coach della sconfitta Virtus Bologna: "Una prestazione di alto profilo, una serata speciale". Una di quelle, che Masnago ha tante volte vissuto da protagonista, in cui l'Openjobmetis Varese sembra camminare sulle nuvole, imprendibile per un'avversaria reduce dal recupero con Tortona e dalla vittoria in Eurolega col Maccabi nei 4 giorni precedenti. E chi meglio del nuovo capitano varesino, Matteo Librizzi (che a Varese è pure nato), per condensare l'energia e l'entusiasmo biancorosso?
Chi meglio del classe 2002, inserito pienamente in rotazione dallo staff di coach Mandole dopo l'indisponibilità preventiva e la cessione ufficiale di Nico Mannion, per simboleggiare la sterzata dell'ambiente varesino? Se tutta Varese aveva riconosciuto di "aver toccato il fondo" dopo il 107-81 di Trieste, non c'era miglior risposta della serata da sogno offerta dal numero 13.
28 punti in 32', massimo in carriera in entrambe le statistiche; 8/12 al tiro, con un 71% da 3 che ha permesso all'attacco di Varese di girare a ritmi vertiginosi (5/7 dall'arco, anche in questo caso career high); 7/8 ai liberi e soprattutto 9 assist, anch'esso miglior dato di sempre per il numero 13 in LBA. Un ruolo mai così centrale nelle gerarchie, un po' per rispondere alle necessità di una rotazione ridotta all'osso e un po' per la fiducia che Librizzi ha saputo originare attorno a sé.
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E dire che i primi possessi della serata di Librizzi si erano conclusi con un "mattone" dall'arco, una palla persa per aver pestato la linea laterale e un paio di "fuorigiri" in palleggio. Dal 3-11, fino al quale Librizzi ha accumulato la metà degli errori dal campo totali della serata, è stato però proprio il ventiduenne varesino a dipingere il capolavoro dell'Openjobmetis.
Pressione costante su tutti i virtussini marcati, da Pajola a Morgan passando per Belinelli e Clyburn; gli assist a mettere in ritmo i tiratori; un paio di canestri trovati in entrata, non necessariamente la specialità della casa dall'alto dei suoi 180 cm per 70 kg, e una tripla dal palleggio segnata in faccia a Daniel Hackett, emblematico della differenza di energia a disposizione del motore di Varese e della Virtus. Un primo tempo quasi sornione, in confronto all'esplosione degli ultimi due quarti: triple cadendo indietro allo scadere dei 24" e, nel momento di massima difficoltà (Bologna tornata a +4, grazie al parziale firmato Belinelli a inizio 4Q), i canestri decisivi per rimettere la testa avanti.
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Varese non incontrerà sempre la Virtus a Masnago, con tutto il carico extra di stimoli e motivazioni che incontrare la capolista (sino al momento imbattuta in LBA). Pensare però che Matteo Librizzi, investito da nuove responsabilità, possa deludere le aspettative di Varese è davvero complicato.