Il lungo del Fener punta la seconda Final 4 di Eurolega in carriera: "TJ Shorts MVP? Essere il giocatore di punta di Oly, Pana e Fener è diverso che esserlo a Parigi"
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Si è conclusa con una comparsata del grande amico Gigi Datome l'intervista concessa da Nicolò Melli al canale YouTube Area 52. Lo speciale settimanale dedicato all'Eurolega, condotto da Andrea Solaini e Alberto Marzagaglia, non poteva non ospitare il più forte giocatore italiano impegnato nella competizione, per di più con ambizioni di raggiungere la Final 4 di Abu Dhabi e uscirne vincitore col suo Fenerbahce.
Il #4 gialloblu è partito dalla stretta attualità, che ha visto i turchi cadere in casa contro il Barcellona e giocarsi uno dei due jolly per conquistare la testa di serie #1 nella griglia Playoff (unica combinazione per cui il Fener nutre ancora speranze: vittoria gialloblu in casa del Bayern Monaco e sconfitta dell'Olympiacos contro il Maccabi): "L'ultima partita non è stata simpatica (sconfitta casalinga col Barcellona): se hai la possibilità di arrivare 1°, al di là delle varie cabale, ci arrivi. L'obiettivo era quello di andare ai Playoff, possibilmente col fattore campo: questo c'è. Ci sono ancora 256 combinazioni possibili per determinare gli avversari ai Playoff: siamo in una buona posizione, detto che lo stesso Fenerbahce ha dimostrato la scorsa stagione come sia possibile ribaltare il fattore campo (vittoria in gara5 a Monte Carlo, nda). Cercheremo di fare meglio di quanto fatto col Barcellona per approcciarci ai Playoff in maniera convinta".
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Il capitano di Italbasket ha espresso anche un parere sulla sorpresa della stagione europea: "Paris Basketball? Sicuramente è la squadra rivelazione dell'anno: credo che abbiano sempre giocato al loro modo, hanno vinto e perso le partite come volevano farlo loro. Hanno 2/3 giocatori che stanno giocando una pallacanestro di altissimo livello: avere un gruppo di giocatori che stanno insieme da anni, che si conosce bene, gli ha permesso di avere questi risultati. Giocano talmente veloce, alzano talmente tanto il numero di possessi che aumentano anche quello degli avversari: a Parigi li avevamo battuti dominando a rimbalzo d'attacco (29 rimbalzi offensivi, record all-time di Eurolega). Come possono fare 10-0 di parziale, possono anche subirlo: con loro la partita non è mai finita, né in un senso né nell'altro. A loro va grande merito di avere un'identità, di perseguirla".
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Ne aveva già parlato nella conversazione con Gianluca Basile sui canali ufficiali di LegaBasket, ma Melli ha ribadito le proprie posizioni sulla pallacanestro giocata nel 2025: "L'evoluzione del mio ruolo in una pallacanestro che sfrutta sempre di più il tiro da 3? Il cambiamento arriva, può piacere o no ma arriva. Se si guarda in NBA, Boston è tra le squadre da battere anche quest'anno e ha una quantità di tiri da 3 a partita allucinante (48.3 tentativi a gara, con minutaggio europeo sarebbero 40.1, 8 in più del Bayern "capolista" in Eurolega). Il mio ruolo si è avvicinato paradossalmente a canestro perché si tende a giocare più veloci: quasi tutte le squadre hanno un "5" tiratore, prima si giocava il post basso per attaccare con quel giocatore e ora lo si gioca per creare un tiro da fuori. Magari in futuro cambieranno delle regole per renderlo ancora più interessante? Ora c'è un'attenzione importante ai numeri: quando giocavo in NBA con Brandon Ingram, che ha un palleggio-arresto-e-tiro dalla media incredibile, veniva massacrato perché tentava pochi tiri da 3, pure se contestati, perché più redditizi...".
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Dopo averlo affrontato da avversario per diverse stagioni, il 2024/25 è il primo anno in cui Melli è gestito da coach Jasikevicius: "Non so chi pensasse che non sarebbe diventato un grande allenatore... Ha sempre comandato la squadra, anche in maniera focosa. Secondo me è esattamente come si vede da fuori: è preparatissimo, ha una sua idea di pallacanestro che riesce a mettere in pratica. Era già arrivato alle Final 4 con quello Zalgiris (2017/18), tutt'altro che scontato. Ha ottenuto risultati importanti ovunque sia andato e ha un suo sistema. Soprattutto a livello difensivo, i primi 2/3 mesi su alcune cose ho imparato cose che non avevo mai visto. Sa dove vuole arrivare, e sa come arrivarci. Giochiamo meglio quando teniamo sotto controllo il ritmo? Quando giochiamo a metà campo, sia in attacco che in difesa, siamo molto più forti di quando lo facciamo in campo aperto. I nostri numeri in transizione difensiva non sono buoni, e anche in attacco non siamo tra i primi in Eurolega".
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Il calendario vede il Fener più probabilmente al 2° posto che altrove: significherebbe incrociare la prima qualificata dal Play-In, la vincente tra 7° e 8° classificata al termine della regular season: "Real Madrid ed Efes spauracchi di questo finale di stagione? Gara1 di Playoff è sempre la gara più complicata di ogni serie: se perdi quella, perdi il fattore campo per cui hai lottato per mesi. Può anche essere che le avversarie in uscita dal Play-In arriveranno più stanche: è più importante arrivare col miglior piazzamento possibile, poi chi dovrà essere sarà. Preferisco avere il fattore campo e avere la pressione di vincere gara1 invece di rischiare di perdere le prime 2 in trasferta".
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Per un giocatore al 13° anno in Eurolega come Melli, il "cambio della guardia" a livello di coach potrebbe suonare strano: "Obradovic, Laso e Messina al secondo anno consecutivo fuori dalla lotta Playoff di Eurolega? Adesso si gioca talmente tanto che nell'arco di 7/10 giorni può cambiare tutto. Il Barcellona, fino a un paio di settimane fa, sembrava non dovesse fare i Playoff: è strano che all'ultima giornata ci siano già tutte le prime 10, pur con tutti gli incastri di classifica tra di loro. Se hai due settimane negative, oggi fai fatica a recuperarle. Non penso che sia una questione di come approcci i giocatori o di come sono costruite le squadre, ma è il bello o il brutto di questo format: si parla di un paio di partite che ti cambiano la stagione. Bisogna non farsi prendere troppo dagli alti né dai bassi, ma tenere una barra fissa: Parigi ha giocato sempre alla stessa maniera, sia che vincessero partite di fila o che accumulassero sconfitte consecutive. Sono sempre stati "Parigi", e ha pagato".
Meno certezze, invece, riguardanti la visione di Nik sull'eventuale arrivo in Europa del prodotto americano: "Come si può evolvere la pallacanestro europea con l'arrivo dell'NBA? Sono tutte ipotesi: non si capisce ancora quando, con chi, come e perché si creerebbero cose nuove. Non mi sono ancora fatto un'idea: non si sa chi sarà coinvolto, chi saranno le squadre, con quale formula...".
In parziale controtendenza rispetto al consensus generale è l'opinione del #4 gialloblu su chi meriterebbe il premio di MVP al termine della stagione regolare: "Per me è una corsa a 3: non includerei TJ Shorts, perché essere il giocatore di punta di Oly, Pana e Fener è diverso che esserlo a Parigi. Per tutto quello che c'è dietro: tra Olympiacos e Panathinaikos c'è una pressione allucinante, al Fenerbahce pure, anche quello deve avere un peso. Se dovesse vincerlo Shorts sarebbe comunque giusto, però secondo me sarà uno tra Vezenkov, Nunn e Nigel Hayes-Davis".
In attesa dell'estate in azzurro per EuroBasket 2025, il rapporto tra Melli e le italiane in orbita Eurolega sembra appartenere definitivamente al passato. Andando indietro di qualche anno, non mancano però retroscena "inediti": "Vicino alla Virtus Bologna prima di tornare all'Olimpia? Sì, avevo parlato con la Virtus alla fine dell'esperienza in NBA. All'epoca c'era Sergio (Scariolo), avevo parlato con lui, poi però son venuto a Milano".